Capitolo 22

23 3 0
                                    

Attacchi continui, treni che si scontrano, la natura che si ribella. Chissà quante persone si sono addormentate pensando 'domani lo faccio, domani lo chiamo, domani ci vediamo, domani...'

Ma oggi ci sei, domani non più. Eppure ogni giorno le persone perdono tempo senza capire che potrebbe essere l'ultima volta.
Per vedersi.
Per abbracciarsi.
Per dire 'ti amo, mi manchi, non te ne andare, ho bisogno di te'.

Mentre ci si accorge che al mondo non siamo niente.

Era già la seconda volta che (Nome) rischiava di morire, la seconda che aveva desiderato con tutta sé stessa di poter vivere un altro giorno. Si era aggrappata con tutte le proprie forze a quella luce che brillava dentro di lei, proteggendola fino alla fine.

Era da due anni che non provava più quella sensazione, quella paura di non risvegliarsi. Da due anni che viveva alla giornata, senza preoccuparsi delle conseguenze o di quello che poteva accaderle.

Ora era diverso.

Voleva continuare a vivere, a riempirsi i polmoni di quella felicità che era riuscita a raggiungere, ad assaporare ancora una volta cosa significava amare ed essere amati.

Dalla finestra aperta un vento caldo le accarezzava il viso, portando con sé i profumi dell'estate e i suoni della città. Guardando il tramonto si rese conto che desiderava vederne altri cento, mille come quello. Non avrebbe più sprecato neanche un secondo della propria vita, lo prometteva.

Aveva passato il resto della mattinata in compagnia di Izuku, Shoto e Iida tra chiacchiere e risate, per delle ore aveva persino dimenticato di trovarsi in ospedale. Però, dopo aver consumato il pranzo insipido che le avevano portato, di nuovo sola nella sua stanza la malinconia era tornata a farsi sentire.

Ancora si chiedeva se sarebbe mai riuscita a uscire da quella scomoda situazione.

"Se riuscirai a smascherare l'Unione dei Villains, non potranno non perdonarti", era quello che Todoroki le aveva detto dopo che gli aveva confessato il motivo per cui si era iscritta alla Yuei.

Sospirò poggiando la fronte contro le braccia incrociate sul davanzale, arricciò il naso quando un bruciore improvviso le attraversò il braccio, un gemito di dolore le scappò dalle labbra. Aveva sempre odiato essere ferita, lei non era una persona paziente e finiva sempre per rallentare la guarigione in quanto i tagli si riaprivano a causa della sua poca attenzione.

"L'hai usato alla fine"

Si iggidì per lo spavento, Shoto le si avvicinò a passi lenti fino a posare le mani sulla finestra, ingabbiandola con il proprio corpo.

"Mi è venuto spontaneo, in quel momento volevo solamente raggiungere Izuku"

Se avesse voluto attivare la sua unicità in quel momento non era neanche certa di riuscirci.
Prima o poi però avrebbe dovuto imparare a controllarla.

"L'ho fatto anche io, sai? Ho usato il fuoco per combattere contro Stain"

Finalmente (Nome) si girò nella sua direzione, il bicolore aveva lo sguardo perso nell'orizzonte alle sue spalle.
"Dal Festival ho pensato molto al mio quirk. E alla fine ho capito ciò che tu e Midoriya avete sempre cercato di dirmi: devo pensare all'Eroe che voglio diventare, indipendentemente da mio padre. Venire alla sua agenzia per lo stage mi ha finalmente aperto gli occhi"

Scese con gli occhi fino al viso della ragazza. "Dovresti farlo anche tu. Non puoi continuare a sopprimere la tua unicità come hai fatto durante tutte le lezioni pratiche dopo il Festival"

Fece una smorfia prima di rispondere. "Ci ho provato, devi credermi. Ma non è così facile. Ogni volta che uso il mio quirk mi torna in mente il fatto che esso stesso è stato la causa della morte di mia madre, mi sembra di affondare una lama nel suo ricordo"

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora