Apro gli occhi e vengo travolta dal buio. Cerco di individuare oggetti famigliari e dopo vari secondi, capisco di essere nella mia stanza. Chiamo Balù non vendendolo nella sua cuccia. Mi alzo dal mio letto e continuando a chiamarlo, lo cerco per tutta la stanza, ma non ne trovo traccia. Decido di andarlo a cercare per tutta casa, ma nel piano superiore non c'è. Scendo le scale che portano al piano inferiore e arrivando agli ultimi gradini, noto delle macchioline di sangue su essi. Seguo le altre fino ad arrivare in cucina. Il cuore comincia a battermi più veloce e aumento il passo, ma avrei voluto non farlo. Balù è steso a terra sanguinante. Davanti al suo povero corpo, ormai privo di vita, ci sono Jennifer e Thomas, sporchi del suo sangue. Scoppio a piangere e mi fiondo su di lui, prendendolo tra le mani, mentre i singhiozzi mi scuotono il corpo.
«Cosa gli avete fatto? » urlo addosso ai due assassini, che mi guardano sorridendo malefici.
« Giocando con il fuoco cara Amy » dice Jennifer prendendo un coltello « Si finisce per rimanerne scottati» . Si butta su di me in un nano secondo, senza darmi il tempo di poter reagire. Alza il braccio con il quale tiene il coltello e prima che mi uccida, balzo in piedi, ritrovandomi di nuovo sul mio letto, ma questa volta il sole riempie la mia stanza di luce naturale e Balù è vicino a me. Respiro velocemente, spaventata. Accarezzo Balù, che si mette immediatamente su di me e lo coccolo fin quando me lo permette.
«Un incubo » sussurro ancora non credendoci.
« Sophie » urla mia madre entrando nella mia stanza «Ancora nel letto? Forza alzati, abbiamo visite ».
« Buongiorno anche a te mamma » dico sbadigliando « Chi viene? ».
«I signori Brown »esclama sistemando il mio comò. Non ho mai capito perché mia madre continui a chiamarli in un modo cosi formale, data la grande confidenza con entrambi. Gli adulti sono troppo strani. «Si trasferiscono nella casa accanto a noi ».
« Che cosa? » urlo spalancando gli occhi e la bocca, scioccata dalla notizia.
« Vengono qui a pranzo, mentre finiscono di traslocare le ultime cose» mi risponde mia madre, guardandomi « Vai a preparati, saranno qui a breve».
«Perché mai dovrebbero andarsene da quella casa enorme?» chiedo inarcando un sopracciglio, non capendo realmente il motivo del loro trasloco.
«Elizabeth aveva piacere ad avere qualche vicino» dice «E così parlando le avevo raccontato della casa accanto alla nostra, disabitata da anni» si ferma un instante alzando gli occhi al cielo, come se stesse pensando «E al dire il vero mi ha sempre inquietato» poi torna a guardarmi «Adesso invece ci abiteranno loro. Ti aspettiamo giù».
Mi butto di peso sul letto, portandomi le mani sul viso e stropicciando gli occhi. Dovrò subire Thomas ventiquattro ore su ventiquattro in questo modo. Si prospetta una giornata infernale, penso dentro di me.
Nonostante il mio umore non sia mille, decido di ascoltare le parole di mia madre, iniziando a prepararmi. Dopo essermi lavata, indosso un vestito rosso, corto fino a poco prima del ginocchio. Porto i capelli in alto, legandoli in una coda alta. Indosso la collana che mi ha regalato Simone e trucco leggermente i miei occhi, per poi mettere il rossetto rosso sulle labbra.
Il mio telefono si illumina e prendendolo in mano, leggo il messaggio di Char appena arrivato:"Buongiorno futura zia (adoro poterlo dire) che programmi hai per oggi?". Sorrido e le rispondo.
"Futura mamma, ho la famiglia Brown a pranzo. Si traferiscono alla casa accanto alla mia". Poso il cellulare sul comodino e risistemo il letto. Il telefono si illumina nuovamente, ma questa volta è una chiamata.
«Oh mio dio» esclama Char una volta accetta la chiamata «Avrai Thomas tutti i giorni a tua disposizione». Ripensandoci bene, presa dall'enfasi di diventare zia, non ho minimante pensato ad accennarle del piccolo incidente avvenuto sei mesi fa. Mi ucciderà per questo.

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MR.BROWN
Romance«(...)Osservo i suoi occhi, cascandoci letteralmente dentro. Mi rendono una bambina, non più in grado di agire e pensare con ragione.(...)» Thomas Brown è un vero e proprio play boy: consapevole del suo fascino, basta guardare negli occhi poco meno...