Capitolo 35

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Sulle strade scorreva una marea di persone, ognuna delle quali sembrava avere in testa una destinazione precisa. Su di esse, le vetrate degli alti palazzi riflettevano la luce lunare, dando l'impressione di camminare in mezzo ad edifici di cristallo.

I megaschermi riempivano l'aria di annunci pubblicitari, che si mescolavano in armonia con le voci della gente che, spensierata, andava avanti con le proprie vite, ignara del pericolo a cui i sei ragazzi appena arrivati nel distretto stavano andando incontro.

Da quando il treno aveva raggiunto la stazione, terminando così il suo viaggio, (Nome), pur avendo dormito per un'ora abbondante, si sentiva stanca. Non era una stanchezza normale, più una sorta di spossatezza dovuta alla preoccupazione che l'aveva perseguitata negli ultimi giorni, un po' per il rapimento di Katsuki, un po' per il fatto che la verità alla fine fosse venuta a galla e un po' per il modo brutale in cui aveva salutato suo padre prima di partire.

Non sapeva nemmeno se sarebbe tornata, perché, anche se il suo piano fosse andato a buon fine, di certo non l'avrebbe passata liscia con una semplice ramanzina come l'ultima volta che aveva contravvenito alle regole della nuova società basata sui supereroi.

L'insegna luminosa del negozio dal quale erano appena usciti spiccava tra le vetrine anonime della via che avevano imboccato e recitava 'IL VIALE DEL RISPARMIO: Donqui Jote', scritto in caratteri gialli e rossi, nel mezzo di una nuvola che ricordava quelle dei fumetti.

"EHI, TU!"

Nel suo travestimento composto da un paio di occhiali da sole triangolari - che ricordavano molto quelli di Present Mic - , pizzetto scuro, collana d'oro e completo blu, Izuku stava cercando di calarsi alla perfezione nella propria parte. Ovvero un ragazzo esultante e molto rumoroso.

"Non lo fai bene! Devi spingere di più il mento" lo riprese Eijiro.

Quest'ultimo aveva ripulito i capelli dal gel ed ora gli ricadevano liberi sulla giacca della tuta bordeaux, tra di essi spiccavano anche un paio di corna finte.

"EEEEHII!" riprovò Izuku, ancora più forte di prima.

"Esatto!"

"C'è una tizia con due meloni da favola, laggiù!" esordì Iida.

Indossava un paio di baffetti triangolari, un papillon rosso e delle bretelle gialle, che gli davano tanto l'aria di un giocatore di poker. I capelli tirati indietro dal gel, poi, mettevano ancora più in risalto il suo doppio taglio. (Nome) si stupì nel constatare che, senza gli occhiali, era proprio un bel ragazzo.

"Nel pieno della movida notturna dei ragazzini sarebbero saltati all'occhio" spiegò Momo.

Sembrava una delle classiche dive della televisione con i capelli ondulati e un lungo vestito magenta, adornato da una vistosa collana di perle.

Appena arrivati, infatti, avevano deciso di indossare dei travestimenti per non essere riconosciuti.

"Comunque, Yaoyorozu, non avresti semplicemente potuto usare la tua Unicità?" chiese casualmente Shoto.
Da sotto la parrucca nera, (Nome) riusciva ancora a scorgere una ciocca bianca dei suoi capelli.

"Sarebbe stato contro le regole!" squittì lei, agitandosi. "Se usassi la mia Unicità per produrre tutto ciò che voglio, il sistema distributivo... Già, in quanto brava cittadina, devo far girare l'economia! Proprio così!" concluse, congiungendo le mani davanti al viso. Sembrava davvero sicura di quello che diceva.

"Volevi solamente provare l'ebrezza di comprare in un Donqui, vero?" la stuzzicò (Nome), sollevando un sopracciglio. Si mosse verso di lei ondeggiando i fianchi, dietro di lei sentì un gruppo di ragazzi mormorare commenti poco carini sul suo corpo.
"Ammettilo"

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora