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Quando Rhys mi aveva detto di vestirmi comoda, tutto avrei immaginato, tranne che mi sarei messa a camminare lungo una ripida salita, per arrivare in cima ad una collina. 

<<ti prego Rhys, dimmi che stiamo facendo!>> lo supplico. Davanti a me cammina a passo spedito e scuote divertito la testa sotto al suo cappellino, sistemato con la visiera al contrario. A differenza sua, io trascino i piedi sull'erba e lo seguo come se stessimo scalando l'Everest. 

La nostra piccola cittadina è caratterizzata dalla sua posizione strategica. Si trova esattamente nel mezzo tra una piccola catena di colline e il mare. Dista esattamente quindici minuti da entrambi i luoghi. Questo suo essere un posto una volta circondato da alberi e paludi isolandolo, gli ha procurato, molto tempo fa, il nome di Hidden Hills. 

Per fortuna adesso non è più nascosto, anzi, poco oltre i nostri confini c'è una grande città e la contea ora si è ingrandita, ma il nome è rimasto quello.

<<cammina, Gwenny, sei veramente lenta!>> 

Quando alzo lo sguardo lo vedo, già in cima a sorridere come per prendermi in giro. 

Effettivamente, ha fatto bene a farmi tornare in casa quando sono salita sulla sua auto con dei jeans e a costringermi a mettere in pantaloni di una tuta, se avessi ancora addosso i jeans sicuramente sarei già tornata a sedermi in macchina dopo aver provato a fare qualche metro.

Faccio un ultimo sforzo e raggiungo Rhys. 

<<finalmente!>> esclama. Si sistema lo zaino sulla spalla e mi indica una delle grandi querce qui intorno. <<andiamo a sederci lì>> 

Lo seguo, ma quando sto per sedermi stanca sotto l'albero, lui mi blocca.

<<aspetta!>> ridacchia. Tira fuori dallo zaino una coperta e la sistema sull'erba. Con il capo mi fa capire che ora posso sedermi. 

<<che stiamo facendo?>> domando sistemandomi con la schiena poggiata al tronco. <<è un posto tranquillo>> risponde. Si siede accanto a me e fissa dritto davanti a sé. <<e c'è una vista splendida>> aggiunge. 

Lo imito. 

Fisso oltre la staccionata di legno. Riesco perfettamente a vedere la nostra città e il mare calmo. 

<<hai ragione>> ammetto estasiata. 

Il cielo sembra dividersi e il sole trascina giù con sé l'azzurro, lasciando del rosa sulla sua scia che presto diventerà il nero della notte.

<<perchè siamo qui?>> chiedo.
 <<perchè il nostro accordo prevede che io ti faccia vedere ciò mi piace e che tu faccia lo stesso.>> mi risponde guardandomi. Mi volto anche io verso di lui. <<io e te non abbiamo fatto nessun accordo>> sghignazzo. Lui si stringe nelle spalle. <<invece sì, e questa è una cosa che secondo me ti piacerà.>> 

Torno a guardare il cielo davanti a noi. 

<<questo non fa parte dell'accordo.>> dico. <<allora lo ammatti che c'è un accordo!>>esclama e  urta scherzosamente la sua spalla contro la mia.
Sento i capelli sulla nuca drizzarsi. <<beh, non fa comunque parte di quello che hai detto prima>>

Teoricamente, non abbiamo fatto nessun accordo. Lui ha deciso di mostrarmi cosa gli piace e vuole che io faccia altrettanto. E' più una sua iniziativa che un accordo. E in ogni caso ora non mi sta facendo vedere qualcosa che gli piace, né lo sto facendo io, in questo momento mi sta mostrando qualcosa che pensa possa piacermi. 

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora