Urlare è terapeutico, almeno così mi hanno detto.
Mi hanno anche detto che è per questo che si grida durante una lite, perché fa stare meglio buttare tutto fuori, liberarsene. Il punto non è se poi te ne pentirai, perché a volte è meglio alzare la voce che rimanere in silenzio, ma le conseguenze.
Le conseguenze sono spesso disastrose, tu urli e cosa ti lasci dietro o cosa non ti lasci alle spalle?
Spesso non gridi a una persona ma ad un'idea, può accadere in così tanti modi, non sempre serve la voce, gli occhi possono dire molto di più e con più forza, vigore.
Ed è la cosa peggiore, tu urli, ti dimeni senza far rumore, ma il tuo aspetto è rumoroso, dice tutto, dice che sei a pezzi, che vuoi essere aiutata ma nessuno ti sente.
È come urlare sott'acqua.
Josie era nervosa, era agitata e non faceva che mordersi le labbra. Dentro di sé sentiva come un buco profondo, come qualcosa che cercava di risucchiarla.
Era un tornado e non aveva esperienza in questo, ma suo padre era lì.
Se lo avesse detto ad alta voce sarebbe stato reale, capiva perché era stato assente, anche se una parte di sé non la trovava una giustificazione. E ora avrebbe visto sua madre, una donna che ogni volta che le faceva del male la perdonava e le voleva bene. Di ogni suo errore se ne prendeva la colpa.
Sapete quanto questo sia contraddittorio? Amare qualcuno che ti odia.
La nave atterrò sulla pista dell'aeroporto tedesco, Yon-Rogg guardava lo schermo sul proprio polso, dove indicava il localizzatore.<<Vuoi aspettarmi qui?>>domandò lui fissandola con gli occhi gialli.<<Ti assicuro che torno>>
Ella non sorrise come lo fece lui<<So badare a me stessa>>
La ragazza si sedette sul metallo mentre egli saltava giù e correva sotto la luce del sole, con la sua tuta verde.
Ella indossava dei jeans aderenti, stivali, una maglia grigia del padre e sopra una giacca bordeaux lunga fin sotto le ginocchia.
Josie lo guardava allontanarsi, elaborare tutto ciò che aveva appena scoperto sembrava impossibile. Ad un tratto una fitta le colpì la testa, appoggiò le dita su essa e respirò a fondo.<<Basta>>sussurrò al suo potere.<<Lasciami stare>>
I suoi poteri non stavano cercando di prendere il controllo, al contrario, la stavano avvisando.
<<Josie?>>
Aprì gli occhi blu e capì, capì il perché di quella fitta.
Wanda le era davanti, era sorpresa.
Sembrava stare molto meglio rispetto a poche ore prima, nessuna conseguenza fisica ma nel suo sguardo c'era tanta tristezza.
Ella si alzò in piedi e scese dal mezzo, la guardò senza troppa confidenza, come l'aveva guardata a Sokovia un anno prima.<<Che cosa non capisci della frase "Non ti voglio vicina?">>
<<Non sono qui per fermarti. In realtà sono qui perché mi dispiace, mi dispiace tanto.>>mormorò sincera<<Mi dispiace per averti mentito, io ho convinto tutti a cercare delle risposte in quei file Hydra. Non perché credevo fossi una minaccia, ma perché volevo tanto darti quelle risposte. Non ero preparata, più cose decodificavamo e più volevo non aver avuto quell'idea>>
<<È troppo tardi>>
<<Potrebbe ma non credo lo sia. Non ho mai desiderato controllarti, volevo solo che tu non facessi cose di cui ti saresti pentita. Uccidere Ulysess, Adelaida, Strucker, i soldati, quelle ragazze e Ivan. Non possiamo tornare indietro ma possiamo cambiare il futuro, non trovi?>>
<<Dovresti andare via, Wanda>>disse a fatica.
<<No, Josie. Non ti lascio questa volta e non ho intenzione di tradire ancora la tua fiducia, perché tengo troppo a te. Ho cercato di farti tornare da noi nei modi peggiori, lo ammetto e non entrerò nella tua testa. È una promessa>>
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𝐅𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐓𝐇 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionL'universo ha visto molte guerre, ha sentito l'odore della cenere e ha visto il fuoco bruciare le anime dei propri eroi. Eroi che avevano un solo compito: proteggere la vita. Ma a volte è la vita stessa ad essere una fiamma che arde e ha un tempo b...