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L'AGGUATO


Io e Harry salimmo di corsa in camera e ci avvicinammo alla finestra appena in tempo per vedere l'auto dei Dursley che usciva dal vialetto e si avviava lungo la strada

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Io e Harry salimmo di corsa in camera e ci avvicinammo alla finestra appena in tempo per vedere l'auto dei Dursley che usciva dal vialetto e si avviava lungo la strada. La tuba di Dedalus spuntava sul sedile posteriore tra zia Petunia e Dudley. L'auto curvò a destra in fondo a Privet Drive, i finestrini accesi per un attimo dal rosso del tramonto, poi sparì.

Lentamente portammo giù tutte le nostre cose, più le Firebolt e e le gabbie dei nostri gufi, posandole ai piedi delle scale. La luce stava ormai rapidamente calando, l'atrio era denso di ombre nel crepuscolo.

«E' strano, non è vero?» dissi, sedendomi sulle scale «Sapere che non torneremo più»

«E' vero» sospirò Harry. Lanciò un'occhiata ad Edvige, ancora profondamente offesa con lui. «Non vuoi dare un'ultima occhiata?» le chiese «Non ci torneremo più, qui. Non vuoi ricordare i bei tempi? Insomma, guarda il tappetino. Quanti ricordi... Dudley ci ha vomitato sopra dopo che l'avevamo salvato dai Dissennatori... alla fine ci è stato grato, incredibile, no?... e l'estate scorsa Silente è entrato proprio da quella porta...». Edvige tenne ostinatamente la testa sotto l'ala. Harry voltò le spalle all'ingresso. «E qui, Edvige...» aprì una porta sotto le scale «è dove dormivamo io e Lys! Non mi conoscevi allora... accidenti, mi ero dimenticato che era così stretto...»

Si udì un improvviso, assordante ruggito. Balzai in piedi ed estrassi la bacchetta, correndo in cucina. Guardai fuori dalla finestra nel giardino sul retro. Harry mi affiancò, reggendosi la testa.

L'oscurità s'increspò, l'aria stessa vibrò. Poi, a una a una, comparvero dal nulla diverse figure, mentre i loro Incantesimi di Disillusione svanivano.

A dominare la scena era Hagrid, con casco e occhialoni, in sella a una moto enorme con un sidecar nero. Attorno a lui, altri smontavano dai manici di scopa e, in due casi, da scheletrici cavalli con le ali nere -i Thestral. Corremmo verso la porta sul retro e ci precipitammo fra loro.

Si levò un coro di saluti: Hermione gettò le braccia al collo di entrambi, Ron batté a Harry una mano sulla schiena prima di abbracciare me e Hagrid tuonò: «Tutto a posto, ragazzi? Pronti per andare?».

«Prontissimi» rispose Harry, sorridendo a tutti «ma non mi aspettavo che foste così tanti!»

«Cambio di programma» ringhiò Malocchio, che reggeva due enormi sacchi gonfi. Il suo occhio magico roteava, spostandosi dal cielo buio alla casa e al giardino con una rapidità da stordire. «Andiamo dentro, poi vi spieghiamo»

Li guidammo tutti in cucina dove, tra risa e chiacchiere, si sedettero, si appollaiarono sui lustri banconi di zia Petunia o si appoggiarono ai suoi immacolati elettrodomestici: Ron (più alto e allampanato che mai), Hermione (i capelli cespugliosi legati in una lunga treccia), Fred e George (con due luminosi e furbi sorrisi identici, che mi riservarono immediatamente i soliti abbracci da orso), Bill (capelli lunghi e brutte cicatrici), il signor Weasley (gentile, con la calvizie incipiente e gli occhiali un po' storti), Malocchio (sciupato, zoppo, l'occhio magico azzurro vivo che roteava nell'orbita), Tonks (i capelli corti del suo rosa preferito), Lupin (più grigio e più segnato), Kingsley (calvo, nero, le spalle larghe), Hagrid (capelli e barba incolti, tutto gobbo per non picchiare la testa sul soffitto) e Mundungus Fletcher (piccolo, sudicio e depresso e con i capelli impastati). «Kingsley, credevo che stessi sorvegliando il Primo Ministro Babbano» gridò Harry attraverso la stanza.

[2] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙈𝙞𝙣𝙙 » Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora