capitolo diciannove.

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Sono passate settimane da quando la famiglia Brown si è trasferita nella casa accanto alla nostra. Pensavo fosse più complicato sopportare Thomas come vicino, invece per via delle sue partenze, non c'era quasi mai. La cosa giovò a mio favore: non vederlo mi aiutava ad andare al lavoro con più voglia, ma la presenza di Jennifer me la toglieva subito.

Ci stavamo avvicinando alla primavera, che oltre ad essere una delle mie stagioni preferite, è la stagione in cui sono nata. Sembrava stesse andando tutto per il meglio fino ad oggi.

«Quindi ricapitoliamo la situazione» afferma Megan, sedendosi sullo sgabello dell'isola in cucina «Partite per cinque giorni con i signori Brown».

Mia madre annuisce sorridendo. «Siamo persone grandi, abbiamo bisogno di staccare qualche volta» dice poi «Sopratutto tuo padre».

Lui la guarda e le sorride. Mi rende felice vedere quanto amore ancora li unisca, dopo  tanti anni insieme. È un matrimonio felice, nonostante gli alti e i bassi. «Ma non preoccupatevi, li passerete con i figli di Billy» afferma mio padre sistemandosi la cravatta «Siete tre donne e nonostante la servitù, non ci sentiamo sicuri a lasciarvi da sole».

«Non ce ne è bisogno papà» esclamo immediatamente «Ti ricordo che ci hai mandato ad un corso per autodifesa».

«Sophie» mi guarda storto «Sai che farò come dico». Alzo gli occhi al cielo e mi accascio sulla sedia del tavolo. Il campanello suona spaventandomi, mentre mia madre esclama:«Sono loro». Incrocio le braccia e mi rifiuto di alzarmi. Non sono per niente d'accordo di questa scelta.

Nel frattempo sento esclamare da mia madre un:«Ma come siete belli» non facendomi capire a chi si stia riferendo, quindi per curiosità mi alzo e la raggiungo.

La signora Brown indossa un capello bianco, grande più della sua testa, degli occhiali da sole, un vestito lungo fino al ginocchio. Il
signor Brown una camicia e un jeans: mi fa strano non vederlo in giacca e cravatta.

Sorrido ad entrambi. «E così tornate giovani di qualche anno: liberi e spensierati» esclamo scherzando.

«Magari Sophie» mi risponde Elizabeth togliendosi gli occhiali da sole «Godetevi questi anni». Sospiro, questi discorso mi agitano. Gli anni passano per tutti, ma mi rifiuto di viverli con ansia: li voglio vivere e basta, senza pensare a quando ne avrò di più. Dopotutto il tempo passa e l'eterna giovinezza non la possiede nessuno.

«Volete entrare per un caffè?» domanda mia madre, mentre Marie tiene ancora la porta aperta.

«Isabel abbiamo la macchina che ci aspetta» le risponde Elizabeth sorridendo «Siete pronti?».

«Oh ma certo» risponde mia madre «William» chiama poi mi padre, il quale arriva con due valige in mano. Mia madre si piega sulla sedia accanto ad un comò, prende la sua borsa e dopo i vari saluti, escono di casa, lasciando me e le mie sorelle sole solette. Non facciamo in tempo nemmeno a girarci, che la porta suona di nuovo. Alzo gli occhi al cielo e senza aspettare l'arrivo di Marie, la spalanco.

Kylie mi guarda per poi sorridermi. Dietro di lui ci sono James, Allison e Thomas che mi fissano, ma io punto i miei occhi solo su quelli di Thomas. «Possiamo entrare?» domanda poi Kylie. Batto le palpebre più volte, per poi farmi da parte e lasciare il passaggio libero per i fantastici quattro.

Sospiro, immaginando lunghe giornate, che mi sembreranno infinite. «Potete posare le vostre borse nelle vostre camere» esclamo chiudendo la porta «Marie» chiamo la domestica facendole cenno di accompagnare i Brown.

Torno in cucina con le mie sorelle, le quali raggiungono gli ospiti, ed osservo lo chef di casa preparare il pranzo. Lo faccio, quando posso, da quando sono bambina. Poi per non risultare scortese agli occhi dei nostri ospiti, salgo di un piano, raggiungendo gli altri.

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora