Il rumore di una moneta che cade a terra.
Uno sbaglio nel quasi scegliere cosa optare per un qualsiasi cibo spazzatura che avrebbe coperto lo stomaco brontolante ed ... un'imprecazione a bassa voce.
"Accidenti!".
Vigentini si accorse nel suo sovrappensiero di aver lasciato cadere l'oggetto dalle dita.
Un sospiro non uno rasserenato ma stanco. Una mano a sfiorarsi la fronte fra i ricci ormai tormentati da tanta frustrazione di essere lì in un posto che di casa aveva poco. Cordio non lo aveva chiamato neanche quel pomeriggio, nessun messaggio, niente. Con la decisione infine di inserire il silenzioso nel cellulare e che prima o dopo l'altro si sarebbe rifatto vivo. Lui sì, Andrea aveva riprovato a chiamarlo con qualche messaggio e le chiamate con tanto di segreteria erano la risposta ricevuta contro di sé.
"Non mi scappi.".
Nel gioire nell'aver identificato cosa prendere sia per sé e Fabrizio il ricciolo sgranò gli occhi di fronte al distributore di merendine, barrette e bibite. Come poteva rinunciarvi visto che erano lì a chiamarlo a gran voce?
Lingua a passarsi sulle labbra, occhi di un bambino nel paese dei dolci ed una canzoncina canticchiata. Un gridolino vittorioso nel ricordarsi però in un attimo di smarrimento cosa volesse Moro
"Dunque... due minerali, qualcosa di nocciolato per me e ......".
Smise il suo elenco e così il ragazzo fu costretto a fermarsi. D'istinto guardò in direzione del corridoio nel quale era arrivato. Snack fra le mani, occhi ingigantiti e lo stupore di non notare nessuno che lo guardasse da lontano. Una serie di brividi ed un deglutire a seguito lo fecero ricredere quando sempre dietro di sé qualcuno lo invitò a sbrigarsi.
"Ehi, amico! Ho fretta la mia pausa non dura un'eternità" l'uomo disse in modo scontroso ed Andrea si volse, si scusò e fece qualche passo di ritorno inarcando le sopracciglia e seguendo la direzione iniziale.
"Mi-... scusi." mormorò ma ormai un "ah, questi giovani" gli rimase solo come sussurro alle orecchie poiché l'uomo borbottando e lamentandosi non gli diede più di tanto fastidio, c'era ben altro che occupava il pensiero di Vigentini.
Due passi, uno; dovette fermarsi prima di scendere le scale che lo avrebbero portato al piano terra.
Spalle rivolte alla strana sensazione e di nuovo, Andrea si rivolse verso il corridoio nel notare in lontananza una figura. Sbiadita dalle luci che riflettevano l'intero posto ma allo stesso tempo tenuta in piedi con solo una maglietta maniche corte, grigia e pantaloni lunghi di un pigiama che a memoria ricordava molto bene a chi appartenessero lo stava fissando.
No! Non era, non poteva essere...
"Pier-...?".
Nessuno si mosse, neanche un sorriso. Ma il ragazzo non poteva essere lì giusto? Lui era ... era a Roma non lì, non... LUI.
Questo riflesso – come possiamo definirlo – inclinò il viso scrutandolo. Occhi spenti, non vivaci. Labbra pallide. I ricci ora più lunghi e spenti dal loro colore solito a cui il ragazzo era abituato a vedere. Spalle leggermente curve, braccia allungate e mani penzolanti, dita ferme.
Assorto nell'osservare il proprio ragazzo che di certo era solo fulcro di un'immaginazione di mancanza e stanco per dormire poco, Andrea aprì leggermente le labbra per dire qualcosa ma niente arrivò al giovane che preferì deglutire ed inarcare le sopracciglia a quanto appena visto.
"Sei solo stanco, Vigentini" si disse fra i pensieri preso per andarsene ma lanciando sempre uno sguardo dubbioso alla figura che non era andata via bensì rimase là a notare delle spalle familiari andar via e facendosi cadere dagli occhi una lacrima silenziosa.
STAI LEGGENDO
Dicembre || Ermal x Fabrizio
Fanfiction[autrice effettiva è @stellecadenti_ ] Ermal ama la propria musica. Scrive e compone per migliorare un futuro incerto, quando poi, riappare un ragazzo che lo aiuterà fino alla fine.