Capitolo 22

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Per ogni essere umano è facile dare scontato quello che ha, è come se la certezza fosse della colla, pensiamo resterà sempre attaccata a noi.
In realtà niente dovrebbe essere dato per scontato, perché niente è per sempre, proprio niente. Né le persone, né le relazioni o le cose.
Era a questo che Josie pensava nella sua stanza, negli ultimi giorni aveva trascorso molto tempo con Pietro e la sua mente continuava a chiedersi se fosse una buona cosa.
Con J era stato tutto un turbine di passione, di realtà, di felicità strana, era l'unico ad averla mai fatta sentire al sicuro, dopotutto il suo mentore era stato il primo uomo con cui fosse stata, il suo primo amore e forse anche di più. 
Ma si disse una cosa, "Le persone che ami non ti farebbero mai del male. Mai. "

<<Come mai resti lì a fissarti allo specchio? Non pensavo fossi così presa da te stessa>>

Josie si girò di scatto e incontrò Pietro attaccato al muro, di fianco al letto matrimoniale. Il ragazzo aveva le braccia piegate sul petto, indossava dei jeans alti e una maglia bianca a maniche lunghe.
Era la prima volta che lo vedeva con qualcosa che non fosse una tuta Stark.

<<Non busserai mai, vero? Sei peggio di Visione>>

<<La risposta è che non mi piace aspettare che qualcuno mi apra, mi annoia>>sorrise buttandosi sul letto.<<Allora? Come mai ti guardi allo specchio da un'ora?>>

Josie sbuffò e tornò a guardare il suo riflesso, portava i capelli rossi mossi, negli anni aveva fatto moltissime tinte e indossato mille parrucche ma tornava sempre al suo colore, senza mai rovinarlo.
Pietro ammirava la sua figura da dietro,  vestiva con un maglione bianco aderente che entrava in una gonna corta beige scozzese, con righe nere e rosse, formavano dei quadri. Riusciva a vedere le unghie dei piedi colorate di bianco, era stata Wanda a farle. 

<<Non lo so>>

<<Interessante, non sono Freud, quindi faccio schifo con la psicoanalisi ma il mio consiglio è di non pensarci troppo. I pensieri incasinano tutto>>

Ad elle scappò un sorriso e si voltò sulle punte, Pietro le guardò le lunghe gambe perfette. <<Già, sei profondo quanto il cuore del Segretario Ross>>

<<Eccolo, è questo il problema>>mormorò con fare poco serio.<<Pensavo avessi detto che non vuoi creare problemi al coglione 2.0>>

<<Non voglio rovinare anche questo>>

Su questo Pietro ne era sicuro, avevano scoperto poche cose dai file. Erano in tedesco ma anche in latino, ebraico e arabo. Era complicato.

<<Certo che se continui a rimuginare su questa storia non andrai lontano>>

<<Intendi metaforicamente?>>inclinò la testa lei.

Maximoff rise e si mise a pancia in su, notò sul soffitto dei segni, erano come delle crepe disegnate con una matita. Fece una smorfia confusa.

<<Ehm...Josie, che cosa hai fatto a questo soffitto?>>

Josephine seguì il suo sguardo e poi alzò le spalle, si arrese e andò a sdraiarsi proprio di fianco a lui. Appoggiando così le gambe nude sul muro, guardò il lavoro che aveva fatto e si morse un labbro.

<<È buffo che te ne sia accorto solo dopo tutti questi mesi, stai perdendo colpi>>

<<Divertente.>>mormorò<<Ora dimmi perché, non ti piace vivere in un posto da ricconi?>>

<<Ecco...penserai che sono una nostalgica masochista fuori di testa con il complesso di Stoccolma>>

<<Tranquilla, lo penso già>>Molov lo colpì al fianco con una gomitata<<Ahia! Stavo scherzando!>>

𝐅𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐓𝐇 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora