Capitolo 30

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C'erano persone convinte che la cucina fosse come l'arte.

In effetti, quando si mescolano ingredienti inaspettati, quando si cerca il miglior modo di disporre il cibo sul piatto, oppure quando si riesce a sminuzzare il cibo in pezzi perfettamente uguali, sembra quasi di vedere un pittore all'opera.

Si percepisce persino un pizzico di magia nella capacità delle persone di muoversi tra i fornelli, di girare una fetta di carne con le mani senza scottarsi, oppure di creare quei giochi di forme e sapori che sembrano completarsi a vicenda.

In linea con tutto ciò, quando (Nome) cucinava sembrava un bambino piccolo alle prese con gli acquerelli.

"Devi tagliarle uguali le fette!"
Katsuki le strappò il coltello di mano, guardandola truce. "Mi stai soltanto rallentando, vampira" ringhiò, per poi continuare ad affettare le carote al posto suo.

Lui sembrava trovarsi nel suo ambiente naturale, usava il coltello con disinvoltura e riuscì a tagliare perfettamente tutti gli ortaggi nella metà del tempo che ci avrebbe inpiegato (Nome).

"Perché mi hai chiesto di aiutarti, se sai che sono negata in cucina!" brontolò con le braccia incrociate al petto. "Non pensavo fossi così bravo in questo genere di cose" aggiunse poi, con il sottofondo del coltello che colpiva ritmicamente il tagliere.

"Io sono bravo in ogni genere di cosa" si vantò lui, afferrando al contempo una cipolla da aggiungere nel curry. La t-shirt nera gli metteva in risalto le braccia definite, (Nome) arrossì dopo averlo notato.

"Invece di sbavarmi addosso, perché non ci riprovi?" Le porse di nuovo il coltello con un sorrisetto malizioso stampato sul viso, lei si maledisse per averlo fissato in quel modo.

Si posizionò di fronte al piano da lavoro e cominciò a tagliare la cipolla in due metà uguali, poi la girò in orizzontale per fare dei pezzi più piccoli.

"Stai sbagliando tutto!" la fermò il biondo, esasperato dal fatto che (Nome) potesse sbagliare una cosa tanto semplice. Le andò alle spalle e guidò le sue mani in modo tale da farle capire il verso giusto, ad ogni suo movimento lei riusciva a percepire i muscoli sodi del ragazzo tendersi sulla propria schiena.

Katsuki non sembrò rendersi conto della situazione imbarazzante in cui si trovavano, almeno fino a che non le rivolse la parola. "Hai capito ora?"
Non ottenendo risposta, si sporse in avanti per guardarla in faccia. "(Nome)?" Le scostò i capelli dal viso. "Perché sei tutta rossa?"

Strinse la presa sul manico del coltello. "F-fa caldo vicino ai fornelli"

Lo sentì ridere contro di sé, la gabbia toracica scossa da lievi vibrazioni.
"Non dirmi che sei in imbarazzo" la prese in giro, cingendole la vita con le braccia, cosa che la fece arrossire ancora di più. Lasciò cadere il coltello e si girò nella sua direzione per spingerlo all'indietro.

In tutto quello, però, non prese in considerazione la loro vicinanza; i loro visi erano talmente vicini da potersi specchiare l'uno negli occhi dell'altro, aveva le mani premute sui pettorali di Katsuki e il petto fasciato dalla semplice canotta nera usata per l'allenamento schiacciato contro di lui. Giurò di riuscire a sentire persino il battito del suo cuore.

Se prima aveva caldo, ora sentiva di poter andare a fuoco. Quando si trovava così vicina al suo corpo era come se ogni parte di lei bruciasse, forse perché non era abituata ad avere quel genere di contatti con lui o forse perché, dopo la sua confessione, non riusciva più a guardarlo nello stesso modo.

Con Shoto era diverso, quasi normale, scambiarsi quei gesti d'affetto, mentre con Katsuki tutto sembrava più intenso, come se soltanto sfiorandola riuscisse ad accenderla come un fuoco d'artificio. Trattenne il fiato quando lui si chinò in avanti, le punte dei loro nasi si sfiorarono.

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora