capitolo venti.

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Piena di buste, percorro l'androne di casa e subito dopo essere entrata, finalmente, poso le infinite cose acquistate. Balù mi viene incontro, cominciando a saltellare, così lo prendo tra le mie braccia.

«Signorina Sophie» mi chiama Marie dietro di me «Lo chef richiede la sua presenza». Corrugo le sopracciglia non capendo per quale ragione e lei vedendomi turbata, aggiunge:«Per la cena di questa sera signorina».

«Ah giusto» esclamo portandomi una mano sulla fronte. Questa sera ci verranno a far compagnia Char e Aaron. Li ho inviati a restare da noi per una notte. «Arrivo subito». Marie annuisce e si congeda.

Vado alla ricerca degli altri, dirigendomi in salone, trovando Kyle e Megan giocare a scacchi. Appena notano la mia presenza mi sorridono.

«Bentornata principessa» esclama Kyle, mentre mia sorella muove una pedina. Gli sorrido e mi avvicino a loro.

«Chi perde?» domando accarezzando il morbido pelo di Balù, ancora in braccio a me, notando in Megan l'elevata quantità di pedine rispetto a Kyle.

«Ovviamente lei» risponde ironico quest'ultimo. Sorrido ancora una volta scuotendo la testa. «Gli altri?».

«James è al lavoro, torna per le otto. Thomas è fuori nel giardino posteriore a fumare» mi risponde Kyle.

«Brittany si sta facendo un bagno» dice Megan prima che io possa aprire bocca. Annuisco e mi dirigo fuori dalla sala, per raggiungere lo chef, il quale mi fa assaggiare due piatti, per poi farmene scegliere uno.

Torno al piano superiore, per recuperare il mio shopping, volendo dirigermi nella mia stanza a sistemarmi. Metto a terra Balù e prendo le buste in mano. Salendo le scale mi scontro con Thomas, facendomi perdere l'equilibrio. Fortunatamente ha i riflessi pronti: mi prende per le mani e mi tira leggermente a se, facendomi riposizionare in posizione eretta. In questo modo i nostri corpi si toccano.

«Scusa, non ti avevo visto» sussurra tenendo le mie mani ancora nelle sue. Per poterlo guardare negli occhi devo alzare la testa, visto e considerato che arrivo all'altezza del suo petto.
«Tranquillo» mormoro. Rimaniamo così per non so quanti secondi. Il ciuffo gli ricade sugli occhi, coprendo in parte la meraviglia dei suoi occhi.

«Possiamo parlare?» mormora sempre a pochi centimetri da me. Annuisco e lui toglie le mani dalle mie, e insieme ci dirigiamo nella mia camera.

Una volta arrivati poso le buste per terra, vicino al puff, tolgo le scarpe posizionandole vicino alla porta e mi siedo sul letto, incrociando le gambe, aspettando che lui inizi a parlare. Thomas resta in piedi, a distanza da me.

«Mi dispiace per ieri» dice «Ma ormai lo sai, quando sono arrabbiato, non riesco a gestirmi».

«Lo so» sussurro incrociando anche le mani «Ormai ti conosco».

«Già» mormora guardando a terra. Poi torna a guardarmi, sorridendo. Inclino la testa verso destra. «Ieri mi sono ubriacato ad un pub».

«So anche questo» commento alzando un sopracciglio.

«Il barista era una ragazza» continua a parlare evitandomi «Volevo portarmela a letto» faccio una smorfia di disgusto, immaginandomi la scena «Ne avevo bisogno, volevo dimenticare il mio discorso e volevo scordarmi almeno per qualche istante la tua esistenza» dice guardandomi dritto negli occhi. Sollevo entrambe le sopracciglia, combattuta tra il sentirmi offesa o onorata per l'importanza data.

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora