Il mazzo di chiavi tintinnò nel portaoggetti dell'appartamento silenzioso quando Andrea decise di chiudersi la porta alle spalle e sospirare prendendosi il suo tempo per riflettere su cosa fosse successo in quel arco di serata, al suo stomaco che ad un tratto parve riempirsi di farfalle ed ai suoi pensieri che portarono solo e soltanto ad un unica persona, Cordio.
Andrea si sentì in dovere di frenare quelle sensazioni ogni volta che il ragazzo gli parlava o gli chiedeva se quel tipo di informazioni potessero andare bene oppure no; o quando ad un tratto lo aveva ringraziato per il passaggio a casa, per la ricerca su un noto e famoso artista o anche quando lo stesso Cordio gli chiese timidamente se potevano rivedersi per un caffè, per parlare di musica viste le molte coincidenze e cose in comune che entrambi avevano. In quel caso Andrea si sentiva illuminato, elettrizzato e soprattutto euforico per proposte del genere. Certo, con un ragazzo dolce e gentile come il moro non avrebbe mai avuto molte speranze e vivere felici e contenti per il resto delle loro loro vite ma uno era libero di poter sognare e provare, no? Cordio era fin troppo prezioso per lui; era intelligente, altruista ma malinconico allo stesso tempo su certe definizioni di vita ma per il resto era unico. Da quanto si conoscevano? Un giorno? Una serata di ricerca, cioccolata con panna ed un "a presto" con tanto di numeri scambiati che a vedersi sembrava una cosa banalissima di anni? In effetti si.
<< Cordio.>>. I pensieri sussurrano al ricordo con sguardo perso al buio della stanza facendolo ritornare alla realtà quando un altra voce disfò l'idillio.
"Andrea ". Era Marco. Da quanto era lì? Il moro rialzò gli occhi con espressione confusa ed un brivido a percorrergli la schiena. Credette che Marco fosse già a letto invece, a quanto parve, la scrittura e comporre stava durando più del dovuto. Se ne accorse dallo sguardo mezzo assonnato dell'amico ancora vestito con jeans e maglietta della giornata ed una tazza di qualcosa in mano forse del caffè. Deglutì evitando il suo sguardo e togliendosi il cappotto e sciarpa e diede un'occhiata svelta all'orologio che segnava non di meno che...
<< Mezzanotte.>> pensò. In fondo poco importava se fosse tardi.
"Mi hai spaventato Montanari." fece gesto poi per avvicinarsi al divano e sedersi scrutato dall'altro che alzò gli occhi al cielo come una madre apprensiva per il figlio ritornato dopo l'ora prestabilita. Un po' questo lo fece sorridere perché Marco da certi punti di vista lo era; erano come fratelli loro due ed amici.
"Allora, com'è andata la ricerca?" domandò curioso ma con una certa nota di malizia nella voce e sguardo interrogativo. Andrea si rabbuiò sapendo molto bene che prima o dopo il moro gli avrebbe fatto domande. Si finse ingenuo a riguardo perché dirgli apertamente "mi piacerebbe rivederlo" suonava un po' da ragazzina innamorata ma non era il caso di presentarsi come tale.
"Di chi stai parlando?" tossì prendendo un cuscino da parte e metterselo a mo' di difesa. Marco appoggiò la tazza sul tavolino di fronte a loro, preso contropiede, e si portò le mani sulle ginocchia con un'occhiata minacciosa.
"Mi prendi in giro?" sbuffò dandogli un colpetto col gomito allo stomaco per la sua falsa ingenuità.
"Sai cosa intendo. Tu e.." si bloccò mordendosi le labbra per tentare di ricordarsi il nome del ragazzo aiutato da Vigentini che inarcò le sopracciglia.
"Cordio?".
"Esatto." Marco schioccò la lingua col gusto ancora del caffè. L'altro sospirò illuminandosi.
"Be', lui è fantastico, intelligente ed..".
" E?" gli fece eco il chitarrista notando dal modo e complimenti come Andrea fosse così preso dal ragazzo appena conosciuto.
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Dicembre || Ermal x Fabrizio
Fanfiction[autrice effettiva è @stellecadenti_ ] Ermal ama la propria musica. Scrive e compone per migliorare un futuro incerto, quando poi, riappare un ragazzo che lo aiuterà fino alla fine.