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Ci ero rimasta male quando non ho trovato Rhys all'uscita?
La risposta è sì.
Anche se questo significava che aveva colto la mia implicita richiesta di non venire?
La risposta è ancora sì.
Non so perchè ne fossi rimasta delusa, è solo che mi ero chiesta perchè avesse deciso di ascoltarmi proprio in quel momento. Faceva sempre di testa sua.
Ero quindi tornata a casa con l'intenzione di buttarmi sul letto e dormire per almeno 14 ore consecutive.
Devo ammettere che il mio piano stava anche funzionando, almeno fino a quando Gin non si è presentata alla porta della mia stanza annunciando di avere un "astutissimo piano" e costringendomi ad uscire dal bozzolo di calde e morbide coperte in cui mi ero avvolta.
Inutile dire che quando mia madre ha captato la parola "festa" e il nome "Rhys" si è catapultata nella mia stanza chiedendo i dettagli.

<<ho detto che devi andare.>> esclama adesso. <<è un ordine che ti impone tua madre. E poi, se non vai sarai in punizione.>> aggiunge. Mi giro a guardarla, spostando il pennello che la mia migliore amica mi sta sbattendo in faccia.
<<di solito le madri non mettono in punizione i figli che vogliono sempre andare alle feste?>> le chiedo. Lei si sistema meglio sulla poltrona lilla della mia stanza. <<stai rischiando un'altra punizione.>>
Trattengo un sorrisetto. <<e perchè?>>
<<per star cercando di mettere tua madre in difficoltà. E ora fa finire a Gin di truccarti.>>

Torno a guardare la mia amica che sorride fiera di avere una complice in questa situazione.
<<non sei mai stata una ragazza con la voglia di andare alle feste tutte le sere.>> dice mia madre. <<ma ogni volta che sei stata invitata, sei sempre venuta sorridente a chiedermi il permesso di poter andare. Come mai devo convincerti ora?>>
Gin la guarda. <<tua figlia a volte è proprio testarda.>>
Mi limito ad alzare gli occhi al cielo perchè se mi muovessi ora Gin ricomincerebbe tutto da capo, per la terza volta.
<<c'è qualcosa che non so su Rhys, non è vero?>> insiste mia madre. Sto per negare tutto, ma la mia amica mi precede.
<<Diciamo solo che Rhys e Jackson non vanno d'accordo e Gwen pensa non sia una bella idea presentarsi al campus proprio con lui.>>
<<non lo penso, ne sono certa.>> puntualizzo.
Mia madre e Gin si perdono in una discussione su quanto sia stato dolce ad invitarmi e su tutti gli aspetti positivi di una festa. Tralasciano volutamente che Jackson sarà a quella festa e farà una scenata. Tutte e tre conosciamo bene Jackson e sappiamo quanto sia autoritario dietro la scusa del suo essere protettivo.

<<e poi ti ho già detto che ho un piano infallibile, Gwen. Non hai nulla di cui preoccuparti!>>
<<ancora non me lo hai esposto questo fantastico piano.>> le ricordo.
<<penso a tutto io.>>
Finisce di sistemarmi il viso, mi sposta ciocche ricce dalla fronte alla nuca e le lega morbide con un elastico.
Il campanello suona e quando sto per alzarmi e correre al piano di sotto lei mi fa sedere di nuovo.
<<È sicuramente James, sta ferma!>>
La guardo con gli occhi sgranati, incredula e anche confusa.
<<James??>> ripeto. Annuisce come se io avessi capito ciò che è ovvio, almeno per lei.
<<viene alla festa con noi.>>
Okay, adesso sono veramente spaesata. <<hai detto a James di Rhys?>>
Gin scuote la testa e mi guarda, sembra che abbia detto qualcosa fuori dal mondo, ma adesso non so cosa pensare. James verrà alla festa con noi, alla festa alla quale mi ha invitato Rhys. Cosa dovrei pensare?
<<ma che dici. Gli ho detto che ti porto a svagarti per superare la rottura con Lucas>>
Quando sento il suo nome sbruffo.
<<e a lui va bene, visto che li ci sarà Jackson e non dovrà tenerti d'occhio.>>

Trattengo a stento un urlo di frustrazione. Deve tenermi d'occhio, e perché dovrebbe farlo? Non sono una bambina, non ho bisogno del babysitter che mi tenga lontana dai bambini cattivi.

<<Gwen, non pensare quello che stai pensando!>> mi interrompe la mia amica. Prendo un respiro profondo e la guardo.
Preferisco concentrarmi sul problema più grande ora.
<<ti rendi conto che hai appena ammesso
che a quella festa ci sarà Jackson? Vuoi capire che
il problema è proprio la sua presenza?>>

Adesso è lei quella a sbuffare.
<<ti ho detto che ho un piano infallibile, lasciami fare.>>

Decido di fidarmi e lasciare questo problema a lei, visto che ci tiene tanto.
In tutto questo però, io non ho ancora parlato con Rhys. Non so se sa che andrò alla festa, o se è d'accordo con Gin e James. Non so se quando arriverò a quella festa dovrò chiamarlo o ignorarlo, in fondo è stato lui ad invitarmi.

Quando Gin mi sorride dicendomi che sono pronta, mi infilo le converse basse e la seguo al piano di sotto. Entrambe non ci siamo vestite come se fosse il
ballo della scuola, ma nemmeno come se dovessimo andare in una fattoria a far da mangiare alle galline.
Sappiamo bene come ci si veste in quelle occasioni, visto che la zia di Gin ha una fattoria.
Abbiamo optato per uno stile comodo, ma elegante. E quindi un vestitino e le sneakers vanno benissimo.

<<andiamo?>> chiede James. Gin annuisce, ma quando la seguo alla porta lei si gira verso di me.
<<ci vediamo lì allora!>> sorride allegra.
La fisso ancora più confusa.
<<non viene con noi?>> domanda James, prima che avessi potuto farlo io.
<<no, l'accompagno io. Prima dobbiamo passare a fare la spesa.>> risponde mia madre.
<< d'accordo, allora ci vediamo dopo. Ciao Rose!>> esclama James. Gin mi saluta con un sorrisetto sornione e poi esce con lui.

<<non ho capito.>>

Mia madre scoppia a ridere.
<< Gin mi ha spiegato che Rhys non va d'accordo con James.>>
Chiudo la porta e la seguo in cucina.
<<va bene, ma continuo a non capire...>>
<<so bene che non vanno d'accordo perché James si sente in dovere di fare le veci di Jackson quando non c'è. E per quanto gli faccia onore il voler proteggerti, so che ti avrebbe impedito di andare a questa festa. E lo sa anche Gin.>>
Apre il frigo e si versa in un bicchiere il latte di mandorla che le piace tanto.
<<per questo penserà che ti accompagno io, mentre a breve arriverà Rhys.>>

Okay, sono stupita. Piacevolmente stupita.

<<mamma, Rhys non è cattivo.>> le dico.
Mi guarda poggiando il bicchiere sull'isola di marmo.
<<questo lo so, tesoro. Non c'è bisogno che tu mi convinca.>>
<<lo so, ma magari penserai che, visto che sia Jackson che James non lo sopportano, sia lui il problema...>>
<<oh Gwen, conosco tuo fratello e credimi se ti dico che, se fossi stata al tuo posto, sarei già scappata in Canada con un cattivo ragazzo  solo per fargli un dispetto!>>
La guardo divertita.
<<e James cerca di imitarlo perché sa che ti vuole bene.>>
Annuisco.

Un clacson attira la nostra attenzione.
<<adesso vai, ti aspetterò sveglia quando tornerai per sapere tutto!>> esclama allegra. <<lo fai sempre!>> le ricordo.
Mi accompagna alla porta e mi saluta con un bacio sulla guancia.
Quando percorro il vialetto e  mi  avvicino alla macchina mi richiama.
<<Gwen!>>
Mi giro a guardarla.
<<questo non significa che tu possa scappare in Canada, sia chiaro!>>

Scoppio a ridere e apro la portiera della jeep nera.

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora