capitolo ventiquattro.

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«Buon pomeriggio» saluto mio padre e il signor Brown, entrando nella sala riunioni, seduti ai loro corrispettivi posti intorno al tavolo.

«Ciao Sophie» mi risponde Billy, sistemandosi gli occhiali. Questo pomeriggio hanno convocato una riunione straordinaria e sono ansiosa di sapere perché. Non vedo Thomas e mi domando dove possa essere, mentre prendo posto. Non abbiamo dormito insieme la sera in cui ho scoperto i sessi dei futuri bambini di Char. Non ci siamo ne scritti e ne telefonati, e al lavoro abbiamo, o meglio ho, cercato di evitare il più possibile qualsiasi tipo di contatto sia visivo che fisico.

«Posso cominciare a sapere qualcosa?» domando incrociando le mani, guardando mio padre e Billy.

«Appena Thomas sarà qui, si» mi risponde, puntando poi lo sguardo sul signor Brown, il quale, con un gesto del capo, concorda con lui.

Osservo la bottiglietta d'acqua posta vicino al bicchiere, davanti a me, e improvvisamente mi viene sete; così mi allungo e me ne verso un po'. Osservo i documenti di Billy, su i quali ci sono vari nomi e foto di persone, tra cui Jennifer. Faccio una smorfia di disgusto ed esclamo:«È da tanto che non vedo Matthew, che fine ha fatto?».

Ma prima che gli altri possano rispondermi, la porta si spalanca, palesando dietro essa, un Thomas con il respiro affannato, ormai come sempre.

«Scusate il ritardo» afferma chiudendosi la porta alle spalle. Indossa una camicia nera e il pantalone del medesimo colore; ha il ciuffo che gli ricade sulla fronte e i capelli leggermente cresciuti ai lati. Si siede di fronte a me, puntando lo sguardo nella mia direzione, ma abbasso immediatamente gli occhi, perdendomi ogni suo movimento.

Vedendo mio padre e Billy restare in silenzio, dico istintivamente:«Siamo tutti».

«Non proprio tutti» mi risponde mio padre, guardando poi il suo orologio al polso.

Corrugo le sopracciglia e mentre sto per aprire bocca, Thomas mi precede. «Chi manca?».

«Abbiamo assunto due nuovi dipendenti» afferma Billy. Il mio pensiero si rivolge immediatamente a Jennifer, ma poi ricordo che è ancora una tirocinante e tiro un sospiro di sollievo.

«E chi sarebbero?» domando, non capendo perché ci stiano mettendo tanto a dirlo. Ma appena la porta si apre, capisco il perché.

Matthew entra vestito con un completo azzurro, con un sorriso smagliante sul volto, e la valigetta nera in una mano. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino ad abbracciarlo. In fin dei conti mi era dispiaciuto lasciarlo per sei mesi nelle mani di Thomas.

«Ciao Matthew» gli sussurro all'orecchio «Congratulazioni. Benvenuto tra noi». Lui strofina la mano libera sulla mia schiena, in una calda carezza.

«Grazie Sophie» mi risponde dopo essermi staccata da lui «Avremo tempo per parlare».

Annuisco e torno a sedermi. Osservo Thomas guardare Matthew con un grande sorriso, per poi stringergli la mano calorosamente. Corrugo le sopracciglia, notando qualcosa di strano, o forse nuovo, in tale gesto.

Subito dopo entra il secondo dipendete assunto da mio padre e Billy. I miei occhi e le mie labbra si spalancano di colpo. Resto inerme osservando Simone, entrare nella stanza e puntare immediatamente lo sguardo su di me. Porto istintivamente la mano sulla collana al mio collo, regalata da lui, e osservo farsi strada sul suo volto quel dannato furbo sorriso.

Non lo vedo da un mese, ma la sua bellezza mediterranea non è affatto cambiata. Anzi, mi sembra ancora più bello. Si avvicina sfoggiando il suo completo blu scuro, con una mano nella tasca e la valigetta marrone di pelle nell'altra.

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora