Lo sguardo verso l'esterno. I pensieri riguardanti tutto ciò che era appena accaduto e dopo la solitudine.
Ermal non si era neanche accorto di ritrovarsi lì, in quell'angolo di bar ancora una volta. La compagnia fino ad un attimo prima era molto piacevole ma non tutto poteva durare per sempre tanto meno l'assurda vivacità con cui Fabrizio per un po' di minuti lo aveva reso molto felice. Quello a dire il vero, era il motivo per cui Ermal ora rimaneva in silenzio e curioso con i propri occhi a scrutare fuori un qualcosa che di certo non sarebbe più tornato indietro. Un sogno? Un dettaglio piuttosto voluto che alla fine era solo questione di attimi e secondi? Non gli importava, anche se dentro sé il proprio cuore era speranzoso. Speranza, una parola, solo una dedita a far sembrare una cosa piuttosto facile da afferrare ma che in realtà – in certi momenti ed occasioni – non era così. Perché la speranza diventava illudersi ad un tratto e l'affetto che a volte poteva essere considerato una forza in più per poter allontanarsi dal buio e dalla cruda realtà della vita, era lì, sempre pronto come un ombra a fare raggiungere l'infelicità. Ermal non si aspettava di certo amicizia profonda o un legame unico e speciale fra lui e Fabrizio ma forse era solo una bugia che continuava a ripetersi ogni giorno. Anche se ora, se non fin da subito, subentrarono i sentimenti e quelli erano un rischio che in certe occasioni voleva far risucchiare nel buco nero della propria infelicità. Lui e Fabrizio? Anche se per un attimo quella mattina risultò essere diverso e molto più assurdo del solito sperò davvero di riuscire a capire cosa fosse successo in quegli anni ma, a quanto pare, non era il momento. Amici? No.<<Inutile.>> si disse cominciando a sentirsi davvero solo in quell'istante asciugandosi gli occhi lucidi quando si ridestò dal pensiero e prese la decisione di andarsene via nel rialzare il viso e notare con suo profondo stupore che oltre a lui erano rimasti una coppia di anziani, una signora di alto rango intenta a leggere il proprio giornale e..
"Scusami?". Ermal scosse la testa quando si sentì sfiorare una spalla con un tocco di dita sconosciuto. Tenendo stretto fra le proprie braccia la custodia della propria chitarra, il riccio si ricompose ed aprì un poco le labbra trovandosi di fronte il cameriere di prima: Marco? Sì forse era quello il nome se ricordava bene.
"Mi- mi dispiace." disse veloce sentendosi un vero e proprio fuggitivo quando notò l'espressione dell'altro che si rabbuiò dal "cosa?" al "Non intendevo questo." con a seguito un breve silenzio intenso fra sguardi, pensieri e dubbi.Ermal per primo si ridestò ancora spezzando quell'attimo di incapacità di dire anche solo una parola nel superare il ragazzo e dirigersi verso la porta in poche falcate ma stanche non accorgendosi di aver dimenticato la propria chitarra scivolatagli dalle dita senza pensarci preso come era nel fuggire.
"Ehi!" disse Marco nel pensar bene di raggiungerlo e accortosi della mancanza ma non udito da Ermal che ora credette di non riuscir più a respirare. Aveva bisogno d'aria e così fece, uscire da quel posto era l'unico modo per poter riprendere i propri passi verso la propria destinazione.
Il freddo ed i brividi furono unanimi.
Stringendosi nella propria sciarpa e accelerando la propria andatura intanto dandosi dello stupido se per caso l'altro avesse l'intenzione di chiedergli spiegazioni riguardo il pagare la propria metà di colazione. Un vagabondo e senzatetto in carcere, perfetto; era ciò che gli sarebbe mancato nella vita. Per di più non possedeva denaro con sé dove li avrebbe recuperati in tal caso?
<<Stupido Meta, sei proprio un ...>>.
"Ehi, tu, aspetta!" lo richiamò la voce nell'afferrarlo prontamente per un braccio e voltarlo quando lo stesso Ermal pensò di essersi trovato in una situazione alquanto ambigua e mai capitata prima. Il ragazzo, Marco lo teneva stretto per un fianco ed una mano stretta ancora al suo braccio con espressione dispiaciuta.
Il riccio sentì il proprio stomaco rivoltarsi ed i propri pensieri urlargli di andarsene ma non accadde. Rimase lì a fissare Marco con occhi di poco sgranati e l'espressione di chi aveva appena combinato un guaio. Tentò di riparare staccandosi e provando una scusa per allontanarsi e sotterrarsi e nascondersi in un posto appartato per il resto dei suoi giorni. Attimi e molto probabilmente molto più pochi di quelli che credette di avere se contiamo le proprie condizioni.
"Il-..mio amico ha pagato per entrambi." l'altro lo guardò stranito e con espressione indecifrabile. Pagare? No, non era per quel motivo che lo aveva inseguito. Scosse la testa con un sorriso all'angolo delle proprie labbra subito dopo nel capire cosa intendesse.
"No, ehm.. lo so, Fabrizio mi ha detto che avrebbe offerto, non c'è bisogno di giustificazioni." rispose notando come ora il riccio lo fissasse rincuorato con un sospiro trattenuto da chissà quanto tempo.
"In realtà ti ho fermato per questa." aggiunse Marco dopo un momento di silenzio senza distogliere lo sguardo dall'altro.
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Dicembre || Ermal x Fabrizio
Fanfiction[autrice effettiva è @stellecadenti_ ] Ermal ama la propria musica. Scrive e compone per migliorare un futuro incerto, quando poi, riappare un ragazzo che lo aiuterà fino alla fine.