capitolo undici.

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«Questi sono gli ultimi documenti da controllare» affermo mettendo in ordine i fogli «Te la senti di provare? Poi prima di consegnarli a mio padre li controllo io» aggiungo guardando Matthew, che si sistema in modo nervoso gli occhiali, seduto di fronte a me.

«Va bene» afferma annuendo. Gli sorrido per incoraggiarlo.

Mentre lui esegue il suo compito, compongo il numero della reception per farmi portare un caffè doppio. È da questa mattina che lavoro, i miei occhi e la mia mente hanno bisogno di un po' d'energia.

«Gradisci qualcosa?» domando a Matthew, con la cornetta del telefono all'orecchio «Un caffè, un cappuccino, un thè..».

«Un cappuccino andrà benissimo grazie» mi risponde sorridendo. Dopo aver ordinato, lo schermo del mio cellulare si illumina, attirando la mia attenzione.

"Soph mi manchi, usciamo questa sera?". Sorrido per il messaggio inviato da Charlotte. In poco tempo rispondo e dopo esserci accordate, poso il telefono, dedicandomi a Matthew che mi rivolge una domanda. Ma la mia attenzione viene attratta da una figura che conoscono fin troppo bene: Thomas Brown, passa in modo veloce, non sono nemmeno convinta che sia lui.

Questa mattina non ci siamo per niente visti. Ha dormito con me nel letto come ormai da due notti, ma subito dopo essere arrivati in azienda, ci siamo persi di vista. Non è nemmeno passato nel mio studio per vedere come andasse con Matthew.

«Sophie» richiama la mia attenzione il ragazzo seduto davanti a me «Mi hai sentito?».

Persa nei miei pensieri, sbatto le palpebre più volte ritornando nella realtà. «Si, scusami stavi dicendo?».

«Tutto bene?» mi domanda corrugando le sopracciglia.

Annuisco e aspetto che lui parli. «Volevo solo sapere se fosse tutto corretto».

«Hai già finito?» chiedo sorpresa, guardando poi i documenti appoggiati sulla scrivania, di cui non me ne ero completamente resa conto.

Bussano alla porta e mentre leggo le infinite righe su i fogli, do il permesso di entrare. Dall'odore capisco che sia una delle dipendenti con il caffè sul vassoio.

«Grazie» ringraziamo sia che Matthew. Dopo aver controllato e corretto alcune cose, comunico al tirocinante che la nostra giornata lavorativa è giunta al termine. Passo a consegnare i documenti a mio padre, poi insieme ci dirigiamo a casa dei Brown.

Scendendo dalla macchina noto Thomas, distante dalla porta d'entrata, girato di spalle al telefono che si muove in modo agitato.

«Sophie? Andiamo?» mi richiama mio padre avanti ormai qualche passo in più di me.

«Tu vai in tanto, io ora arrivo» dico velocemente, per poi tornare a guarda Thomas, cercando di capire cosa stia dicendo.

Mi avvicino di poco, ma ancora non riesco a percepire le sue parole. Si mette le mani nei capelli e un secondo dopo, attacca il telefono, per poi lanciarlo sul prato. Spalanco gli occhi e preoccupata mi avvicino.

«Ehi, tutto bene?» domando appena entro nella sua visuale. Mi guarda, per poi riabbassarli. Si mette le mani in faccia e comincia a stropicciarsi il viso.

«Si» risponde poi con un sospiro «Tutto bene».

«Sicuro? Mi sembri abbastanza scosso» commento, guardandolo profondamente. Lui evita il mio sguardo, poi si in cammina verso casa. «Tommy, dove vai?» urlo.

Lui continua a non voltarsi, aumentando il passo, tale azione mi costringe a correre per poterlo fermare.

«Sophie» ringhia una volta trovatosi faccia a faccia con me «Non voglio parlarne. Sono affari che non ti riguardano. Non assillarmi».

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora