Ci poniamo delle domande per tutta la vita, vengono dette domande esistenziali.
Perché sono qui? Perché sono nata? Esiste qualcosa dopo la morte? Esiste il Grande Capo?
Qual è il mio scopo? Perché è successo tutto a me?
Diciamoci la verità, almeno una volta nella vita ci siamo posti queste domande e le abbiamo odiate. Perché non c'era risposta, nessuno ci risponde alzando la cornetta del telefono o mandando un segno, rimane solo un punto interrogativo, fino a quando non t'importa più.
E le domande sono pericolose, soprattutto quelle senza risposta, perché posso portare una persona alla pazzia, al dolore, alla rabbia. Se invece avessimo semplicemente sbagliato la nostra richiesta? Se bisognasse riformularla in qualcosa di diverso?
Quando Josie aprì gli occhi si sentì come se fosse stata riempita di botte, le faceva male tutto il corpo, ogni osso, ogni fibra di sé.
Si era sentita così solo nella Stanza Rossa.
Questo voleva dire che era viva ma non fu ciò che avrebbe voluto, voleva solo che tutto finisse, in qualsiasi modo, basta che finisse.
Osservò il soffitto di metallo e sbatté le lunghe ciglia, non riconosceva l'ambiente senza crepe e quando si abituò alla vista si alzò a sedere.
Era una stanza particolare, era arredata con dei muri di metallo verde, divisi da una linea di luce bianca neon, c'era una scrivania, mobili e sembrava essere stata riempita proprio per lei. C'erano un peluche dall'aria vecchia, era un orso, c'erano dei libri, un gira dischi, una console tecnologica, molti cuscini e lenzuola erano bianche. C'erano dei portafoto, parevano degli anni Novanta e avevano ancora le foto di copertina, era strano ma confortante. Si alzò dal letto matrimoniale ma inciampò in qualcosa, aveva uno strano filo nero che le entrava nel braccio, inclinò la testa stranita e lo toccò, esso brillò, si svuotò diventando trasparente e si ritrasse.
Si inginocchiò sotto il letto, per seguire la flebo e vide delle sacche verdi, capì che era sangue. Indietreggiò finendo su un tappeto chiaro e guardò il suo riflesso ad uno specchio, indossava una tuta unita impersonale bianca. I capelli erano puliti, sembrava diversa, il suo aspetto era diverso, la pelle era meno pallida del solito, i capelli erano più lucenti.
Si rialzò appoggiando una mano sul vetro e improvvisamente si accese qualcosa, apparve una luce strana e si voltò, la parete si alzò e rivelò una grande finestra dalla forma insolita.
Quando vide oltre mise le mani sulle labbra, avrebbe potuto mettersi a gridare ma non lo fece, rimase solo spiazzata. Si avvicinò piano trattenendo il respiro, e capì, capì di essere su un altro pianeta.
C'era una vista mozzafiato di una città aliena, il cielo era molto più giallo di quello terrestre, quasi senape. I palazzi erano di una natura completamente diversa da quella umana, tutto era di metallo ma questo non rendeva il posto inospitale, al contrario, rifletta a luce tra le vetrate e i tetti erano allungati come pista di atterraggio per navicelle.
Sentì un rumore e per questo si voltò subito, allungò le mani, come se dovesse essere pronta a lottare ma apparve una figura che conosceva. Suo padre, no, si disse che non l'avrebbe chiamato così, quindi era Yon-Rogg.<<Buongiorno anche a te, Jo>>sorrise grattandosi il capo castano. Egli indossava una maglia nera sintetica e pantaloni aderenti, era leggermente sudato ed ella giurò di sentire il suo cuore battere forte.
<<Dove siamo?>>
<<Sei su Hala, il pianeta natale dei Kree. Il tuo pianeta natale>>rispose, era nervoso, agitato, voleva fare le cose piano, voleva essere perfetto per lei. Ma Josie restò con la bocca mezza aperta, inclinò la testa<<E' la tua casa, lo è sempre stata>>
<<Perché mi hai portata qui?>>
<<Tu lo volevi. Su C-53, la Terra, vogliono ucciderti, ricordi?>>La ragazza respirò piano, questo particolare non lo aveva realizzato. Lui si avvicinò<<Va bene, tranquilla. Sediamoci>>
Lui andò a sedersi sul letto ed ella, senza dargli confidenza, lo imitò. Guardò il panorama incredibile, era tutto così pazzesco, irreale.<<Cosa mi hai messo nel sangue?>>
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𝐅𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐓𝐇 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬
FanfictionL'universo ha visto molte guerre, ha sentito l'odore della cenere e ha visto il fuoco bruciare le anime dei propri eroi. Eroi che avevano un solo compito: proteggere la vita. Ma a volte è la vita stessa ad essere una fiamma che arde e ha un tempo b...