Capitolo 29

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Tremolii.

Un braccio incerto nell'allungarsi ed appoggiare una mano sulla maniglia della porta. Non di paura ma di consapevolezza che arrivato fino a lì non sarebbe più potuto tornare indietro.

Ermal non disse niente. Fece ciò che l'istinto gli suggerì: aprire la porta.

Un passo e poi un altro incerti in uno spazio familiare ma sempre sconosciuto.

Attorno ed intorno a sé parve tutto un unico blocco simile ad un labirinto ma organizzato. La luce bianca si proiettò verso ed incontro al ragazzo che d'istinto si portò una mano a coprirsi gli occhi. Il buio, contrastato ad essa, era più forte però, più acceso. Non esiste un nero più acceso ma in quel momento si confondeva con la paura, i timori, le sensazioni e vuoti di cadere, di perdere, di morire...

Battito calmo costante normale.

Strano.

Occhi aperti sgranati delle voci. No, un momento! Non erano due ma una...

Ermal la seguì trovandosi inaspettatamente al centro di quella che ora a primo acchito ed impatto doveva essere una probabile stanza.

Si guardò attorno incuriosito.

Il vuoto ora rassomigliava ad un set cinematografico anni cinquanta o sessanta ma senza regista, attori e mobili. Ermal non era appassionato di televisione o film ma questo spazio gli ricordò molto uno spazio già visto e sfiorato. I muri bianchi cartonati e divenne più limpido come la voce...

"Dove mi trovo?".

Un brivido, l'incertezza.

L'impulso di voltarsi e chiedere ma era solo tranne la voce.

Sopracciglia inarcate.

Il rigirarsi e voltarsi di nuovo di fronte a sé ed ascoltare e cercare la provenienza di quella voce ad un certo punto sembrò essere l'unica via da seguire.


"Sono anni che ti aspetto...

Ora basta devi scegliere..."


Roca e graffiante si disperse nell'inquietante vuoto.

Una voce dolorosa priva di speranza ed arresa riconoscibile da qualsiasi punto, ricordo, memoria ed anche realtà; inconfondibile. Nessun altro aveva e possedeva un tono di note simile a quello solo...

"Bi-Bizio?".

Un nodo a formarglisi alla gola. Una domanda.

Ermal accelerò i propri passi ma pur sempre timoroso di essersi sbagliato trovatosi così alla fine della stessa stanza che si lasciò alle spalle per aprire un'altra porta più vecchia simile a quella del suo misero appartamento.

L'aprì ritrovandosi in un altro luogo, più scuro, più misero: la sua stanza.

Il ricciolo rimase stupito di quella scena scrutandosi attorno e scoprire che assomigliava alla sua stanza ma non era perfettamente identica.

"Che posto è questo?" e "Dove mi trovo?".

Fermò i suoi passi.

La canzone parve essere scomparsa così come la voce dell'uomo somigliante a Fabrizio.

Un'ombra dietro Ermal fissava tutto.

Il riccio sapeva chi fosse dal suo essere silenzioso ed inquietante. Lo stava seguendo da molto.

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora