capitolo otto.

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Finisco di lavorare davvero presto, per questo motivo decido di uscire con Charlotte.

La sua macchina è ferma nel parcheggio dell'azienda. Mi dirigo spedita verso di lei. Busso sul finestrino, facendola sobbalzare ed io scoppio a ridere.

«Quanti anni di vita hai perso?» chiedo entrando, sedendomi sul lato del passeggero.

«Troppi» esclama lei, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.

«Aaron?» chiedo, mentre lei inserisce la prima e parte.

«Al lavoro» borbotta sbuffando «Se fosse per me non ce lo manderei più».

Tali parole non uscirebbero dalla bocca di Charlotte, se non per una motivazione più che valida, che io non conosco. «È successo qualcosa?».

«Nulla di importante, ma invadente» risponde lei, prendendo una liquirizia da sopra il cruscotto della macchina «Una ragazza ci prova costantemente con lui, nonostante i suoi rifiuti. Sono arrivata anche a pensare che ci fosse andato a letto».

«Charlotte, Aaron ha occhi solo per te e lo sai benissimo anche tu» esclamo, scuotendo la testa. È vero ciò che affermo: forse lei non se ne rende conto di quanto sia fortunata, è un rapporto raro il loro, si amano molto e sanno che lo faranno per tutta la vita. Ma tutti dubitiamo dei rapporti che abbiamo, sopratutto quando si presenta un problema che non possiamo o sappiamo gestire. Per questo sono importanti occhi esterni, bocche esterne, che non sono influenzate da sentimenti, per indirizzare nella giusta via.

Quando dico che Aaron ha occhi solo per lei, è perché è così. Ne possono passare anche cento di ragazze, lui punterà sempre lo sguardo su Charlotte. Sempre.

«Lo so» afferma, tenendo con due mani il
volante «Ma capisci bene che è una cosa che mi manda in tilt. Insomma se sai che è fidanzato, perché insistere?».

Bella domanda Charlotte, bella domanda.

«Lui non le darà mai corda e lo sai» cerco di tranquillizzarla «E poi non è da te temere una ragazza, di solito avviene il contrario».

Lei scoppia a ridere, annuendo. «Hai ragione. Allora direi che sia proprio il caso di fare un salto da Aaron».

«Adesso?» chiedo con voce titubante.

«Adesso» risponde lei, poi mi lancia un occhiata veloce, per poi tornare a guardare la
carreggiata «È un problema?».

«Assolutamente no» esclamo «Vorrei prepararmi dei popcorn, questo sì».

Lei scoppia a ridere, inserendo la quarta marcia, per andare più veloce.

«Con quel tipo? Il migliore amico di Aaron, com'è che si chiama?» domanda poi Charlotte.

«Thomas» rispondo, guardandomi le unghie.

«Brava! Con Thomas come va?» chiede, mentre svolta a destra.

«Mh» mi mordo il labbro inferiore «Mi ha invitato questa sera nella sua stanza».

«Cosa?» urla com voce stridula «E tu andrai?Dimmi di sì».

Le rivolgo un occhiataccia. «Non lo so».

«Non ti farebbe male una sana scop-» inizia ma viene bloccata dalle mie parole:«Charlotte! Smettila».

MR.BROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora