capitolo quattordici.

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Batto più volte le palpebre, cercando di abituarmi alla luce della mia stanza. Mi guardo intorno cercando Balù, che trovo ai piedi del mio letto rannicchiato su se stesso, ancora nel mondo dei sogni.

Mi alzo delicatamente per non svegliarlo e mi dirigo al bagno, per lavarmi i denti. Sento bussare alla porta e fiondandomi su di essa, la apro, dietro la quale trovo con sorpresa la signora Brown.

«Buongiorno Elizabeth» saluto sorridendole.

«Buongiorno Sophie, ti ho svegliato?» chiede alzando le sopracciglia.

«Oh nono, prego si accomodi» le dico, facendole spazio, per farla entrare.

«Ancora con questo lei? Dammi del tu, per favore» esclama sorridendo.

Annuisco, sentendomi un po' in imbarazzo.

«Mi hanno detto ciò che è successo ieri sera alla cena» dice «Thomas questa notte non è tornato a casa».

Corrugo le sopracciglia, non capendo cosa stia cercando di dirmi.

«Tom ha sempre avuto problemi a gestire la rabbia, fin da bambino. Lo abbiamo portato in terapia appena abbiamo capito che sarebbe stato un problema per il suo futuro, ma nulla lo ha cambiato» si ferma guardandosi intorno «Ma con il tempo è migliorato, anni fa era molto peggio: non ci ascoltava, non seguiva nessuna regola, faceva e diceva tutto ciò che gli passava per la testa. È stato per questo che è andato,la prima volta a Londra: lo mandammo in un collegio».

Trattengo il respiro non aspettandomelo. «So quello che c'è o che sta nascendo tra di voi Sophie» dice sorridendo, poggiando una mano sulla mia ed io resto sorpresa dalla sua confessione «Una mamma certe cose le comprende e ieri ne è stata la pura e semplice conferma. Tutto ciò per dirti, che non lo fa con cattiveria, Thomas è fatto così, e provare a cambiarlo, non ti aiuterà. Però è buono, ha un cuore grande, basta saperlo cogliere».

Cala un minuto di silenzio in cui io assimilo tutto il suo discorso e in cui lei mi guarda, aspettando,forse, una mia risposta.

«Tutti possono cambiare o migliorare, dipende solo dalla forza di volontà» affermo «Thomas potrebbe diventare una persona migliore solo non prendendo a pugni ogni cristiano che sbaglia secondo il suo punto di vista, se solo lo volesse. Ma non lo vuole e allora si, hai ragione tu, provare a cambiarlo non mi aiuterà».

Elizabeth alza entrambe le sopracciglia, come se fosse rimasta sorpresa dalle mie parole. Per poi sorridere emettendo un leggero suono, simile ad una risata. «Non ti facevo così matura. Sono contenta che tu abbia conosciuto mio figlio, e penso che lo sia anche lui, e non poco» dice poi «Anzi, ne sono convinta».

Detto ciò la signora Brown, mi sorride, si alza e se ne va. Un buongiorno un po' strano direi, ma apprezzato.

Mi preparo al volo ed esco dalla stanza. La porta della camera di Thomas è aperta, confermando le parole di Elizabeth. Sospiro, pensando a quanto sia difficile capire questo ragazzo, dirigendomi poi verso le scale.

La colazione si trova sulla tavola, facendo svegliare il mio caro e dolce stomaco. Comunico il buongiorno e mi siedo al solito posto. Le azioni che svolgo successivamente sono quasi meccaniche: finisco di mangiare, salgo in camera, mi preparo ed esco per andare in azienda.

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora