Capitolo 31

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Che cos'è un trauma?
In ospedale è molto semplice ricadere in questo termine, ogni ferita è un trauma per il nostro corpo ma se ne parliamo in un reparto di psichiatria ogni dottore, infermiere o paziente vi darà l'esempio della cosa peggiore che abbiano visto o vissuto.
Un trauma non è un brutto episodio, non è una lite in famiglia, non è un periodo, non è un gioco, è la massima espressione di un dolore muto, un dolore così silenzioso che solo tu riesci a udirlo ma nessuno riesce a intravederlo. 
Una persona traumatizzata non è detto si possa notare, a volte quel trauma è così indelebile, cosi avvallato, penetrante che si nasconde tanto infondo da non riuscire neanche a riconoscerlo. Sono i traumi che non puoi vedere, perché la tua mente non riesce a sopportarli, non perché si è deboli ma perché è troppo da poter sopportare per una qualsiasi anima, perciò vanno a nascondersi nell'inconscio, un posto così oscuro da torturarti. 
Si crea l'illusione che non puoi soffrire per qualcosa che non ricordi, che non ti manca, che non hai vissuto ma è questo il problema: o smetti di provare emozioni o per una qualsiasi cosa ti senti atterrito, come se qualcuno non vedesse l'ora di pugnalarti alle spalle, così che tu non possa vederlo.
Un trauma ti cambia, certo e ricordarlo è comunque un incubo continuo, non importa quanto sbatti gli occhi, lui sarà lì ogni volta. Non riesci a scollartelo di dosso, è una sensazione malvagia, quasi fosse una colla che hai addosso e sai di non poterla togliere, neanche se ti fai del male provandoci. 
Perciò che cos'è meglio? Non ricordare? Sentendo in continuazione di essere vulnerabili, sbagliati e magari pazzi, perché si, ti senti pazzo quando non sai perché la tua mente ti dice che fa male ma non sai perché o è meglio ricordare? Sapere che cos'hai perso, che cosa ti hanno fatto o cosa ti sei fatto, questo tormento che ti fa pensare che è colpa tua, che te lo meriti, che il mondo ti ha fatto questo. 
Un trauma non passa, il trauma scende dentro di noi ogni giorno, ti dice che è questo il modo di andare avanti, pensi di star dimenticando il dolore ma non è così. Resta la cicatrice e non esiste cicatrice che non possa riaprirsi.
Josie conosceva bene le cicatrici, quante ne aveva avute? E quante aveva dovuto cancellare per sembrare una perfetta bambola di porcellana? Ma pensava che lo sfregio non fosse la ferita, non aveva mai pensato che per essere l'ideale spia aveva anche dovuto essere come gli altri avevano desiderato, era stata modellata da chiunque e non provare sentimenti le era stato d'aiuto.
Quella mattina si alzò di soprassalto, un altro incubo, un altro ricordo, non c'era il lago di ghiaccio, c'era solo sua madre che la legava ad una sedia ma questa volta era per mostrarle che cosa aveva fatto, Pietro era morto. 
Era nella sua stanza alla base, non ricordava come ci fosse arrivata e la testa sembrava andarle a fuoco. Tolse le coperte dal proprio corpo e vide la valigia disfatta.
Pietro aveva impostato il pilota automatico e aveva preso l'unica lettera che aveva trovato, quella di Hermann e la scatolina, erano arrivati la sera tardi e aveva deciso di non dire niente a Wanda su cosa era capitato. L'aveva portata a letto in braccio, aveva sistemato le valigie e poi era andato alla riunione segreta, era stata una notte intensa a parlare di quello che era uscito fuori.
Si alzò piano, la sua testa cercava di ricordare domandandosi se fosse abbastanza forte per questo, per realizzare con quello che aveva scoperto. Ma ogni mente, ogni subconscio, sceglie dove il ricordo deve stare e scelse di lasciare che fosse conscio.

<<Buongiorno, finalmente sei sveglia>>mormorò una voce alle sue spalle.

Josie indossava, sopra la biancheria intima bianca, una maglia grande grigia del ragazzo e quando si voltò vide Pietro, sentì il suo battito del cuore accelerato, era agitato. Pensò che doveva essere per la corsa, come al solito ma ovviamente non era così.

<<Ciao>>

Lui si avvicinò e allungò una mano verso i capelli di lei, le tirò indietro una ciocca rossa con dolcezza ma ella si spostò<<Come ti senti? Mi hai spaventato ieri>>

<<Mi dispiace>>ammise, l'era difficile scusarsi e in quel momento si domandò per quale delle tante cose chiedeva perdono. 

<<Non fa niente, l'importante è che stai bene>>sussurrò piano, così piano che ella si sentì in colpa.  Prese la valigia e la porto nell'anticamera.

𝐅𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐓𝐇 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora