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Corro da una parte all'altra della stanza.

Sento il clacson di James starnazzare fuori casa. Siamo in ritardissimo.

<<Okay, siamo pronte!>> esclama la mia migliore amica chiudendo il tubetto di mascara. Saltello verso di lei su un piede solo, mentre cerco di infilarmi la scarpa con il tacco.

<<James ci ucciderà.>> le dico appoggiandomi alla sua spalla e infilando finalmente la scarpa. Fa un semplice gesto con la mano, come per liquidare l'imminente ira assassina del nostro amico, e continua a guardarsi allo specchio.

I vestiti che ci siamo comprate ci vanno proprio a pennello. E poi, Gin starebbe bene con qualunque cosa addosso, ma questo abito rosa chiaro a tubino le dona davvero tantissimo. Uno splendido contrasto con i suoi forti capelli neri.

Si gira verso di me e sorride. <<l'azzurro ti sta proprio bene, soprattutto ora che ancora mantieni la tua abbronzatura.>>

Le sorrido per ringraziarla e le faccio cenno di uscire di corsa.

Mentre schizziamo, o almeno camminiamo al massimo della velocità che ci permettono questi trampoli, afferro il mio zainetto con le mie adorate converse e seguo Gin al piano di sotto.

Sua mamma ci sorride entusiasta. <<siete proprio bellissime!!>>

Gin fa un giro su se stessa per farsi vedere meglio e poi, afferrandomi un braccio, mi fa fare le stessa cosa. Faccio attenzione a che la gonna svasata del mio vestito non mostri ciò che non deve, e poi sorrido a Carla.

Lei continua a farci i complimenti. Ci chiede anche una foto così la farà vedere a Emma, che è ancora al lavoro. Il suono lungo e insistente del clacson di James ci interrompe.

Gin fa un respiro profondo. <<lo odio quando fa così, veramente!>> strilla spalancando la porta. <<mi raccomando!>> esclama Carla seguendoci con lo sguardo fino alla porta. <<tranquilla.>> la rassicuro e mi chiudo in macchina.

James si perde in un monologo furioso sul fatto che debba sempre aspettarci per "ore" in macchina, e quanto vorrebbe lasciarci a piedi per farci un dispetto. Farebbe davvero paura, vista la sua vena sul collo che potrebbe esplodere a secondi, se non fosse però che Gin è persa in una conversazione sicuramente molto più interessante con Mason e io sto leggendo i messaggi di Lysa. Perciò non lo sta ascoltando nessuno.

Il mio migliore amico però, riesce a calmarsi giusto in tempo e mentre parcheggia prende un respiro profondo. E' il primo a scendere dall'auto, Gin e Mason lo seguono a ruota continuando a a parlare e io rimango in auto cercando di infilarmi di nuovo le scarpe. E' una cosa che Gin odia, il fatto che in macchina tolga i tacchi per risparmiare ai miei poveri piedi ulteriore tortura, ma non sono abituata come lei a queste scarpe.

Sospiro.

Reggendomi alla portiera esco dalla vettura. Mi schiarisco la voce, attirando l'attenzione di James che sbruffando torna indietro e mi offre il braccio.

<<lo so che in fondo ti fa piacere che io ti usi come accompagnatore.>> gli sorrido. Ricambia scuotendo la testa. <<come bastone vorrai dire!>>

La casa è grandissima ed estremamente piena, come ad ogni sua festa. È una casa bellissima, nel quartiere residenziale della città, e anche se tutti credono che Every viva qui nessuno, tranne me e Gin, sa che invece appartiene a suo zio. Every abita invece con la madre in una villetta due isolati più avanti di Gin. Non si vergogna di casa sua, anzi ne va molto fiera, ma per qualche motivo preferisce che gli altri credano a questo suo lato, come se fosse l'unico.
Non posso far a meno di fissare l'ingresso, che ora, pieno di palloncini e festoni, non sembra per niente lo stesso dove io, Every e Gin giocavamo da piccole.
 Praticamente tutta la scuola è qui, persino ragazzi che si sono diplomati l'anno scorso con quelli che saranno amici del college.

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora