Capitolo 55

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Da piccola c'era sempre una domanda che mi facevo, una frase che mi ripetevo nella mia mente ancora e ancora. Mi tormentava ed ero davvero troppo piccola per pensarci, però ne ero ossessionata. 
E' tutto qui? 
Lo so, non sembra una cosa così sconvolgente per un monologo ma per me lo era. Ogni aspettativa che mi facevo era sempre delusa dalla realtà, non ero mai soddisfatta davvero, fingevo di esserlo per compiacere gli altri.
Ma alla fine di ogni cosa, di ogni giornata, mi dicevo ancora "E' tutto qui?".
Questa dovrebbe essere la mia vita? No, ci deve essere di più.
Immaginavo di essere diversa, come in realtà credo facciamo tutti, credevo di essere destinata a grandi cose e a grandi cambiamenti, per questo ero così arrabbiata ogni volta che mi succedeva qualcosa di brutto, perché credevo che il destino mi dovesse delle scuse.
Ero convinta fermamente che ogni cosa che ci capita deve essere ripagata, che alla fine ci sarà un fottuto premio, perché siamo stati coraggiosi e forti, ma quella ricompensa non arrivava mai.
Per una bambina che ha più sogni che scarpe può essere davvero straziante vedere che niente cambia, che nessuno verrà a salvarti o a mandarti una lettera da Hogwarts, un biglietto aereo per gli Stati Uniti o chissà, qualcuno avrebbe dovuto creare un Super Soldato. 
Quindi continuavo ad aspettare un enorme svolta nella mia vita, pensavo di meritarmelo.
Poi cresci e ti rendi conto che se non cambi tu le cose nessuno lo farà per te, perciò o accetti quello che hai intorno o vai a prendertelo.
E' così che metterei a paragone Bucky e Pietro, i fatti erano chiari : Pietro aveva speso 10 mesi temporeggiando, alla fine si era affezionato allo SWORD, era più che un patto, era il suo lavoro e il suo piano per trovare Josie faceva acqua da tutte le parti perché non si alzava per andare a tappare i buchi. E a tappare quei buchi, lasciamo stare la somiglianza di parole, era stato Bucky.
Barnes era un tipo pratico, d'azione, che arrivava ai suoi obiettivi e mai per disperazione. Quello che stava facendo non era per riportare Josie sulla Terra, o almeno sì ma non nello stesso modo in cui intendeva farlo il velocista.
Di questo era sicuro Stephen Strange, che Josephine non era sulla Terra e che qualcuno stava cercando di farla tornare. Non ce l'aveva con lei, non la temeva, aveva fatto solo quello che doveva, per come gli avevano spiegato le cose.
Chissà se l'avesse conosciuta da che parte davvero sarebbe stato.
Quando Strange raccontò quello che era accaduto a Thor e Loki, i due fratelli non avevano proferito parola su ciò che loro conoscevano. Thor era scosso, confuso e incredulo, non poteva pensare che tutto era andato a rotoli, non poteva credere che gli Avengers non esistessero più.
La verità era che lui non si sarebbe schiarato, doveva solo avvisare i suoi amici, tutti.

<<Puoi portarci da Bruce Banner?>> domandò alzandosi dalla sedia, era serio e mise una mano nei capelli corti, ora possedeva anche la barba. Lunga storia sul taglio.

<<E mi direte ciò che sapete su Fiamma?>>

<<Sì, Stregone>>

<<Fratello, sicuro che dobbiamo andare prima da quello verde? Non so se ti ricordi l'ultima volta che mi ha visto>>domandò Loki, Thor gli diede un'occhiataccia<<Va bene, facciamo questa cosa stupida>>

Thor non aveva un piano ma doveva trovare anche la squadra di Steve, quelli che ora erano criminali, ma non poteva sapere quanti fossero davvero corrotti. Avrebbero ritardato la visita ad Odino di solo un giorno, così si disse. 
Strange lasciò un messaggio a Wong, suo fedele compagno e aprì un portale brillante, diretto alla base degli ex Avengers.
Quando il dottore oltrepassò il cerchio qualcuno urlò, Rhodes era sul divano e prese un bello spavento vedendo la scena aprirsi così da nulla, Thor e Loki lo seguirono e War Mashine scattò in piedi.

<<Rhodey, è un piacere rivederti>>disse Thor alzando l'ombrello.

<<Tu scompari per mesi e torni così? Amico, ma che diavolo ti prende?!>>sclerò alzando le mani in aria.

𝐅𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐓𝐇 - 𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora