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Cammino tra i miei migliori amici che intanto litigano per decidere se andare alla festa di Every o no.

<<beh, secondo me dovremmo andare.>> esclama James con indifferenza. Il suo tono leggero non fa altro che irritare Gin che potrebbe staccarsi la massa di capelli neri che ha in testa da un momento all'altro. <<certo che secondo te dovremmo andare, non fai altro che pensare quante ragazze potresti far cadere ai tuoi piedi. Ma forse non ti è chiaro che la seconda settimana di scuola è la peggiore, quella decisiva dove dovremmo passare il sabato e la domenica a studiare per tutti i test che ci sommergeranno senza lasciarci neanche il tempo di respirare!!>>

James la fissa divertito. <<questa tua vena drammatica a volte è davvero pesante.>>

Sono sicura che adesso Gin potrebbe saltargli addosso e picchiarlo veramente forte, ma invece prende un respiro profondo. <<fai quel cavolo che vuoi James, ma quando la ragazzina che farai innamorare non ti si staccherà di dosso, non venire a supplicarmi di aiutarti perchè ti prenderò a calci.>> dichiara, e detto questo esce dalla scuola mentre James sospira.

<<togliti quel ghigno divertito dal viso, non fa altro che innervosirla.>> sorrido e poi seguo la mia amica verso il cortile. <<lo so>> insiste lui dietro di me.

Tutti gli alunni si stanno dirigendo come noi, verso l'uscita, per poter definire concluso questo primo giorno di scuola.

<<parliamo di cose serie invece, a che ora accompagni Jackson e Lysa al campus?>> mi domanda Gin mangiandosi le unghie. <<verso le quattro, ma ho detto che puoi venire anche tu.>> rispondo. <<no, no, io passerò casualmente da casa tua con qualche scusa banale e poi saluterò i tuoi fratelli. Dici che se metto quella gonna rosa, si capisce che mi sono sistemata?>>

La guardo sorridendo, che carina quando affronta l'argomento Jackson con un finto tono indifferente.

<<direi che va benissimo.>> annuisco e lei tira un sospiro di sollievo. Scommetto che mentalmente si era già provata tutti i vestiti che ha a casa senza che ne andasse bene uno, fino ad arrivare alla famosa gonna rosa.

<<perfetto, allora io vado da qui, la mamma oggi lavora da Pets e mi aspetta per tornare insieme, perciò mi conviene passare dal campo.>> mi sorride, ci salutiamo con un abbraccio e poi ci dividiamo.

Mentre esco dal cancello cerco di sciogliere i nodi delle mie cuffiette. E' incredibile, anche se le avvolgo ordinate nella tasca, alla fine tiro fuori una matassa disordinata.

Occupata come sono a districare i fili, quasi non mi accorgo di essere praticamente davanti ad un tipo appoggiato su una moto che starà aspettando qualcuno. Per evitare qualche strana figuraccia, cambio immediatamente direzione e aggiro la moto, facendo finta di non essergli andata praticamente incontro.

<<carino, è una nuova moda?>>

Mi giro verso il tipo della moto che mi guarda divertito, con un cenno del capo indica le mie calze. Abbasso lo sguardo per cercare di capire a cosa si stia riferendo. Effettivamente, una delle due calze lunghe fino al ginocchio, ha un elastico per capelli legato alla parte di dietro che la tiene ferma, dato che si è scucita e altrimenti mi cadrebbe fino alla caviglia.

Sorrido. << veramente è una moda molto in voga già da un pò.>>

Il tipo scuote la testa divertito e io mi rigiro per tornare a casa, mentre lui risponde qualcosa che non colgo.

Cammino spedita verso la fermata del pullman, e spero vivamente di non aver perso il bus. Quando arrivo, lo vedo mentre sta per ripartire, ma mannaggia. Potrei prendere quello dopo, ma Jackson e Lysa non possono di certo aspettarmi a lungo, perciò comincio a correre e ad agitare le mani. L'autista mi vede e sorride accostando il bus per farmi salire.

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora