Capitolo 24

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Marco strinse gli occhi e...

"È malato".

Gli occhi vaghi la necessità di dire la verità nel trovarsi Fabrizio di fronte a sé incredulo ed altrettanto incapace di aver sentito bene.

"Lui... ha una malattia grave" Marco aggiunse osservando ora gli schizzi presenti sul pavimento e sentendosi rotto nel confessare quel segreto a cui gli era stato chiesto silenzio ed una promessa.

Si asciugò gli occhi umidi e afferrando uno straccio più grande per pulire il tutto si spostò da dietro il bancone.

Il moro al contrario, pensando che il tutto fosse uno stupido scherzo programmato, per un momento non disse nulla ma qualcosa gli disse di non credere a quello che l'altro gli aveva appena detto.

Una mano a fermare la spalla di Marco, stretta, che fece voltare il ragazzo e guardarlo con occhi attenti.

Il magone, un inizio di rabbia che poco prima Fabrizio pensò di aver cacciato.

"No" scosse la testa.

"Stai mentendo, Ermal non ha nessuna malattia grave" la sua voce roca rimbombò per il locale. Marco non negò, distolse lo sguardo e si allontanò distraendosi per i vari tavolini nel raccogliere tazze vuote ed ordini.

Il rumore di questi fece smuovere Fabrizio che, non in grado di elaborare il detto, volle saperne di più.

Lo seguì afferrandolo ancora per un braccio bisognoso di risposte, fare domande e molto altro.

"Dimmi cosa diamine sta accadendo, Montanari!".

Marco lo scacciò e strinse i denti a quel tono ora alto e disperato.

"Perché Ermal dovrebbe mentirmi su una cosa così grave!?" sputò sentendo il suo cuore cominciare a spezzarsi.

"Non ti sta mentendo!" Marco prese le difese di Ermal.

Fabrizio sussultò e scosse la testa più volte incredulo.

No! Non era vero, Ermal non gli mentirebbe e non si prenderebbe gioco di lui, si sarebbe confidato, fidato.

All'ospedale ogni cosa era al suo posto.

Febbre, qualche giorno di riposo e non una malattia grave. I medici lo avrebbero detto e lui non se ne intende di cure o altro essendo ipocondriaco ed ignaro del mestiere.

"No, no, no!" alzò di più la voce il moro tremante e rotto. Non volle crederci.

"È uno stupido scherzo!" strinse i denti portandosi entrambe le braccia e mani attorno alla testa tenendosi nel mentre qualche ciuffo di capelli.

"No lui... non...".

Marco sospirò non potendo fare altro se non dire la verità per quanto gli costasse la promessa fatta. Occhi, espressione dispiaciuti ed un senso di conato a chiudergli lo stomaco a ricordo di quanto si sentì trafitto lui stesso da quelle parole; morire, poco tempo e non dire nulla.

"Ermal mi ha chiesto di non infrangere una promessa".

Il silenzio della stanza racchiuse il tutto in unica bolla. Fabrizio d'altro canto rialzò il viso conscio di avere gli occhi già sul punto di un pianto disperato.

"Quale promessa? Marco di cosa cazzo stiamo parlando, dimme tutto!" scandì ignaro di aver usato il suo accento tipico.

A quel punto Marco lo invitò a sedersi con un cenno.

L'altro sotto shock obbedì con mani riunite tra loro e occhi desiderosi di sapere.

Marco incrociò le braccia le posò sopra al tavolino con un sospiro trovando le parole giuste ed il modo in cui dare la notizia.

Dicembre || Ermal x FabrizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora