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Corro verso la macchina di Rhys cercando di non farmi cadere dalle mani i libri. 

<<sei viva!>> esclama allegro. <<mi sono svegliata tardissimo!>> Strillo agitandomi.

Stamattina ho posticipato la sveglia, ma invece che suonare dopo i soliti dieci minuti, ha deciso di suonare dopo mezz'ora. Quando ho visto l'orario mi sono catapultata volando giù dal letto e ho cercato di prepararmi in cinque minuti. 
È in momenti come questi che ringrazio il cielo di dover indossare la divisa scolastica.
Mi sistemo in fretta la cintura e mi volto verso Rhys.

Invece di partire continua a guardarmi con un'espressione vagamente divertita e un sorrisetto veramente irritante. 
<<vogliamo andare?>> insisto indicandogli la strada. 
<<cos'hai in testa?>> mi chiede. 

Poggio i libri sulle gambe e abbasso il parasole, mi specchio nel piccolo riflesso rettangolare.

<<è un'ananas.>> rispondo tornando a guardarlo. <<Un'ananas?>> 
Sta trattenendo una risatina delle sue, lo capisco. 
<<sì, mio papà la chiama così.>>  
Rhys guarda ancora i capelli raccolti e appallottolati in cima alla testa. In realtà è solo un o chignon estremamente disordinato e poco curato.
Con la testa gli faccio cenno di partire e lui annuisce allegro. 

<<perchè la chiama così?>> domanda. 
<<sin da piccola mia mamma mi ha sempre lasciato avere i capelli lunghi, non li ha mai tagliati. Erano belli, solo anche molto scomodi.>> spiego mettendo in fretta i libri nello zaino. << quando giocavo con gli altri bambini o d'estate mi faceva caldo, sudavo e soffrivo un sacco. Perciò andavo da mio padre pregandolo di raccogliermi i capelli.>>

Rhys svolta a destra, lo sguardo sempre attento e puntato sulla strada, ma l'orecchio teso e il sorriso interessato. 

<<lui mi faceva sempre questa crocchia disordinata in cima alla testa che puntualmente si scioglieva dopo dieci minuti.>> ridacchio ripensandoci. Probabilmente mancava sempre l'ultimo giro dell'elastico per far sciogliere apposta la sua acconciatura, così che tornassi da lui.
<<ogni volta uscivano ciuffi di capelli da tutte le parti e la mia testa assomigliava ad un'ananas. Era orrenda!>>

Rhys sorride. <<perchè non andavi da tua madre se era tanto orrenda?>> 
Domanda più che ragionevole questa.
<<oh no, lei no!>>  e per far intendere bene il concetto, muovo anche lei mani. <<Assolutamente no. Lei girava così tanto l'elastico intorno ai capelli che sembrava volesse strozzarli, tirava così forte che sentivo la pelle sulle tempie tesissima. Quando tornavo da scuola e finalmente scioglievo quella coda maledettamente ordinata mi faceva male la testa!>> 
Sorride ancora. 

<<è la prima volta che ti vedo con i capelli raccolti e il viso scoperto.>> dice dopo qualche attimo di silenzio. <<sei bella così.>>
Rhys è questo. Sorprendermi con le sue uscite così inaspettate che a volte sembrano quasi fuori luogo. Quello che dice però mi fa sempre sentire a mio agio. 
Dalla sua bocca non è mai fuggita una parola sbagliata e i suoi occhi non mi hanno mai guardato in una maniera che mi facesse sentire anche minimamente a disagio. 
Mai una parola fuori posto o uno sguardo di troppo.

<<grazie.>> gli dico a bassa voce. 
Come risposta sorride e annuisce una volta.
Parcheggia esattamente difronte la scuola. Anche se ormai mi accompagna tutte le mattine ed è sempre qui fuori ad aspettarmi all'uscita, mi sento ancora a disagio.
Qualcuno potrebbe vederci insieme, farsi strane idee e andarle a raccontare in giro. E Jackson e Lysa verrebbero a scoprirlo in un attimo, e sono sicura scoppierebbe un inferno. La nostra amicizia è in una posizione troppo delicata.

Sospiro pensierosa. Non so nemmeno se questa situazione cambierà mai.

Quando sto per aprire la bocca e salutarlo, Rhys mi precede:
<<senti, stasera c'è una festa al campus. Ti va di venire?>>

Lo guardo con gli occhi spalancati e la bocca aperta. 
<<sei impazzito?>>
Forse ho gridato. 
<<perchè?>> lo domanda come se nulla fosse e fossi io la pazza esagerata. <<perchè non posso venire con te. Mio fratello verrà  a scoprirlo ancora prima che io faccia il primo passo dentro il campus, mi ucciderà. E poi ucciderà anche te!>>
A questo punto immaginavo che si sarebbe reso conto della cavolata che ha detto, non che continuasse a sorridere come se niente fosse. 
Si appoggia allo sterzo. 
<<vengo a prenderti alle sette.>> Annuncia. 
<<tu hai capito quello che ho detto?>>
Annuisce esageratamente divertito dal panico nella mia voce. <<dillo anche a Gin.>>

Apro la bocca per urlargli che è pazzo, ma un rumore mi spaventa e con un urletto mi piego sul sedile e scivolo verso il basso. Qualcuno sta bussando al vetro della macchina. 
Voglio sparire.
Ecco, la mia vita è appena finita. Qualcuno ha riconosciuto la macchina di Rhys ed è venuto a salutare il suo amico, trovandomi nella sua auto. 
Uccidetemi, prima che lo faccia Jackson. 

Vedo che Rhys abbassa il mio finestrino premendo il tasto accanto a lui.  Ma quel sorrisino non se lo leva mai?

<<ti vuoi sbrigare Gwen?>>

Torno a sedermi dritta sul sedile. Gin mi guarda con le mani poggiate allo sportello. 
<<sì, arrivo.>> le dico sorridendo.
Torno a guardare Rhys e il più dolcemente possibile gli dico: <<non posso proprio venire stasera, scusami.>>
Apro la portiera, Gin si sposta per lasciarmi scendere dalla jeep. 
<<ci vediamo domani.>> saluto Rhys, sperando che colga il mio invito implicito a non venire a prendermi pomeriggio.
Insieme a Gin attraverso la strada ed entriamo nel cortile, quasi vuoto, della scuola. Stamattina ho fatto veramente tardi.
<<dove voleva portarti?>> domanda Gin con finto tono disinteressato. 
In lontananza vedo James chiacchierare con Mason. 
Mi sento così in colpa.  Sto mentendo al mio migliore amico e lui non se lo merita. 
È sempre stato al mio fianco, sin da quando eravamo piccoli, non ho mai dovuto nascondergli nulla e adesso mi sembra di star tradendo la sua fiducia.  

<<allora??>> insiste Gin. <<c'è  una festa al campus e mi ha chiesto di andarci con lui.>> le rispondo con tutta la voglia di vivere che ha una gallina consapevole che presto diventerà cibo per uomo.
<<ma è stupendo, cosa metterai??>> strilla saltellando. 
Sospirando mi passo le mani sul viso. È possibile che nessuno riesce a capire quanto stupida e rischiosa sia quest'idea? 
C'è un motivo se nessuno sa che è Rhys ad accompagnarmi a scuola e che è sempre lui a riportarmi a casa, lo sto tenendo nascosto anche a James. Persino a James.
Sto mentendo al mio migliore amico, e non merita affatto un comportamento del genere da parte mia. 
<<non ci vado a quella festa, Gin.>> rispondo sospirando. 

Anche se non la vedo so che sta alzando gli occhi al cielo, e la sento sbuffare. 
<<non puoi dire sul serio. Rhys ti ha invitato ad una festa e tu non ci vai perchè...>>
<<perchè non è assolutamente il caso. Ti prego, torna la Ginevra razionale di sempre.>> mi volto a guardarla. <<almeno tu, dimmi che è da pazzi andare ad una festa  insieme a Rhys, dove ci sarà anche mio fratello.>> 
Sospira e si passa una mano tra i capelli. 
<<hai ragione, Gwen. La situazione è abbastanza delicata, ma io voglio così tanto che tu vada a quella festa!>> 

Camminiamo per il corridoio. 
<<lo dici solo perchè sei stata invitata anche tu.>> ridacchio.
<<lo dico perchè sei la mia migliore amica e ti ho vista stare male in questo periodo per un ragazzo stupido.>>
Corrugando la fronte le mostro la mia miglior espressione da "e questa c'entra?".
<<Non voglio che tu ti perda l'occasione di divertirti con un ragazzo che invece ti merita.>>

Scuoto la testa. Il corridoio si è praticamente svuotato e noi siamo in ritardo. 
<<Tra me e Rhys non c'è niente di quello che stai pensando.>> 
Ci avviciniamo in fretta alla nostra classe. 
<<sei proprio cocciuta.>> esclama. 
Afferro la maniglia della porta. <<sei tu che cerchi di leggere tra le righe messaggi che non ci sono.>> e apro la porta. 

Il professore ci guarda scocciato e si appoggia con la schiena alla cattedra. 
<<ci scusi davvero signor Smith.>> borbottiamo quasi in contemporanea io e la mia amica e a passo veloce raggiungiamo i nostri posti. 

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora