«Sophie!» esclama mia madre fulminandomi con lo sguardo «Ti odio».
Scoppio a ridere, prendendo le fish, tirandole verso di me. È la seconda volta che giochiamo a poker e la seconda volta che vinco, facendo rosicare mia madre.
«È la classica situazione in cui l'allievo supera il maestro» rispondo, arricciando il naso, ricordandole che è stata lei ad insegnarmi a giocare.
«Non ti ho insegnato alcuni trucchi» dice mentre prende le carte in mano «A quelli non puoi scampare».
«Mi stai sfidando, mamma?» domando , chiudendo in due fessure gli occhi.
«Assolutamente si, figlia!» risponde lei sorridendo, facendomi poi la linguaccia.
Questa mattina, essendo domenica, è iniziata nei miglior dei modi. Non lavorando, mi sono svegliata tardi e con tutta la calma del mondo. Siamo tutti a casa, compreso mio padre, seduto sulla poltrona davanti al camino a leggere il quotidiano.
«Tua madre ti batterebbe in un batter d'occhio» sento esclamare proprio da quest'ultimo che ci rivolge un occhiata furtiva «Non te ne renderesti nemmeno conto».
«Tuo parte ne sa qualcosa» afferma mia madre, puntando lo sguardo su di lui, ridendo.
«L'ultima volta ti è andata solo di lusso» risponde lui, sfogliando una pagina di giornale.
«Vieni qui allora» dice mia madre sorridendo «Dimostramelo». Mio padre non se lo fa ripetere due volte: piega il quotidiano, lo appoggia sul tavolino davanti alla poltrona e si alza.
«Io...Porterò fuori Balù» esclamo alzandomi, lasciando il posto a mio padre, che fissa mia madre con lo sguardo di chi sa che si divertirà a sfidarla.
Mi avvicino al mobile contenente il guinzaglio di Balù, che mi segue e dopo averglielo messo, esco di casa.
Esco dal cancello e mi avvio verso il vicolo in cui le uniche case presenti sono la mia e quella dei Brown. La probabilità di incontrare Thomas sono elevate, ma questa volta non scapperò. Sono a conoscenza del fatto che oggi sarebbe dovuto partire, tuttavia non l'ho ne visto e ne tanto meno sentito.
Osservo Balù alzare le orecchie e posizionarsi sull'attenti. È davvero buffo.
«Sophie» sento esclamare alle mie spalle. Girandomi noto Thomas, scendere da i posti posteriori dell'auto di famiglia, correndo verso di me. Parli del diavolo...
Balù comincia ad abbaiare contro di lui, ma una volta riconosciuto, scodinzola felice di vederlo, a differenza mia. Thomas si piega ad accarezzarlo e poi si rialza, palesandosi a pochi centimetri da me.
«Vado di corsa ma..» dice mentre cerca qualcosa nella sua giacca e una volta trovato, me lo porge. Un bigliettino da visita di un albergo. Alzo un sopracciglio e lo guardo, senza proferire parola. «...Prendilo, per favore. È l'hotel dove alloggio a Londra. Mi trovi lì, se avessi bisogno di me o se...Semplicemente avessi voglia di vedermi».
Sospiro rumorosamente e notandolo guardare l'orologio al suo polso, decido di prenderlo per far sì che ne se ne vada al più presto.
Lo osservo sorridere al mio gesto e poi mordersi le labbra. «Grazie» sussurra, poi si avvicina, porta una sua mano sul mio collo e avvicinandomi a lui, mi lascia un bacio sulla fronte. «Ci vediamo...Speriamo presto» dice, poi torna correndo verso l'auto.
«Brown» urlo, mentre lui si gira, continuando a correre all'indietro. Alzo il dito medio e lo osservo ridere da lontano.
Fanculo di nuovo Thomas Brown, mi hai fottuto senza che me ne accorgessi. Osservo Balù e scuoto la testa. «La mamma è molto delusa» sussurro chinandomi alla sua altezza «Dovevi morderlo, no essere felice nel vederlo» gli accarezzo la testa «Scherzo, tu sei troppo buono». Mi rialzo e continuo la mia passeggiata, vedendo la macchina di Thomas uscire dal viale.
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MR.BROWN
Roman d'amour«(...)Osservo i suoi occhi, cascandoci letteralmente dentro. Mi rendono una bambina, non più in grado di agire e pensare con ragione.(...)» Thomas Brown è un vero e proprio play boy: consapevole del suo fascino, basta guardare negli occhi poco meno...