Dovrei essere a scuola, seduta dietro un banco a prendere appunti e invece mi trovo a ridere a crepapelle, mangiando cibo cinese direttamente dalla scatole in cui ci è stato portato, con addosso vestiti non miei e vicino ad un ragazzo che sta facendo l'imitazione di suo zio Alfred, che purtroppo per lui, è il bersaglio preferito proprio di Rhys e suo fratello.
Abbiamo finito di distruggere ciò che rimaneva della cucina, ho pianto un altro pò -cercando inutilmente di non farmi vedere, più arrabbiata che triste. Dopo abbiamo pulito il pavimento del seminterrato che adesso non è più ricoperto di pezzi di legno e mobili rotti, e ci siamo lanciati stanchi sul vecchio pouf polveroso.
<<la smetti di ridere?>> chiede Rhys con la schiena contro la mia.
<<non ci riesco!>> esclamo ridendo ancora più forte.
L'immagine di Rhys e suo fratello che staccano il parrucchino costoso dello zio mi spunta in testa e non posso far altro che sbellicarmi.
<<e poi?>> chiedo ancora. La storia mi interessa.
Mentre prendo un pò di spaghetti alla soia, con le bacchette che tremano tra le dita, aspetto che continui.
<<River ha lanciato il parrucchino appena nostra madre è entrata nella sala da pranzo.>> mi dice. <<ti ho detto che mia nonna ha un cane?>> chiede.
<<è importante?>>
Mi giro un poco, cercando di guardarlo in faccia. Siamo seduti schiena contro schiena ed entrambi mangiamo i nostri spaghetti con le bacchette. Si è categoricamente rifiutato di darmi una forchetta perché, parole sue, o le cose le fai bene o non le fai per niente.<<sì, se si considera che quei capelli finti sono finiti sulla sua cuccia. Quando mia nonna è andata a prendere il suo piccolo Jonnhy per poco non le è venuto un colpo trovandolo così... inconsistente.>>
Scoppio di nuovo a ridere e lui prende un altro pò di spaghetti sghignazzando.
Imita di nuovo la voce bassa al contempo agitata dello zio, pronunciando le vocali tutte chiuse facendomi ridere ancora più forte.
<<Rhys?>>
La voce melodiosa di una donna lo chiama dal piano di sopra. In casa non c'era nessuno fino ad ora e mi sorprendo di non aver sentito la porta.
Rhys accanto a me raddrizza le spalle e smette di ridacchiare.<<sei sotto?>> chiede ancora la donna. Scommetto che sia sua madre e la conferma mi arriva proprio da lui.
<<è mia mamma. Puoi aspettare qui?>> chiede, ma senza aspettare una mia risposta poggia la scatola con gli spaghetti a terra e si alza. Sale le scale in fretta e si ferma alla porta che da al corridoio del piano di sopra.
<<sì>> rispondo, a me stessa e non a lui che sta già parlando con sua madre.
Lo sento borbottare a bassa voce e rispondere alle domande della mamma, che però non colgo.<<no, grazie. Non credo... io... no, ma... okay, sì>>
Sono proprio una pettegola senza pudore. Abbasso lo sguardo sugli spaghetti marroni nella scatola oleata.
Muovo le bacchette tra la pasta e sospiro.Sono curiosa? Sì.
Voglio sapere cosa si stanno dicendo? Certo.
È giusto origliare la loro conversazione? Assolutamente no.Sospiro e continuo a muovere le bacchette dentro la scatola ancora piena.
<<Gwenny...>> mi richiama Rhys. Alzo di scatto la testa e lo fisso.
In cima alle scale mi guarda, con una mano sulla porta per tenerla socchiusa, l'altra mano dietro la testa mentre si gratta, per qualche strano motivo a disagio, la nuca e un sorriso imbarazzatissimo che mi fa ridacchiare.
<<ti va... di...>>
<<dai!>> lo incita la mamma. Vedo la mano di lei entrare dalla porta e toccare il braccio del figlio.
<<mamma!>> esclama lui a bassa voce. Ma non abbastanza bassa per non farsi sentire.Trattengo un risolino divertito.
<<ti va di mangiare qui, Gwenny?>> domanda veloce. Vedo benissimo le guance tingersi di rosso mentre si passa una mano tra i ricci.
<<volentieri.>> rispondo sorridente.
Lui rilassa di poco le spalle e torna a girarsi verso la porta. Scambia qualche altra battuta con la mamma e poi richiude la porta.
Scende gli scalini e mi raggiunge di nuovo. Sembra molto meno a disagio di prima. Non so bene il perchè, fino a dieci minuti fa rideva ed era rilassato e poi, quando sua mamma lo ha chiamato, si è irrigidito immediatamente. Ma posso immaginarlo.
<<non devi per forza.>> mi dice in piedi difronte a me.
<<non ho accettato per forza.>> ribatto.
Lo vedo imbarazzato e senza volerlo rido divertita.
Rhys Hale è in imbarazzo, e la cosa non si addice per niente al suo modo di essere.
<<ma con questi?>> domando alzando la scatola verso di lui.
<<ma se sei riuscita a mangiarne al massimo due fili!>> esclama sghignazzando. <<non è vero!!>> Abbasso lo sguardo sulla scatola che è praticamente piena.
Forse è vero.
<<guarda che ti ho vista, non vai per niente d'accordo con le bacchette.>>
Dopo questo mi porge le mani. Lo guardo domandandogli silenziosamente cosa vuole fare.
Con la testa indica il pavimento. <<poggiala a terra>> ordina riferito alla scatola.
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inevitabilmente
Teen FictionNon è davvero strano come vanno a finire le cose? Anzi, sarebbe meglio dire come iniziano. Non è davvero strano come anche un semplice gesto, o un sorriso buttato lì, sarà il principio di qualcosa di più grande? Quando ti accorgi che tutte le cose...