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Convincere Rhys ad uscire ancora è stata una vera impresa. 

Dopo che ha cominciato a camminare su e giù per la stanza, cercando di rilassare i nervi e aver passato più di un'ora in silenzio, ho deciso di fare la cosa che mi è sembrata più giusta. 

Mi sono alzata dal letto e l'ho preso per le spalle. 

<<i lunghi giri in macchina servono anche a questo!>> gli ho detto stupidamente. Il suo sguardo era duro e avevo paura che ormai non gli circolasse più il sangue nelle dita per quanto le stringeva, ma ha ceduto. Mi ha dato una sua felpa con il cappuccio e siamo usciti. 

Adesso non so esattamente dove stiamo andando, anzi forse non stiamo andando proprio da nessuna parte dato che ho visto lo stesso cartellone pubblicitario tre volte. 

Se il silenzio nella sua camera era pesante, questo lo è ancora di più. 

Gioco con i lacci delle scarpe e penso che non ha avuto nulla da ridire riguardo ai miei piedi sul sedile.

Lo guardo di sottecchi. Sembra essere più calmo di prima e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo.

Non conosco Rhys da molto tempo, si potrebbe anche dire che di lui non so nulla, ma sto imparando tante cose e capisco benissimo che il commento di Jackson lo ha infastidito. Tutti ci staremmo male se qualcuno toccasse la nostra famiglia. Di lui ho capito che non è il mostro che vogliono far credere gli altri, è altruista, simpatico e gentile. Non è arrogante o insolente.

La macchina si ferma e lui batte i pugni sul volante. Forse non è proprio calmo calmo ancora. 

<<tuo fratello...>> inizia a dire agitando le mani in aria. <<è un grandissimo stronzo, e non provare a difenderlo con me!>> esclama.
<<a dir la verità si è comportato proprio come tale, io avrei solo evitato di dirlo con questa parola.>> sussurro a disagio.
<<non vuoi difenderlo?>> domanda perplesso. 

Lo guardo un pò confusa. <<perchè dovrei difenderlo?>> chiedo. <<perchè è mio fratello? beh sappi che se credi io possa difenderlo solo per questo, a prescindere da ogni suo comportamento, ti sbagli di grosso. Si è comportato in maniera irrispettosa e questo lo riconosco. Non so perchè ce l'abbia con te in questo modo, non sono fatti miei l'ho capito, non so nemmeno come gli rispondi tu quando io non ci sono, ma dovreste smetterla!>> mi arrabbio. <<vi comportate come due bambini immaturi!>> esclamo in fine. 

Se aveva qualcos'altro da dire non lo fa, annuisce e basta. 

Accendo la schermata del telefono. 

<<è tardi, io dovevo tornare per cena>> dico.
 <<no, i tuoi genitori  sanno che a cena sei con me.>> e riparte. Oh, ecco di cosa hanno parlato mentre mi stavo cambiando. 

<<e comunque...>> mormoro piano. Lo guardo cercando di cogliere qualche smorfia di fastidio, dato che ho riaperto il discorso, ma lui annuisce per farmi continuare. <<mi scuso, per il comportamento di Jackson. Ti giuro che non conoscevo questo lato di lui.>> inizio.
 Lui alza gli occhi al cielo perchè sa che le mie scuse non sono sentite anche da colui che dovrebbe chiedergliele. 

<<non si sarebbe dovuto permettere di toccare un argomento così privato, senza il tuo consenso. E sappi che qualunque sia la tua... mh, situazione familiare non dovresti mai essere giudicato per questo.>> concludo cercando bene le parole da usare. Per qualche secondo il suo sguardo si fa assente, ma poi è come se ritornasse in macchina come e sulle labbra gli compare un sorrisino quasi invisibile. 

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora