<<vieni Gin!>> esclama mia madre salendo in macchina. Gin mi guarda pregandomi di lasciarla qui, ma io le faccio cenno di salire in macchina con noi. E quando mio padre le grida che è contento che venga anche lei, non può proprio tirarsi indietro. Ci sistemiamo sedute vicine, e poi mi sussurra: <<ma è una cosa di famiglia, io...>> <<sta zitta, Gin, e sorridi!>> la interrompe Jackson sistemandosi davanti, e lei estremamente imbarazzata serra la bocca e appoggia la testa sulla mia spalla, facendosi cadere sul viso i capelli, quasi per nascondere il rossore sulle sue guance. La mamma accende il motore, quando papà, nell'altra macchina insieme agli altri, le fa cenno di partire per prima. Mando un messaggio dal telefono di mia madre, alla madre di Gin per rassicurarla e poi mi sistemo sul sedile. La mamma comincia a parlare di come le mancheranno i suoi gemelli e di come è stata felice quando ha scoperto di aspettare due bimbi. Jackson a volte sbruffa e alza in continuazione gli occhi al cielo, ma si vede benissimo quel sorrisetto che ha sul viso. E' felice.
Gin ride alle parole delle avventurose gravidanze che ha avuto. <<ogni volta ne succedevano delle belle, e non sai con Gwen cosa è successo, in pratica...>>
<<no, no, io ancora non sto andando al college, potrai raccontare le tue follie da donna incinta quando toccherà a me. Piuttosto, stavamo parlando di come sei scivolata in sala parto!>> la interrompo. <<certo, il mio didietro ne ha risentito parecchio, ma molto di più Dan, dato che sono praticamente volata su di lui...>> ricomincia. E così tra risate e aneddoti divertenti arriviamo al campus.
Io e Gin ci guardiamo ammaliate. E' molto diverso dal liceo. E' tutto estremamente, molto più grande e più organizzato. Gruppi di matricole seguono un unico ragazzo che gli mostra tutto il campus. Al liceo se riesci a trovare il bagno puoi considerarti fortunato, perchè nessuno ti spiegherà mai nulla.
<<eccoci qui...>> mormora mia madre tirando dal bagagliaio le ultime cose dei ragazzi.
Mio padre le si avvicina e le stringe la vita, insieme cominciano a parlottolare. <<okay, forza ciurma, seguitemi!>> strilla Lysa agitando la mano in aria, e un gruppetto di ragazzi le si avvicina. <<oh no, non sono una di quelli, sono una matricola anche io, non vi farò fare il giro del campus!>> esclama imbarazzata, e il gruppo si allontana scocciato. Io e Gin scoppiamo a ridere.
<<iniziamo bene...>>sussurra mia sorella.
<<allora, noi andiamo nel dormitorio maschile con Jackson, voi andate con Lysa, ci vediamo dopo.>> ordina Antony e tutti annuiamo. <<che ometto che sei diventato!>> sorride la mamma e io e Gin per poco non scoppiamo a ridere di nuovo.
<<allora ciurma, seguitemi.>> ripete Lysa stavolta a bassa voce. Così noi ragazze ci avviamo verso il dormitorio femminile. Persino i dormitori sono grandi e luminosi, mi viene voglia di trasferirmi qui già da subito. Ma questo significherebbe che mia madre racconterebbe strani fatti su di me, perciò, per il momento, continuerò a stare a casa mia.
<<camera 115, eccola!>> sorride Milly indicando una delle tante porte numerate nel corridoio. Mia sorella bussa titubante e una ragazza bassina dai capelli biondi le apre la porta. Ci fissa sorridendo e ci fa cenno di entrare. <<ciao, io sono Clodia.>> si presenta. <<ti prego dimmi che sei tu che condividerai con me questa stanza, prima ho visto una ragazza passare con qualcosa che non mi sembrava proprio un sigaretta.>>
A mia madre potrebbe venire un colpo in questo preciso istante, perchè mentre Lysa fa conoscenza con la sua nuova compagna di stanza, lei ha sgranato gli occhi e ha afferrato il braccio di Milly. <<tranquilla mamma!>> le sorride Lysa dolcemente. Quando Clodia ci lascia con la scusa di dover andare a prendere le sue ultime cose, non so dove, mia madre si mette subito all'opera per aiutare sua figlia.
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inevitabilmente
Teen FictionNon è davvero strano come vanno a finire le cose? Anzi, sarebbe meglio dire come iniziano. Non è davvero strano come anche un semplice gesto, o un sorriso buttato lì, sarà il principio di qualcosa di più grande? Quando ti accorgi che tutte le cose...