'Darei il possibile pur di poter appoggiare un'ultima volta il mio viso sul tuo soffice e delicato maglione.
E sentire il tuo dolce profumo, oramai svanito, insieme ai tuoi incredibili sogni e alle tue povere speranze. Suoni e immagini a cui non ho mai fatto caso, e che ora si dimostrano incredibilmente necessarie.
Quanto mi manchi, eppure sei irraggiungibile. Vivi unicamente nel mio cuore.'(Nome) posò la cornice che circondava una foto di sua madre, quella scattata il giorno del diploma alla Yuei; dopo aver scoperto del passato di Mitsuko, aveva fatto un giro in soffitta per fare delle ricerche e - tra la polvere e vecchi scatoloni - aveva trovato delle fotografie scattate quando lei aveva circa la sua età.
Una di queste l'aveva colpita particolarmente: sua madre, bellissima nel suo vestito azzurro pastello, stringeva tra le mani la carta del suo diploma. Aveva un ampio sorriso e, al suo fianco, tenuto a forza da un braccio, risaltava la figura burbera del professor Aizawa.
Non era cambiato poi molto in tutti quegli anni, i capelli erano leggermente più corti, ma tutto sommato lo sguardo annoiato e gli occhi scuri come il carbone erano rimasti gli stessi. Il sensei aveva ragione a dire che (Nome) assomigliasse moltissimo a sua madre, se qualcuno avesse visto quella foto di sfuggita di certo le avrebbe confuse - apparte per il colore dei capelli, che era diametralmente opposto.
Sbuffò, notando il lavello della cucina ancora pieno di piatti sporchi, era dal pranzo del giorno precedente che si ripeteva che dovevano essere lavati, però ogni scusa era buona per rimandare. Si avvicinò con studiata lentezza, come se quelli potessero saltarle addosso da un momento all'altro.
Cominciò a caricare la lavastoviglie, quando si accorse con orrore che non ci sarebbero mai stati tutti e che le sarebbe toccato lavarne una buona metà a mano.
Aprì l'acqua calda, facendola scorrere sulle dita, ben presto l'odore acre del detersivo al limone le pizzicò le narici.Mentre lavorava meccanicamente la sue mente ritornò alla confessione fatta a Shoto, erano passati un paio di giorni da allora e la festa organizzata nel weekend prima dello stage si stava avvicinando. Lui le aveva chiesto di non pensarci per il momento, avrebbero trovato una soluzione dopo l'apprendistato.
Ogni volta che tornava da scuola, la prima cosa che faceva era liberarsi da quella scomoda uniforme munita di gonna e di quel pezzo di stoffa rossa che era la cravatta. Col passare del tempo aveva finito per odiare di più la seconda, in quanto ogni volta che girava la testa aveva la sensazione che questa la strangolasse. Alla fine si era decisa a portarla allentata di qualche centimetro, in modo tale da poter sbottonare il primo bottone della camicia.
Quel giorno, particolarmente caldo a causa del cielo limpido, indossava una semplice culotte nera e una canotta azzurra che le lasciava scoperto un lembo di pelle sui fianchi. Era sola in casa, quindi avrebbe potuto permettersi di girare anche nuda.
O almeno credeva.
"Alla fine ti sei decisa a dare una sistemata alla cucina, stavano per nascere dei funghi tra le pentole nel lavandino"
Una voce roca le solleticò il collo. Si sentì afferrare per i fianchi e premere contro il lavandino, la sua schiena poggiata contro un addome tonico."Non dovresti essere a 'lavoro', se così si può chiamare?" disse irritata, dopo aver rischiato di gettare acqua e schiuma da tutte le parti a causa dello spavento. Un paio di piatti giacevano ancora sporchi nel lavabo di metallo.
"Mh mh... anche se questa visione mi alletta di più" Lo sentì strusciarsi contro il proprio sedere. "Vai sempre in giro per casa vestita così? In tal caso dovrei passare più tempo da queste parti" ribatté, senza rispondere alla sua domanda.
"Dabi" lo richiamò, continuando quello che stava facendo. "Se sei qua per darmi fastidio puoi anche andartene, sono impegnata"
Le dita del ragazzo si intrufolarono sotto la maglia, (Nome) sentì il proprio corpo irrigidirsi a quel contatto diretto.
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~Cuore scheggiato~ mha // Characters X reader
ФанфикNon era un Hero. Ma neanche un Villain. L'unica cosa che desiderava era giustizia. 𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 *ೃ𖠄 Tratto dalla storia: "Il suo era un cuore scheggiato. Aveva sopportato troppo, ormai il danno era fatto e una parte di quel...