Capitolo 10

48 3 0
                                    

"Ci è quasi costato la vita, lo sai questo?"

Sapeva fin dal principio che era stata una pessima idea unirsi all'Unione dei Villains, lo aveva fatto solo per accontentare Dabi e per dare una marcia in più alla sua sete di vendetta. Però ora, dopo l'incidente alla USJ, non era più sicura che quella fosse la strada giusta da percorrere.

Non poteva dare la colpa a All Might o agli altri Pro Hero per non aver salvato sua madre, li aveva visti con i suoi occhi battersi per loro senza pensare alla propria salvezza. Eraserhead era quasi morto.

"Non ti basta che ti abbia permesso di colpire All Might?" disse, ostentando una sicurezza che al momento non aveva. "Se non fosse stato per me quella battaglia non ci sarebbe stata e voi non sareste neanche riusciti a mettere piede nella struttura. Se poi vi siete fatti sconfiggere dagli Hero non puoi dare la colpa a me"

Tomura la sovrastò con tutto il proprio corpo; (Nome) era seduta sul divano, mentre lui era chino in avanti con un ginocchio fra le sue gambe e l'altro vicino al fianco, la mano stretta intorno al collo non si era mossa di un millimetro.

"Hai osato sfidare il mio Nomu" esclamò, tremando di rabbia, e ricordando come lei si era frapposta tra la sua creatura e il ragazzo dai capelli rossi senza pensarci due volte.

"Credevo che fosse già chiarito: io non sono la tua fedele cagnolina. Siamo soci, e in quanto tali, io aiuto te e tu aiuti me". Lo afferrò per la maglia tirandoselo ancora più vicino, sapeva che mostrarsi spaventati gli avrebbe dato ancora più potere su di lei.
"Non eseguo i tuoi ordini"

Una risata senza emozioni rimbombò nella cassa toracica del ragazzo, sotto la mano di (Nome) posata sul suo petto.

"Di certo il coraggio non ti manca, saresti davvero la Villain perfetta"
Passò la mano che la teneva in trappola dal collo fino alla nuca, mentre con l'altra le afferrò il viso.
"Peccato che sei troppo imprevedibile, non sei facile da tenere a bada"

Il respiro caldo di Tomura le accarezzò il viso. "Ma è proprio per questo che non riesco a sbarazzarmi di te. In un certo senso mi ricordi com'ero da adolescente; certo, sei più attraente e hai un quirk che non ti allontana da chiunque ti circondi, ma in fondo siamo uguali: entrambi senza padroni"

Le passò la lingua sulle labbra, chiuse gli occhi estasiato come se stesse assaporando il suo dolce preferito. Con i denti le afferrò il labbro inferiore, (Nome) cercò di spostarsi ma la gabbia in cui il ragazzo l'aveva intrappolata era senza uscita. Sentì qualcosa di caldo scivolare lungo il mento e poi lungo il collo, Tomura l'aveva appena ferita con un morso.

Si staccò da lei con uno sguardo folle che le bruciò su tutto il corpo. "Prendilo come un avvertimento"
Passò un dito sulla scia di sangue che le aveva tinto la pelle chiara per poi leccarselo avidamente. "Tu mi appartieni. Oramai è troppo tardi per tornare indietro, faresti meglio a scordarti dei tuoi amichetti Hero"

Strinse ancora più forte la presa sulla sua gola usando anche l'altra mano, (Nome) cominciò a boccheggiare ma nonostante tutto non smise di guardarlo negli occhi. Restarono così fino a quando il suo viso non cominciò a cambiare colore e la sua coscienza a scivolare via.

A quel punto, poco prima che lei chiudesse gli occhi, la lasciò andare scaraventandola sul pavimento.

"Sei stato fantastico capo. O forse dovevi essere più gentile" esclamò Twice, con una delle frasi contraddittorie tipiche della sue doppia personalità.

Tomura abbandonò con gli altri Villains al suo seguito la casa della ragazza, aveva ancora in bocca il sapore delle sue labbra.
Invece lei rimase là, stesa a terra, senza la forza di muoversi; quell'incontro l'aveva prosciugata di tutta la felicità provata fino a quel momento.

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora