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Dopo tre giorni dalla mia splendida rottura, spiattellata su un sito di pettegolezzi e di dominio pubblico di tutta la scuola, devo dire che mi sento molto meglio. 

Non ho pianto, non sto male perchè Lucas sta con un'altra -anche se devo ammettere che vederli attaccati contro una parete a pomiciare, è fastidioso- e soprattutto, non mi sto ingozzando di cibo. 

Okay, l'ultima parte forse è una bugia, ma il resto è tutto vero! 

Gin mi guarda con gli occhi socchiusi. Lei non la pensa come me, anzi, è convinta io stia fingendo di non star sprofondando in un baratro. 

<<te l'ho già detto, non c'è alcun baratro. Sto bene!>> le ripeto di nuovo. Siamo solo alla seconda ora eppure mi ha già chiesto mille volte come sto. <<hai pianto ieri?>> domanda.
Fiera di me scuoto la testa. <<né ieri sera, e né la sera prima!>> 

Invece che sorridere mi fissa di storto. 

<<Gin, devi stare tranquilla, sto bene!>> cerco di rassicurarla ancora. <<ora lasciami andare a prendere i libri nell'armadietto.>> 
<<vengo con te!>> esclama.
<<non ho intenzione di fare atti incoscienti in tua assenza, soprattutto per Lucas. Perciò puoi raggiungere James, non c'è bisogno che tu mi segua ovunque.>>
<<ma non ti sto seguendo, devo prendere i libri anche io!>> risponde. Piego la testa di lato. <<il tuo armadietto è vuoto e tutti i tuoi libri li hai nello zaino.>>
Sbruffa. <<tranquilla!>> sorrido. Esco nel corridoio. <<ci vediamo direttamente in classe!>> le urlo mentre io mi dirigo verso destra e lei dalla parte opposta. 

Percorro rapidamente il corridoi. Quando arrivo davanti al mio armadietto, invece che aprirlo subito, fisso l'enorme parete a vetri che da al cortile difronte a me. Questa parte del corridoio mi piace tanto, illumina tutto. 

Faccio un respiro profondo e torno a girarmi. Apro l'armadietto e ci infilo i libri che non mi servono più. 
Prima che abbia il tempo di richiudere l'anta, qualcuno mi afferra per le spalle. 

<<devi venire con me!>>
Chiude l'armadietto al posto mio e mi spinge lungo il corridoio. 
<<che ci fai tu qui??>> chiedo girandomi e fissando il suo mento sopra la mia testa. 
<<sono venuto a prenderti.>> risponde lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Usciamo dalla porta accanto alla parete in vetro, e ci ritroviamo in cortile. Rhys continua a tenermi le mani strette intorno alle spalle. 

<<ma io devo...>>
<<devi venire con me.>> finisce la mia frase. <<non era proprio questo che volevo dire>> borbotto.

Mi guardo intorno. 
Fortunatamente non c'è in giro nessuno nel cortile a quest'ora, visto che sta per iniziare un'altra lezione. 

Rhys mi accompagna fino alla sua jeep, mi apre la portiera e mi guarda. 

<<mi stai rapendo?>> chiedo cercando di nascondere un sorriso divertito. <<puoi definirlo così, o puoi decidere di non opporre resistenza e salire in auto.>>
Sorride, ma il suo tono mi sembra stranamente serio e questo mi turba.
<<è successo qualcosa?>> domando senza più sorridere. Lui si appoggia con il gomito alla portiera della macchina e mi guarda. 

Sta pensando a cosa dire, e da quanto tempo ci sta mettendo non mi sembra sia una cosa buona. Subito mi vengono in mente i miei genitori, i miei fratelli, la mia famiglia. E' successo qualcosa? Il fratello di Rhys? Qualcuno sta male?

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora