Capitolo 32

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15 gennaio, giovedì

Stazione Termini, Roma

Ore: 6.00



Binario sette.

Biglietto diretto e stretto fra le dita di una mano per Milano mentre l'altra di mano andava ad asciugarsi le palpebre e gli occhi quasi chiusi dal sonno causa sveglia presto. Valigia accanto ai piedi, Fabrizio riuscì a dormire poco o quasi nulla quella notte preoccupato sia per l'ipotetico incontro e sia per il dover lasciare solo Ermal. Era adulto, poteva stare bene ma non era quella la sensazione dentro sé dopo i vari avvenimenti e discussioni. Provò a dissuaderlo e convincerlo dicendogli che avrebbe chiesto a Vigentini di accompagnarlo ed il ricciolo con espressione non del tutto convinta in volto alla fine si arrese e ascoltò la sua idea.

La folla caotica attorno a Fabrizio ed a Ermal, vicino a lui stretto nel suo cappotto con sguardo vacuo in direzione dei binari per l'attesa del treno e un caffè fra le dita per scaldarsi, lasciò il moro a lottare con la sua voglia di lasciar perdere tutto quanto e ritornare a casa.

Uno sbuffo, allungò una mano e le sue dita strinsero di poco a quelle di Ermal il quale si volse per esaminarlo con occhi anch'essi ormai svegli, curiosi con occhiaie profonde e nere che lo delineavano non nascondendo lo scarno delle sue guance con differenza folta dei suoi riccioli poco curati toccati da quella breve e gocce di pioggia presenti.

Faceva freddo ma piovigginava. Non c'era neve.

Il ricciolo si scosse, si passò la lingua tra le labbra. Il viso di lato.

<< Stai bene?>>.

Il moro rimase a fissarlo, un sorriso impercettibile alle labbra ed un annuire breve con tanto di timore allo stesso tempo. Sapeva anzi sapevano entrambi cosa stava per accadere e se tutto quello avrebbe cambiato la vita di Fabrizio allora c'era un motivo in più per far sì che Ermal gli rimanesse accanto per sempre. Il pensiero che la sua malattia potesse approfittare della sua lontananza era molto alta come probabilità ed in questo il moro sperava che la riunione fosse più veloce del previsto in modo tale che in una sola giornata o la sera potesse essere già di ritorno. Non voleva lasciarlo solo.

<< Sì >> mentì Fabrizio. << Un po' agitato forse>>.

Gli mancava l'aria nonostante fossero fuori. Ermal strinse la sua mano quando l'altro gli riservò un bacio fra i capelli stringendolo a sé con sicurezza.

Il ricciolo si lasciò stringere.

<< Andrà bene >>.

Alzò le spalle il riccio con una smorfia subito dopo.

Sopracciglia inarcate Fabrizio annuì sentendo però sotto a quello strato di cappotto ed indumenti quanto in realtà anche Ermal fosse incerto nonostante intonasse un tono di certa positività.

<< Mi fido della tua parola riccioletto. Sei il mio portafortuna dopotutto >>.

Un altro bacio ma questa volta sulla fronte che bastò per far sì che Ermal si scostasse da lui, alzasse gli occhi al cielo per poi porgersi in direzione di un cestino vicino per gettare il contenuto ormai vuoto del suo caffè.

Fabrizio lo tenne d'occhio non capendo cosa avesse detto di male. Era vero; Ermal era il suo portafortuna, glielo aveva detto molte volte ed anche molto bello a suo parere, speciale.

<< Il tuo portafortuna? Non credo che... >>.

Mani fra le tasche del cappotto ed una risposta molto diretta << Sì, lo sei riccioletto >>.

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora