Come se fosse stato tutto programmato alla fine la fame e la mancanza di ispirazione prevalsero in Fabrizio che uscì dal proprio appartamento con molte idee ma nessuna circostanza di buttarle giù come i propri pensieri credevano. Comporre in genere era un gioco per lui ma in quell'istante nulla, era come se fosse sparita all'improvviso quell'interesse come se la sua luce o candela si stesse per spegnere ma che dopo potesse ridargli quell'idea in pochi secondi. Fabrizio in cuor suo sapeva molto bene che era Ermal la sua luce e senza quella si sarebbe spento.
"Non pensarci troppo, non pensarci troppo." si ripeté tra i pensieri nel staccarli e tentare in qualche strano modo di gettarli sul proprio panino di insalata, maionese, pomodoro e dio solo sapeva cos'altro perché, non essendo amatore di panini ma di piatti tipici come la carbonara – la sua preferita – , questa volta dovette accontentarsi di un pranzo veloce che potesse estraniarlo da tutto. Andrea lo richiamò ancora chiedendogli un favore per quella sera sul discutere di un concerto a breve e documenti, cosa che Fabrizio odiava ed alcune volte voleva dare fuoco solo stringendoli fra le dita.Pensieri, pensieri ed ancora pensieri.
La musica era tutto per lui ma in certi istanti desiderava scappare e rimanere nella propria solitudine di vita pratica: casa, musica e concerti e stop. Non altre faccende complicate come burocrazia e lotte interiori legate al passato. A volte ritornavano gli incubi ed altre notti no, non lo svegliavano.
Sbuffò dando l'ennesimo morso senza fame ed infatti posò il proprio pranzo con un movimento veloce nel ripulirsi anche le mani con un tovagliolo di carta.
"Smettila Moro." aggiunse tentando di fermare i pensieri che per qualche secondo risultarono contrastanti: felici, malinconici, tristi; altri misti a paura e buio, solitudine, pianto e..
Sospirò portando entrambe le mani ai lati del viso con sconforto nell'osservare quel locale così vivace ma che nello stesso tempo non diede colori al suo animo."Smettila e pensa alla tua canzone non ad un ragazzo lontano chissà dove in questa città.". Con i propri occhi scuri poi sviò verso il fuori con sguardo curioso nell'attesa di qualche cosa che potesse accadere in giro di pochi secondi.
Nulla.
La sua città era bella, bellissima caotica ma non molto venturosa in certi aspetti. Non noiosa no, tutto il contrario, ma c'era un ché che gli diede conferma al suo essere agitato che gli diceva di alzarsi e continuare a scrivere da un altra parte.
Arricciò le labbra, forse anche in attesa nel sperare di rivedere un certo qualcuno che avesse capelli ricci, un bel sorriso ed una chitarra come unica e fedele amica. Solo sperare e questo era ciò che Fabrizio tendeva sempre e spesso a dirsi: sperare, ma.. dopo?
"Sei un illuso, tu non sei il suo pensiero fisso. Cosa credi e pensi, Morbrici?".
Illusione, come quando crediamo in un imminente pezzo di felicità ma poi accade tutto il contrario.
Sbuffò spostandosi una ciocca di capelli neri dal viso per infondere calma al proprio stato ritornando poi di nuovo, con occhi ormai stanchi di parole scarabocchiate e sprecate e gettate solo per noia, sul quel foglio che da mattina inoltrata gli dava solo e soltanto noie. Nessuna fantasia niente. Una distrazione ecco cosa cercava per le proprie canzoni: cosa però?
Rialzò il viso, prima non era certo di aver notato i particolari di quell'autunno strano ed assurdo e del cielo grigio che metteva in chiaro che da lì a poco sarebbe piovuto.
I propri occhi guizzarono tra le persone come smarriti in cerca di una faccia amica e dopo, be', dopo..
Scosse la testa, stiracchiandosi un poco quando afferrò il proprio cellulare con una smorfia. Chiamate: 3 messaggi: 5Ed in tutto quel tempo non si accorse di averne ricevute dato il suo essersi distratto a contemplare con fastidio le parole ed emozioni. Troppe paranoie, troppe.
Non era nemmeno tanto tecnologico per intenderci. Una volta provò ad installare un app ma niente, troppo difficile soprattutto da usare uscendosene con un semplice:
<<Io e la tecnologia siamo mondi diversi preferisco essere all'antica che un robot.>> cosa che fece alzare gli occhi al cielo al suo migliore amico e vari.
Quindi no, se pensate di mandare un qualche tipo di messaggio a Fabrizio scordatevi che possa rispondervi in giro di pochi secondi od anni.
Rise di quel buffo ricordo dove alzare gli occhi al cielo era il minimo.
Riappoggiò l'oggetto sul tavolo con una breve alzata di spalle bevendo un sorso del proprio caffè nero ricordandosi di non essere riuscito a ritrovare ancora quel benedetto foglietto perso chissà dove.
"Dove l'avrò perso?" si domandò pensandoci. Casa era da escludere; cercato in lungo ed anche in largo ed ok che casa sua era disordinata ma no, se era importante Fabrizio la teneva come trofeo. Studio, neanche. Lo stesso Andrea gli disse "la testa fra le nuvole ecco cosa Fabrizio", parole pronunciate con un occhiataccia a seguito ed una risata sarcastica.
Quindi no.
"Forse.." rimuginò trovando forse il luogo.
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Dicembre || Ermal x Fabrizio
Fanfic[autrice effettiva è @stellecadenti_ ] Ermal ama la propria musica. Scrive e compone per migliorare un futuro incerto, quando poi, riappare un ragazzo che lo aiuterà fino alla fine.