Capitolo 37

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"Quel passato che ti porti dentro sarebbe capace di far cadere anche il più forte"

Era quello che le aveva detto Dabi in una di quelle notti che avevano passato insieme sotto le coperte.
A parlarsi, a sfiorarsi, a donarsi teneri baci, mentre tutto il mondo attorno a loro scompariva lentamente.

Aveva vissuto quegli ultimi anni della sua vita all'insegna della vendetta; voleva far pagare i colpevoli della morte di sua madre, e per farlo aveva lasciato scappare qualsiasi emozione. Si era resa fredda, spietata, crudele.

Ma ora, dopo tutto ciò che aveva vissuto al fianco dei ragazzi della U.A., le era impossibile barricarsi di nuovo in quel muro che si era costruita attorno.

Era arrivata la resa dei conti, l'assassino di Mitsuko era davanti ai suoi occhi e finalmente poteva porre la parola fine a quel tripudio di sofferenza e senso di colpa che l'aveva accompagnata da innumerevoli mesi. Si era sempre aspettata che in quel momento avrebbe provato una rabbia cieca, eppure, faccia a faccia con il suo nemico, l'unica cosa che riusciva a percepire era un senso di vuoto.

La vecchia sé non avrebbe esitato un attimo a squarciare la gola a quell'uomo, ma la (Nome) che voleva diventare un'Eroina non avrebbe più potuto uccidere a sangue freddo.
Voleva capire, capire perché lui aveva ucciso Mitsuko, capire perché la voleva a tutti i costi, capire perché si era spinto a tanto per il potere che le apparteneva.

"Ci sono tantissime domande che vorrai farmi. Non è vero, (Nome)?"

La voce dell'uomo era calda e leggermente roca, ma dietro quella facciata nascondeva una nota di sadico divertimento impossibile da non notare. Fece un passo verso di lei, le loro chiome candide erano come chicchi di luce in mezzo all'oscurità.

"Chi sei?"

Riusciva a percepire solo il lieve tremore della propria voce e i battiti accelerati del cuore, persino i rumori della battaglia tra All Might e All for One le apparivano attutiti.

"Mitsuko non ti ha parlato di me? Sono ferito" disse con un finto tono addolorato. "La mia sorellina è stata davvero egoista nei miei confronti"

(Nome) perse un battito al suono di quelle parole, era certa che sua madre fosse figlia unica. Puntò un dito verso l'uomo. "Tu... tu menti" esclamò con decisione.

"Ma davvero?" rise lui, "non noti la somiglianza tra noi due? Stessi capelli, stesso sguardo freddo, stessa disposizione alla violenza-"

"TACI! Dio, quanto può essere irritante la tua voce!"

Ed eccola là, la rabbia.

"Stessa lingua tagliente-"

"Smettila..."

"Stessa tendenza a tradire chi ci vuole bene-"

"BASTA!"

Gli si avvicinò a grandi passi, uno sguardo di avvertimento negli occhi cremisi, allungò un braccio con l'intenzione di afferrarlo per il colletto della felpa e... dovette bloccarsi di colpo.

Una fila di quattro lame affilate come rasoi era puntata contro il suo collo, il bacio del freddo metallo le sfiorò dolorosamente la pelle.

"Sei testarda proprio come lei. Vorrei soltanto ricordarti com'è andata a finire quella notte"

La sfida celata dietro quelle parole la fece ribollire ancor più di rabbia.
Il braccio di suo zio era teso nella sua direzione, la base delle lame che uscivano dalle nocche della mano era insanguinata. Non doveva essere affatto un quirk piacevole.

Ringhiò, incurante del rivolo di sangue che le aveva attraversato il collo ed era scomparso nella scollatura della maglietta.

"Cosa diavolo vuoi da me?" disse fra i denti, il terreno attorno a loro due cominciò ad incrinarsi e spaccarsi in più punti, con un rumore simile al rombo di un tuono.

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora