Capitolo 23

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Passarono molti giorni più intensi di freddo e ghiaccio e la neve come preannunciato toccò la città. Evento raro, ma che una buona parte di persone piacque questo punto di vista innevato. Non per molti ma per il resto dei residenti i pensieri erano comunque gli stessi come il tram-tram abituale. La neve sfiorò quel magico tocco natalizio e così come essa portava un po' di allegria fra alcuni bambini intenti a giocare a palle di neve anche il rapporto fra Ermal e Fabrizio si rafforzò.

I due diventarono sempre più complici e non c'era modo che non potessero non vedersi: al parco, al bar per bere assieme caffè ed alcuni pranzi sempre offerti da Fabrizio che, sapendo della situazione in cui il riccio era, si premurava di pagargli ogni cosa.

Questo non lo toccava minimamente ma ad Ermal sì, preoccupato e soprattutto deluso, per sentirsi fuori luogo con una persona tanto generosa che non chiedeva niente in cambio se non solo renderlo felice e stare con lui tutto il tempo possibile. Non che fossero appiccicati con la colla ma i due avevano diversi luoghi ed incontri.

Ermal sopravviveva con la sua unica speranza, ovvero la musica, mentre Fabrizio andava e tornava dallo studio di registrazione a volte e poi si premurava di raggiungere il ricciolo la sera al suo piccolo appartamento; ormai era abitudine.

La compagnia era molto più piacevole fra del sushi ordinato, vino ed il parlare di musica, aspettative e sogni.

Quelli di Fabrizio prevalsero sul fare il possibile per migliorarsi in ogni prospettiva e capacità. Ermal rispondeva spesso a suon di pentimento che lui cercava un futuro nel giorno stesso ed in quelli che venivano.

Questo toccò molto il cantante che capì il suo punto di vista mettendo in chiaro che entrambi fossero due sognatori con l'istinto di sopravvivenza.

Ad ogni modo il giorno dell'appuntamento era arrivato e questo non solo sollevò dell'ottimo umore in Fabrizio ma anche in Ermal.

Il ricciolo quella mattina, dopo una cioccolata offertagli, si dedicò a cercare un posto o locale adepto per suonare e racimolare qualcosa per una serata o due. Fabrizio gli chiese se volle un aiuto ma gli rispose con un semplice "no" e "posso farcela da solo in questo".

Risposta data con un sorriso a tutto viso ed un bacio a stampo quasi neanche accorto da Fabrizio che annuì, lo strinse in un ultimo abbraccio e si volse diretto in studio.

Il tutto passò con tranquillità.

Propenso per uscire, sciarpa al collo nera e cappotto e con la chitarra sulle spalle, Fabrizio osservò l'orologio frettoloso.

I suoi amici e band di una vita notarono questo suo essere frettoloso e sorriso a trentadue denti quando senza aggiungere altro disse "Oh, ci vediamo domani. Ciao".

Per poco non sbatté contro la porta quando Claudio disse "Il tuo innamorato aspetta, eh, Romeo?".

Alcuni risero di quel tipo di paragone a conoscenza del frequentare che il moro aveva con Ermal. Non lo avevano conosciuto ma erano curiosi.

"Come hai detto che si chiama?" rispose curioso Alessandro, anche chiamato Ra, fingendo di dimenticarsi ma schiacciando un occhiolino ai presenti in modo scherzoso che gli ressero il gioco.

Fabrizio alzò gli occhi al cielo esasperato.

Doveva andarsene o l'avrebbero legato fino a sera per sapere molti più dettagli a riguardo. Non che sapessero molto, in realtà Fabrizio si era lasciato scappare che si incontrava ed usciva con qualcuno, un musicista, e che si chiamava Ermal; ma accenni che fosse povero e vivesse in un appartamento pieno di muffa e spifferi no, neanche l'ombra.

Non tanto per la vergogna ma più che altro per ora voleva tenere per sé quei momenti e novità.

In fondo la prima volta del loro incontro Fabrizio menzionava sì e no uno sconosciuto incontrato in un bar per caso due chiacchiere e poi alcune domande finendo col dividersi con la speranza di rivedersi e fu così. Senza sapere i nomi di entrambi così come due sconosciuti.

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora