"Ciao, riccioletto".
Entrambi si fissarono.
Attorno a loro il tempo sembrò fermarsi e rinchiuderli di nuovo nella loro silenziosa bolla di dubbi e domande. Le persone attorno ci fecero caso sì, ma non diedero molta importanza a cosa fosse accaduto, in quei giorni. Molto, se pensiamo che il tempo è tiranno e subdolo. Per tutti, per me e voi, per Fabrizio ed anche per Ermal stesso. Cosa ci faceva lì, di fronte all'uomo che gli aveva cambiato la vita in giro di pochi battiti? Perché non era nel suo piccolo buco di appartamento a comporre le poche note che rimanevano della sua stessa vita o di fare in fretta perché doveva comprare un regalo adatto? Il tempo scorreva.
"Mi dispiace.".
Un lieve sussulto che distolse il ricciolo da quel momento. Non voleva mostrarsi maleducato, né tanto meno fuori luogo ed imbarazzato di fronte a Fabrizio ma le forze per accendere di nuovo quella speranza, una discussione o altro, non era nelle sue intenzioni per ora. Dispiacersi era l'unica cosa sensata per potersi distaccare dall'uomo che negava ed amava al contempo.
".. Son- sono, di fretta.". Una scusa fu l'opzione seguita dallo sguardo preoccupato di Fabrizio che strinse le labbra volendo avvicinarglisi e dirgli di non scappare. Quando però strinse le labbra e lo superò il moro lo vide compiere qualche passo sempre a testa bassa e col peso della propria chitarra sulla schiena, si schiarì la gola con l'intento di seguirlo, fermarlo e stringerlo a sé. Di nuovo. Gli mancava e se questo significava perdere la fiducia del riccio per uno grosso sbaglio come un bacio, be', avrebbe fatto di tutto per impedire che tutto il resto fosse cancellato. Lottare, camminare verso una direzione che forse lo avrebbe portato a sbattere la testa contro al proprio muro ma per il riccio, per il suo.., no suo no, perché il riccioletto non era suo, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Anche allontanarsi se solo glielo avesse chiesto.
"Ermal, aspetta. Ho bisogno di parlarti.". Furono le sue azioni e parole a portarlo di nuovo di fronte al riccio che si volse con espressione confusa quando si ritrovò con delle dita familiari attorno al proprio polso. Un singhiozzo che uscì dalla gola non sentito fece sì che Fabrizio lo lasciasse andare notando leggermente come l'altro fosse incuriosito dal suo chiedere. Parlare? Di cosa? Di quel bacio che non doveva esserci? Delle illusioni? Di loro due che a vista potevano essere visti come fratelli ma che in entrambi i loro cuori e dall'alto i testimoni potevano considerarli più di due semplici amici? Qual era la fregatura? Cosa stava accadendo davvero? Ermal non era arrabbiato con Fabrizio. Non lo odiava, tutto il contrario, ma a cosa stavano andando incontro? Un futuro incerto? Bugie che egli stesso considerava brutte e tossiche nella sua esistenza. Perdere la fiducia di Fabrizio era come nascondere la testa nella sabbia e continuare a recitare una parte che non era sua. Ermal se ne avesse avuto l'opportunità non avrebbe mentito a Fabrizio o al suo cuore di quello che credeva e pensava davvero. Erano diversi ma molto simili come a volte si ripeteva: due sopravvissuti, due persone che cercavano la felicità ma che non potevano afferrare a causa degli ostacoli. La sua malattia, e dall'altra parte, il tic toc continuo del tempo.
Scosse la testa. "Non posso. Ho-.. ho un impegno e non poss-".
"Ho bisogno di parlarti. E' importante..".
Il riccio si stupì, distolse lo sguardo e nel contempo scosse lieve il viso distaccandosi dall'altro assumendo un tono ed espressione che a quella distanza potevano benissimo essere scambiati per forzati o arrabbiati.
"No." rialzò lo sguardo sentendosi ferito dei suoi stessi pensieri.
"Non abbiamo nulla da dirci, ed io-.. sono di fretta. Devo andare in un post ed..".
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Dicembre || Ermal x Fabrizio
Fanfiction[autrice effettiva è @stellecadenti_ ] Ermal ama la propria musica. Scrive e compone per migliorare un futuro incerto, quando poi, riappare un ragazzo che lo aiuterà fino alla fine.