Prologo

82 4 0
                                    

"𝓞𝓰𝓷𝓾𝓷𝓸 𝓱𝓪 𝓲𝓵 𝓹𝓻𝓸𝓹𝓻𝓲𝓸 𝓹𝓪𝓼𝓼𝓪𝓽𝓸
𝓬𝓱𝓲𝓾𝓼𝓸 𝓭𝓮𝓷𝓽𝓻𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓮' 𝓬𝓸𝓶𝓮
𝓵𝓮 𝓹𝓪𝓰𝓲𝓷𝓮 𝓭𝓲 𝓾𝓷 𝓵𝓲𝓫𝓻𝓸 𝓲𝓶𝓹𝓪𝓻𝓪𝓽𝓸
𝓪 𝓶𝓮𝓶𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓮 𝓭𝓲 𝓬𝓾𝓲 𝓰𝓵𝓲 𝓪𝓶𝓲𝓬𝓲
𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓼𝓸𝓵𝓸 𝓵𝓮𝓰𝓰𝓮𝓻𝓮 𝓲𝓵 𝓽𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸"
-𝓥𝓲𝓻𝓰𝓲𝓷𝓲𝓪 𝓦𝓸𝓸𝓵𝓯

Due anni prima.

"Mamma?"

(Nome) si svegliò di soprassalto, aveva sentito un rumore provenire dal piano inferiore, dalla cucina forse.
Si stropicciò gli occhi assonnati, mentre un brivido le attraversava la schiena a causa del contatto tra i suoi piccoli piedi nudi e il pavimento freddo.

Sapeva che avrebbe dovuto rimanere nel letto, ma la sua curiosità era più forte, aveva la certezza che stesse accadendo qualcosa e aveva il dovere di controllare.

Abbassò la maniglia della porta e contemporaneamente attivò uno dei suoi Quirk per scendere le scale nel più totale silenzio; le ombre che tappezzavano i muri della casa erano più spaventose del solito quella notte, forse un cattivo presagio che le diceva di tornare indietro.

(Nome) si bloccò poco prima di scendere l'ultimo gradino, nel momento in cui sentì una voce profonda parlare dalla direzione in cui si trovava la sala da pranzo.
Si sporse leggermente per vedere cosa stesse succedendo, e, non appena mise a fuoco la scena che le si presentò di fronte, dovette trattenere un urlo di paura.

C'era un uomo sconosciuto in casa loro.

Poteva vederne solo la schiena, coperta da una giacca nera con il cappuccio tirato fin sopra il volto; la figura teneva sua madre per la gola, impedendole qualsiasi movimento.
Non sapeva chi fosse né cosa volesse, ma di certo non era un vicino di casa in cerca dello zucchero.

Guardandosi intorno, (Nome) si accorse del caos che regnava in cucina: tre sgabelli erano rotolati fin nel soggiorno, svariati piatti rotti - prima posizionati in perfetto ordine accanto al lavello - tappezzavano il pavimento e alcuni dei vasi contenenti i bellissimi fiori appesi alle pareti erano caduti, ed ora terra e petali erano sparsi in ogni dove.

Riuscì ad ascoltare parte della conversazione.
"Dov'è?" chiese l'uomo incappucciato, riferendosi a qualcosa che (Nome) non capì.

"Non te lo dirò mai, bastardo"

L'uomo la colpì con uno schiaffo in pieno viso, la donna tossì sputando un grumo di sangue, per poi ritornare a guardarlo con uno sguardo di sfida.
"Io non capisco come abbiano fatto ad affidare una cosa tanto preziosa ad una senza quirk come te" commentò.

(Nome) rimase immobile a fissare tutta la scena, avrebbe voluto intervenire, ma la paura la teneva bloccata al suo posto. Sua madre, colei che l'aveva sempre protetta, che considerava imbattibile, era come una bambola indifesa tra le mani di quell'uomo.
Mentre a lei sarebbe bastato un attimo per tramortirlo, sua madre non aveva armi con cui difendersi.

"Almeno tuo marito, pur possedendo un quirk inutile come silencer, si è dedicato a costruire strumenti di supporto per gli heroes professionisti. Ma tu, inutile umana... il mondo sarebbe lo stesso anche se scomparissi all'improvviso"

L'uomo proruppe in una sonora risata, come se avesse appena fatto la battuta più divertente dell'ultimo secolo. "Quindi hai due possibilità: o vuoti il sacco o diventerai cibo per i vermi del tuo giardino"

(Nome) sapeva che sua madre non si sarebbe mai arresa; se quello che stava cercando l'uomo era veramente così importante, allora lei lo avrebbe protetto a costo della vita.

La donna continuò a fissarlo in silenzio con i suoi occhi di rubino, che risplendevano ancor di più in contrasto con la chioma scura.
Non aveva intenzione di cedere.

"Bene" disse l'uomo "io ero disposto a darti una possibilità."

Lei aspettò il suo destino con coraggio, tanto sapeva che, anche se avesse deciso di confessare tutto, lui, una volta ottenuta l'informazione che voleva, l'avrebbe uccisa comunque.
Almeno così avrebbe protetto per l'ultima volta la vita di sua figlia.

Dal buio del suo angolo, (Nome) scorse qualcosa di luccicante spuntare dalle grandi nocche dell'uomo - una serie di affilate lame di metallo - e, non appena si rese conto di quello che stava per accadere, serrò gli occhi e si premette le mani sulle orecchie. Sembrava una bambina spaventata dai tuoni durante un temporale.

Fu un colpo secco, il sangue cominciò a sgorgare dalla ferita prima lentamente e poi sempre più abbondantemente. Macchiò la camicia da notte preferita di sua madre, il lucido tavolo di vetro e il pavimento di legno.
L'uomo la lasciò accasciarsi sul pavimento e, dopo averle scoccato un ultimo sguardo di pietà, lasciò l'abitazione così com'era entrato: nella più totale calma.

(Nome) non si mosse per quelle che sembrarono ore, solo quando le gambe iniziarono a farle male per la scomoda posizione si decise a uscire dal suo nascondiglio.
Per un attimo sperò che tutto quello fosse solo un brutto sogno, ma una volta entrata in cucina la consapevolezza di ciò che era avvenuto sotto i suoi stessi occhi le si abbatté addosso come un muro di cemento.

"Mamma!" urlò correndo verso il corpo abbandonato della donna.
Anche con la gola tagliata e i capelli in disordine, Mitsuko era bella come un angelo. Con le ultime forze che le rimanevano alzò un braccio per accarezzare il viso della figlia.

"(Nome), figlia mia... promettimi che qualunque cosa accadrà tu non perderai mai la tua luce. Difendi sempre le persone più deboli e non permettere a nessuno di sminuire il tuo valore. Io ci sarò per sempre, anche se non mi vedrai, albergherò nel tuo cuore e ti starò accanto. Ti amo con tutta la mia anima, perché è l'unica parte di me che non morirà mai"

Mitsuko morì con il sorriso sulle labbra, felice di aver potuto vedere per l'ultima volta il dolce viso dell'unica persona che amava più di sé stessa.

(Nome) strinse a sé il corpo della madre cullandolo dolcemente e cominciò a singhiozzare.
"Te lo prometto, mamma" sussurrò tra le lacrime.
E rimase così, abbracciata al suo corpo, fino a che il ragazzo che era solito consegnare la posta nella loro casa non si accorse di ciò che era accaduto.

I giorni seguenti passarono confusi, l'unica cosa certa erano quei tre interrogativi che continuavano a vorticare nella mente di (Nome).
Perché aveva dovuto abbandonarla anche lei? Perché suo padre non era mai a casa?

Ma soprattutto... perché nessun hero era venuto a salvarla?

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora