Capitolo 17

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Un passo.

Il respiro e le palpitazioni di una corsa con pensieri preoccupati agitarono Marco che, quasi saltando gli stessi scalini dell'ospedale, quasi andò a sbattere contro agli infermieri o familiari dei pazienti curati.

"Mi dispiace" disse.

"Mi scusi signora" si scusò voltandosi di poco notando come le occhiate di alcuni infermieri ed infermiere lo obbligarono a far meno rumore e darsi un contegno.

La signora, be', strinse la sua borsetta e lo ammonì con voce bassa ma calcolata.

"Shh, giovanotto che modi sono questi? Volevi far cadere una povera signora anziana?".

"Mi perdoni." rimase fermo ma pur sempre rivolto in sua direzione con occhi di scuse e pentimento e quasi un mezzo inchino di volto, a notar bene, ma rivedere Ermal, sveglio era la sua priorità. L'anziana, capelli corti ed occhiali che la facevano assomigliare ad un piccolo gufo, scandì le parole in romano facendo ricordare al moro Fabrizio.

"Molto bene giovanotto." ammise lei aggrappata anche al suo bastone che le dava una certa età piuttosto avanzata.

Marco pertanto si perse a sperare che non cadesse dalle scale e propose in segno di scuse di accompagnarla. Non c'erano gli ascensori in quell'ospedale?

La signora parve davvero molto arzilla nonostante tutto.

"Vuole una mano? Per scusarmi, intendo" domandò senza orgoglio ma teso ed anche in pensiero. La donna lo scrutò con i suoi occhi vispi dall'alto ed in basso come studiandolo ma poi annuì un sorriso poco visibile ma che rese il moro piuttosto soddisfatto nell'aiutarla.

"Grazie caro, mi farebbe molto piacere.".

"Mamma!".

Una voce femminile accorse in aiuto di entrambi che scrutò prima sua madre e poi Marco che arrossì ed inarcò le sopracciglia confuso.

Perfetto, era arrivata la figlia in suo soccorso. Sia ringraziato il cielo.

"Mamma, cosa stavi facendo? L'infermiera ha detto che devi stare attenta ed..".

"oh, sciocchezze! Sto bene e la mia anca non è stata mai così giovane come una volta.".

Marco trattenne una risata che soffocò fra le labbra nel pensare che avrebbe potuto avere una centina di anni a vedersi; ma lo tenne per sé.

A tratti gli ricordava Vigentini nel dirsi che era ancora giovane, ecc.., ma non era quello il momento per immaginarsi Andrea in versione anziano ma senza borsetta, capellino viola e giacca abbondante che lo ricopriva.

Soffocò di nuovo la risata perché ripreso dalla voce della donna che domandò "Cos'è, accaduto?".

"Oh, be', io-..io ecco ho accidentalmente-..".

"Ohh, perché non lasciamo correre suvvia, una banalità. Il giovanotto mi stava dando il suo aiuto a scendere le scale.".

Intervenne l'anziana che lanciò un breve occhiolino a Marco che arrossì e si schiarì la voce portandosi qualche ciocca di capello corto dietro l'orecchio.

"Esatto, io ero di corsa. Mi dispiace." si scusò guardandosi attorno ansioso.

"Non crucciarti caro, mia figlia ora mi aiuterà ma ti ringrazio per il tuo aiuto" e poi "Marlene cara, andiamo ora, su".

La donna scosse il viso e tenne la propria madre accanto a sé rivolgendosi all'altro "Mia madre sa essere una vera tigre nonostante l'età. Ti ringrazio molto per l'aiuto.".

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora