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Ed ecco la familiare sensazione allo stomaco, che si presenta puntualmente l'ultimo giorno di libertà. L'ultimo giorno d'estate.

Quella cosa che ti prende quando ti rendi conto davvero che la mattina non potrai più alzarti all'ora di pranzo, che il pomeriggio non potrai più uscire con la spensieratezza di chi non ha compiti per il giorno dopo, quella sensazione che ti colpisce quando ti rendi conto che non potrai più andare a dormire tardi, o non dormire proprio, e rimanere invece sveglia ad aspettare l'alba, ma dovrai al contrario andare a letto presto perché "domani c'è scuola".

Quella sensazione che ti dice "ehi, l'estate è finita!" Ce l'avete presente, sì?

E quando alzo lo sguardo verso i miei amici capisco che anche loro avvertono lo stesso peso nel petto.

Lo capisco da come sorridono e si guardano intorno, sapendo che domani alle otto di mattina staremo correndo per riuscire a prendere il pullman.

Sorrido anche io, proprio quando ci fermiamo difronte casa mia.

<<allora a domani.>> saluto. Abbraccio la mia amica Gin e saluto con la mano James, che ha fatto questa strada per accompagnarci a casa e non lasciarci tornare da sole.

<<mi raccomando, domani alzati presto eh!!>> esclama lei fissandomi sorridente. <<sì, e tu mandami un messaggio appena arrivi.>> sorrido anche io e poi apro il cancelletto di casa.

La casa è tutta buia, solo la camera dei miei genitori è illuminata.

Quando silenziosamente entro in casa, passo dalla sua stanza. <<allora, ti sei divertita?>> mi chiede mia mamma abbassando il volume della televisione. Papà dorme accoccolato accanto a lei quasi come fosse un koala. Vederli così mi fa sorridere. 

Annuisco stanca e lei mi sorride, come per dirmi di andare a dormire. E così faccio, le auguro la buonanotte e percorro il corridoio, passando difronte le stanze dei miei fratelli, una volta nella mia stanza mi lancio a peso morto sul letto. Mi costringo a stare sveglia fino al messaggio di Gin che mi dice di essere arrivata a casa, compreso di tutte le sue raccomandazioni per la mattina che verrà, quando mi arriva anche un messaggio da parte di James, mi rilasso pronta a dormire. Senza neanche disturbarmi a mettere il pigiama.

Eppure, nonostante la stanchezza il sonno non arriva. Forse non sono nella posizione giusta, o forse sono i pantaloncini di jeans. Mi infilo velocemente il pigiama e torno a sedermi sul letto. Forse è il cuscino. O forse è semplicemente quella sensazione che continua a pesarmi sul petto. Non capisco se dentro di me sento l'eccitazione per il nuovo anno scolastico, o la tristezza per l'estate che è andata via correndo veloce.

Sospiro. Penso un attimo a Gin che mi aspetta alla fermata del bus, ai corridoi della scuola, al ballo di primavera e a quello di fine anno, alle compagne, alle feste, ai professori, ai compiti, alla mensa, ai test in classe, alla divisa che pulita e stirata mi aspetta sulla sedia della scrivania, pronta per domani e per tutto l'anno.

No, non sono per niente emozionata per la scuola, rivoglio la mia amata estate!

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora