Capitolo 11

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Chi dei due fece la prima mossa per distaccarsi dal bacio non saprei dirlo con esattezza ma posso solo dire che ci fu un bacio anche seppur breve ed intenso nello stesso tempo.

Difatti, sia Ermal che Fabrizio si ritrovarono col fiato corto, vicini, ed in una posizione non prevista. Il moro ancora con entrambe le mani ai lati del viso del riccio non resosi conto del suo gesto coraggioso o azzardato tant'è che quando distolse le mani con un certo senso di responsabilità addosso si ritrovò a fissare l'altro con occhi meravigliati e desiderosi di scuse.

Si allontanò, un passo indietro nell'attesa di spiegare che non era sua intenzione rovinare tutto.
Ermal, al contrario, ancora sconvolto, spaurito e non in grado di accettare la realtà improvvisa di quel tipo di sentimento, scrutò il romano rimanendo immobile su quel pezzo di marciapiede dove qualche secondo prima lui e Fabrizio, anzi Fabrizio lo aveva... baciato? La paura lo afferrò ed i propri polmoni dolenti – così come il proprio cuore ora scosso – gli suggerirono di andarsene ed allontanarsi prima che fosse troppo tardi. Lo era? Sì, perché lui stesso non poteva ricambiare il sentimento, rimanere lì e lasciarsi trasportare dal momento di un bacio e..
Sempre Ermal, sconvolto e pieno di prospettive che non credette mai di avere, si portò entrambe mani e braccia ai lati della testa trattenendo quel grido di paura, non ritorno e di improvviso 'no' che continuava a crescergli sempre di più tra i pensieri e parole non espresse.
"Ermal, io.." con un Fabrizio preoccupato ora nel tentare di afferrargli una mano tremante ma che in qualche modo scivolò via a causa sia del loro essere bagnati e sia per via che Ermal stesso allontanò quel tocco leggero che in altri momenti lo avrebbe fatto sentire a proprio agio.
"No!" la risposta del riccio arrivò al moro come una pallottola al proprio petto nel sentirsi così stupido ed altrettanto incapace di dire di più quando gli occhi – gonfi e rossi – che da umidi passarono subito al pianto.
"Ermal.." Fabrizio ritentò di nuovo di dare una spiegazione.
"Perché lo hai fatto?" lo interruppe Ermal sul punto di un crollo emotivo nel tenere gli occhi chiari su di lui in cerca di spiegazioni intanto che un colpo di vento freddo e serie di brividi lo accolsero in quel tipo di momentanea e poca lucidità.

Le labbra tremule, una domanda in cerca di una risposta che poteva sembrare semplice a dirsi ma molto di più difficile da cercarne parola o significato a quel gesto. Eppure nessuna risposta da parte di Fabrizio, solo lo scrosciante rumore insopportabile di pioggia ed i loro respiri e pensieri calpestati dal continuo traffico di rumori ed assordanti via e vai della normalità pomeridiana.

Un codardo, forse più di questo, Fabrizio sentì la voce della propria coscienza suggerirgli non sapendo nemmeno lui, non trovando risposte del perché a quel gesto ridotto ora ad una complicata lotta interiore di pentimento. Un bacio, era solo un bacio ma allora perché sentirsi un completo idiota ora nell'osservare Ermal fra le proprie lacrime e domanda? Non c'era risposta. In altri casi avrebbe gioito, cantato a squarciagola ed avrebbe detto ad Ermal che gli voleva bene, che i suoi sentimenti erano più di amici e vedersi ma ora, no; gli dispiaceva vederlo così.
"Perché mi hai baciato?". L'ennesima domanda richiamò Fabrizio alla realtà notando come ora Ermal fosse serio e sul punto di urlargli con un tono molto più sfinito in cerca di una risposta veloce, cosa che preoccupò molto il moro il quale – con un nodo alla gola ed alla bocca dello stomaco un senso di nausea ad attraversarlo – con parole ferme sulla punta della lingua tentava di non dirgli la verità per non complicare quel loro rapporto appena ritrovato dopo essersi separati a causa di eventi che li riportarono in strade diverse. Cosa dirgli dunque? Parlargli della propria paura di sentirsi poco incline al stargli accanto? Dei suoi sentimenti che per un attimo l'avevano portato a rubargli un bacio senza rendersene nemmeno conto? Della sua ipocondria, gelosia e timore di perderlo perché lo amava e voleva rimanergli accanto senza se e senza difficoltà di complicare ogni volta il tutto?
"Erm." parlò il moro anche lui stanco.

L'altro lo guardò ma la vista bagnata di pioggia mista a lacrime lo lasciarono solo con singhiozzi trattenuti. Per questo scosse la testa Ermal asciugandosi le guance ed occhi sempre più sconvolto e non adatto.
"Non.. non puoi capire Fabrizio.." singhiozzò facendo sì che l'altro potesse avvicinarsi a lui con poche falcate e stringerlo tra le braccia con sicurezza ma confuso, gesto che Ermal ricambiò anche se il proprio viso era offuscato dalle lacrime e rivolto in basso.
"Cosa non posso capire?" sussurrò Mobrici stringendolo forte, cosa che lo fece sentire ancor di più innamorato ed audace nell'ammettere che quel gesto improvviso lo stesse salvando dal proprio abisso. Gli occhi lucidi, un bacio fra i capelli mossi e Fabrizio volle rimanere lì per sempre ma, come si sa, le cose non durano in eterno ed infatti Ermal si distaccò poco dopo con un lieve scuotere di viso e molti no contrastanti.
"No" un singhiozzo censurato.
"Devo andare." aggiunse sempre Ermal,asciugandosi gli occhi ed evitare così altre risposte che lo avrebbero portato a dire la verità sulla propria malattia e sentimenti che dopotutto ricambiava ma che oltretutto non era in grado di dare in cambio perché non voleva illuderlo e illudersi di poter avere una vita migliore.
Evitò lo sguardo di Fabrizio che immobile cercava e tentava di parlare ma invano.
"Ermal aspetta..". Il riccio a malincuore lo superò ricomponendosi e rimettendosi le mani fra le tasche senza rispondergli, voleva andarsene, fuggire e nascondersi. Il bacio così come seguire il moro era stato un errore, molti errori in realtà. Fin da subito doveva afferrare quel benedetto foglio ed andarsene e non rimanere ma invece il cuore lo ingannò, gli disse di accettare la compagnia dell'altro e...
<< Perdonami Fabrizio. >> pensò mentre l'altro lo richiamava e fermò i propri passi afferrandolo per il polso pieno di dubbi.
"Ermal, ehi, fermati per favore.".
L'altro si volse ma distaccò il contatto dispiaciuto con una certa fretta e tristezza sia nel tono di voce che espressiva sfiducia nel rivederlo; se doveva allontanarlo questa volta era per il bene di entrambi. "Addio, Bizio." disse rivoltandosi ed incamminandosi a passo spedito sotto la pioggia come un passero spaventato da ogni incertezza al contrario di Fabrizio che, rimasto lì, osservò il riccio allontanarsi nel darsi dello stupido mentre...
"Sei un idiota, Morbrici!" urlò dando un breve calcio al marciapiede come sfogo per non sperare davvero che fra lui ed Ermal non fosse tutto finito a causa della propria idiozia e del proprio cuore troppo preso nell'innamorarsi rendendolo cieco a quell'addio di parole che lo spezzarono.

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora