51

11 2 0
                                    


Mason ride divertito accanto a noi e James scuote la testa. 
<<tu non capisci veramente nulla di ragazze!>> gli dice quasi disperato. Una cheerleader è appena andata via afflitta, dopo aver chiesto a Mason di uscire, ed aver ricevuto una, seppur gentile, risposta negativa. James lo sta accusando di essere stato un vero stupido, perché quando una ragazza così carina viene da te, la tua risposta deve essere sempre, per forza, un sì. Parole sue. 
<<non è il mio tipo.>> risponde Mas. James vorrebbe prenderlo a pugni, glielo leggo in faccia. <<e chi sarebbe il tuo tipo?>> gli chiede. Per un millesimo di secondo lo sguardo di Mason si posa su Gin, che guarda a terra. <<non lo so.>> risponde dopo. 
Fisso la mia amica mentre camminiamo, che ad un certo punto esclama: <<esco ufficialmente con Stephen!>>
Trattengo una grossa risata, per il modo in cui lo ha detto. James invece alza gli occhi al cielo e sbruffa. <<non mi piace quel tipo.>>
<<a te non piace mai nessuno.>> gli faccio presente, e lui alza le spalle come se non fosse colpa sua.
<<fa il primo anno di college, è gentile e buono. Mi piace davvero>> spiega Gin ignorandolo. Mason le sorride. <<sono contento che ti piaccia.>> 
Sembra una frase che ti dicono quando scarti un regalo a natale. Gin non ci fa molto caso, annuisce e basta. Le cose tra lei e Stephen stanno andando bene, sono già usciti tre volte in questi due giorni e per fortuna io non devo più seguirla. Al posto di Stephen mi sarei insospettita se mi ritrovassi intorno sempre la stessa ragazza che mi fissa. 
Mentre usciamo dall'edificio scolastico intercetto il pick-up di Rhys, a qualche metro dall'entrata. Istintivamente mi volto verso James, anche lui l'ha notato. Non devo chiedergli il permesso, lo so, ma non voglio più litigare e non voglio più mentirgli.  
<<mi chiedo perché non venga con la sua solita macchina.>> borbotta. <<se gli altri li vedono Jackson arriverà qui con un coltello e farà fuori Rhys, Gwen e poi noi che ne siamo al corrente.>> gli spiega Gin. 
Io sospiro e quando James mi guarda aspetto che dica qualcos'altro, ma non fa alcuna obbiezione. Solo un gesto con la testa, come per dirmi "vai, non ti inseguirò per bucare le gomme di quella macchina".
Sorrido allegra e saluto tutti e tre prima di precipitarmi dentro al pick-up. 
<<sembra solo a me o quell'uomo ci sta fissando da quando siamo usciti?>> sento dire da James. <<sei paranoico!> lo rimprovera Gin, ma non ascolto il resto della sua ramanzina. 

Quando apro lo sportello Rhys mi sta sorridendo allegro. <<buongiorno, bimba!>> esclama. <<come mai tutto questo entusiasmo?>> gli chiedo non potendo non sorridere. <<oggi abbiamo una cosa da fare.>> mi informa entusiasta. <<ah sì?>> 
Accende il motore dell'auto e parte. << non chiedermi cosa, lo scoprirai quando arriveremo.>> dice quando vede che stavo per dire qualcosa. Mi ha davvero letto nel pensiero. Mi sistemo sul sedile e sorrido guardando dritto davanti a me la strada che stiamo percorrendo. 
<< E poi, io e te abbiamo un discorso in sospeso.>> dichiara dopo qualche minuto di calmo silenzio. 
Nella mia mente la curiosità per il posto in cui mi sta portando sparisce, sostituita dall'imbarazzo. So bene a cosa si riferisce, al nostro baciononbacio di ieri. Parla di quello che poteva succedere, ma che non è successo. Un bacio che non è stato che mi ha tormentata per tutta la notte, non lo volevo eppure sono rimasta delusa quando le sue labbra non hanno toccato le mie. In realtà forse credevo di non volerlo, ma il mio corpo, la mia mente non avrebbe reagito in questo modo se fosse stato davvero così. 
E poi la delusione è sparita e un senso di gioia ha invaso ogni singola cellula del mio corpo perché, se mia madre non ci avesse interrotto, qualcosa sarebbe accaduto. 
<<non volevo farti perdere le parole.>> ridacchia Rhys poggiandomi una mano sul ginocchio. Quando mi sfiora, quando mi tocca io lo sento. Lo sento in un modo così intenso che quasi non capisco più nulla e il calore si espande come una macchia d'olio, dal suo tocco in tutto il corpo.
<<non mi chiedi dove ti sto portando?>> 
Fisso la strada, fingendo che la sua mano sui miei jeans non mi faccia effetto. <<me lo diresti?>> domando anche io. Divertito scuote la testa e torna a tenere il volante con entrambe le mani. Non so se sono avvilita o contenta di poter tornare a ragionare lucidamente. 
Sorride un po' di più e guarda davanti a sé. Siamo nel centro di Hidden Hills, proprio nel quartiere che tra negozi, pasticcerie, oreficerie quel viale che offre ogni tipo di servizio alla città. Rhys supera la banca, la posta, qualche altro negozio e si parcheggia difronte ad una saracinesca aperta a metà. All'interno c'è una macchina posta su una pedana a diversi centimetri da terra. 
<<Torno subito!>> mi dice Rhys prima di scendere dall'auto ed entrare. Mi sporgo un po' più in avanti e proprio sopra la saracinesca noto un enorme insegna: Officina Hale. 
Torno a guardare Rhys, che con un sorriso sulle labbra sembra parlare solo. Lo guardo stranita, almeno fino a quando da sotto l'auto non esce un uomo. 
È suo padre e, stupidamente, solo ora capisco che questa officina appartiene a lui. Rhys mi indica con la testa e John si volta verso di me e mi saluta con le mani sporche di nero. Ricambio imbarazzata con un sorriso e un gesto vago della mano. Quando Rhys ritorna da me apre il mio sportello. <<scendi, dai.>> 
È chiaramente divertito dalla mia confusione, ma mi afferra la mano e mi trascina dietro l'angolo della strada. Un sacco di attrezzi, sono posti contro il muro, insieme a diverse ruote sistemate una sopra l'altra il più ordinatamente possibile. Da una porta sbuca fuori John che lancia veloce delle chiavi a Rhys, che ovviamente afferra al volo. Se fossi stata io, con i miei riflessi, le chiavi mi avrebbero colpito direttamente la faccia. Osservo il muro dell'edificio. Non è spoglio, ma dipinto di tanti diversi colori, ci sono disegni e il cognome Hale, colorato e impreciso, fa da protagonista.
 <<vi prego di non distruggerla.>> ci fa l'occhiolino John. Suo figlio sorride e lo ringrazia, poi si volta e io lo seguo con lo sguardo. Parcheggiata difronte alla parete della panetteria accanto all'officina c'è una macchina che riconosco. Era difronte casa di Rhys quando siamo tornati dopo aver preso Ruby a scuola. Anche questa è una jeep, ma non uguale a quella di Rhys, questa deve essere qualche modello più vecchia. 
<<Sali, Gwenny!>> esclama Rhys. Mi rendo conto di essere rimasta ferma e in silenzio, mentre lui è già in auto. Mi affretto a sistemarmi sul sedile accanto al suo e, in pochissimo tempo, ci ritroviamo nuovamente lui a guidare, e io a chiedermi dove mi stia portando.
<<perché abbiamo preso quest'auto?>> gli chiedo e intanto lui imbocca una strada secondaria per uscire dalla città. <<è più comoda.>> risponde sapendo benissimo che non mi basta come risposta. <<comoda per cosa?>>
Invece di chiarire i miei dubbi, continua a guidare fino a quando non ci ritroviamo in periferia, in una strada isolata, che Rhys continua a percorrere. Superiamo una grande casa e un campo di fiori selvatici gialli, e ci ritroviamo in uno spiazzale enorme. Potrebbe atterrarci un elicottero qui. 
<<vuoi uccidermi qui così nessuno sentirà le mie urla?>> gli chiedo fissando i pochi fiori rimasti ai margini del cemento. <<no, se volessi ucciderti non mi servirebbe arrivare fino a qui.>> risponde e scende dalla macchina.<<solo perchè sei più alto, non significa che sarebbe facile per te farmi fuori>> sottolineo mentre fa il giro dell'auto e si ferma alla mia portiera. La apre e mi guarda in attesa, ma quando faccio per scendere scuote la testa. Adesso sono davvero disorientata, cosa vuole fare? 
<<mettiti al volante, Gwenny.>> 
Spalanco gli occhi e mi volto verso il sedile che ha lasciato vuoto. <<sei forse pazzo?>> gli domando. Ridacchia eccessivamente soddisfatto della mia sorpresa, ma non fa altre battute. Mi guarda solo aspettando che io scavalchi il cambio e mi sistemi dall'altra parte. 
<<tu lo sai che io non ho mai guidato?>> gli chiedo. <<tua madre mi ha accennato che ha provato a farti guidare, ma che sembri essere negata.>> 
Mi volto offesa. <<non sono negata!>> mi difendo. Il suo sorriso sghembo, pieno di compiacimento, si forma puntuale sulle sue labbra. <<dimostramelo.>> 

Per niente convinta mi volto e con eccessiva maldestra mi piazzo al posto del guidatore. Il sedile è troppo lontano dal volante per me, e mi chiedo come Rhys riesca a guidare a questa distanza, ma non ho il tempo di chiederglielo che afferra la leva sotto il sedile e lo spinge fino a farmi arrivare difronte il volante.
<<mettiti la cintura e fammi vedere cosa sai fare>> ordina. Mi volto a guardarlo. È seduto comodamente e guarda i miei piedi sotto al volante. Torno a fissare il volante difronte a me e faccio un respiro profondo. Afferro la cintura e nel frattempo penso che questo sarà il nostro ultimo giorno di vita. Difronte a noi non ci sono ostacoli o alcun tipo di intralcio, l'asfalto si estende per diversi metri e non dovrei avere problemi, ma con la mia fortuna passerà un cinghiale proprio quando partirò e lo investirò in pieno. Magari lo schianto farà esplodere gli airbag e per qualche motivo la macchina esploderà. 
<<qualunque cosa tu stia immaginando è altamente improbabile.>> 
Mi volto verso Rhys e lo fisso socchiudendo gli occhi. Legge nel pensiero adesso?? 

Mi incita con la testa e io torno a guardare oltre il parabrezza. Premo la frizione e giro la chiave. 
<<passano cinghiali da queste parti?>> gli domando. <<cinghiali?>> ripete scettico fissando i movimenti dei miei piedi sui pedali. Abbasso anche io lo sguardo, ma lui mi rimprovera dicendomi di guardare la strada. 
<<adesso devi bilanciare. Comincia a premere un poco sull'acceleratore.>> ordina. E quando sento il rumore del motore per poco non tolgo le mani dal volante. <<non aver paura della macchina, Gwenny. Non sei nemmeno partita>> dice divertito.
<< perfetto, ora alza piano la friz . . .>> 
Non ha nemmeno il tempo di finire la frase che la macchina si spegne. <<no, voglio tornare al mio posto!>> esclamo sfregandomi le mani sudate.
<<non staccherai il tuo bel culetto dal quel sedile fino a quando non arriviamo lì.>> e indica un punto indefinito davanti a noi. <<lì dove?>> domando. <<non importa, è comunque troppo lontano!>> aggiungo velocemente. Mi volto verso di lui, che mi fissa con uno sguardo determinato e un ghigno divertito. Un contrasto per nulla anomalo sul suo volto. 
Sbruffo e torno a stringere il volante tra le dita. Giro nuovamente la chiave e cerco di bilanciare il meglio possibile i due pedali. La macchina si muove leggermente in avanti  e io cerco di non agitarmi troppo sul sedile e di rimanere concentrata. Passiamo i successivi quindici minuti così, io che sorrido di più dopo ogni centimetro in avanti della macchina e lui che ridacchia dicendomi di andare più veloce. Quando riesco a partire definitivamente, esulta felice. 
<< finalmente!>> esclama. Sorride sinceramente allegro. <<hai impiegato più di quanto avresti dovuto, e se ci fossero state altre macchine dietro, di sicuro qualcuno ti avrebbe trascinata fuori da quest'auto per i capelli, e avrebbe fatto la manovra al posto tuo e...>> 
<<vuoi arrivare ad un punto o no?>> lo interrompo. <<ma . . .>> sottolinea lui con enfasi. Sorrido fermandomi e lo guardo. <<è bello vedere il tuo sorriso quando riesci in qualcosa.>>
 

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora