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Mi stiracchio rumorosamente, mentre sbadiglio in maniera del tutto poco femminile.

Amo il sabato. Non ci sono sveglie, non ci sono professori, non ci sono compiti. Ci si sveglia tardi  e si può andare a dormire altrettanto tardi. E la cosa più bella è che ti senti libera, felice e senza alcun problema, ancor prima di aprire gli occhi. 

Nella mia stanza si diffonde un odore di pancake che mi costringe ad alzarmi per andare a divorarne almeno venti. Apro lentamente gli occhi, per poi richiuderli di scatto quando la luce mi infastidisce. Il mio stomaco brontola, perciò mi alzo in fretta. 

Scendo al piano di sotto praticamente volando e mi fiondo in cucina. 

<<aaah!>> strillo contenta guardando la montagnetta di dolci pancake sull'isola della cucina. <<io ti adoro, papà!>> sorrido. Lui smette di rigirare sulla padella le sue delizie e mi guarda allegro. <<questo è un perfetto buongiorno.>> mi dice venendo a darmi un bacio sulla fronte. Mi passa in mano una forchetta, ma invece di avvicinare il piatto a me, lo allontana. 

<<papà!>> faccio come se mi avesse appena portato via tutti i risparmi di una vita. <<ha chiamato Gin stamattina, ha detto di farti trovare pronta perchè a breve arriverà con gli altri.>> mi spiega. <<e chi sono gli altri... James?>> domando cercando di non farmi distrarre da quel piatto pieno di gioia in dolce. 

Il campanello suona e papà mi lancia un'occhiata che sta per "non toccare nulla!" e poi va ad aprire. 

<<buongiorno Dan!>> sento Gin gridare allegra. Papà la saluta e quando mi giro, capisco che sono ancora all'entrata, perciò io sono fuori dal suo raggio visivo, così ne approfitto per infilarmi in bocca in un solo boccone un pancake. Sono tanti e non se ne accorgerà mai. 

Sento le papille gustative tremare e il mio corpo riempirsi di felicità. E' possibile che questo non si zucchero a velo ma droga? Perchè ne sono proprio dipendente. La felicità formato dolce. 

<<ancora non sei pronta?>> 

Per poco non mi strozzo con la felicità fatta dolce. Gin mi si para davanti. <<ti sei svegliata ora, non è vero?>> domanda. Con la bocca piena cerco di scusarmi. <<io... non ricor-davo che...>> La guardo. <<insomma... non ci eravamo organizzate per... fare nulla...>> e ingoio a fatica il mio pancake. <<lo so, ma invece di dormire, almeno noi, abbiamo deciso di andare al mare!>> sorride entusiasta. <<mare?>> ripeto. <<oh ti prego Gwen, fa ancora caldissimo e lo sai anche tu. Viviamo in una zona di mare, se tutto va bene natale lo festeggeremo sulla spiaggia.>> <<esagerata!>> esclamo. <<sì, siì. adesso vai a prepararti, noi ti aspettiamo qui.>> 

Annuisco e mi alzo dalla sedia, trascinandomi fuori dalla cucina. 

<<papà, mi hanno sequestrata!>> esclamo alzando lo sguardo. Mio papà ride divertito, seduto difronte a James sul divano, e a Lucas!! Lucas è a casa mia. E io sono in pigiama, un pigiama di spongebob! 

Oh Gin, io ti ucciderò un giorno. 

<<buongiorno!>> esclama Mason sulla poltrona accanto quella dove è seduto mio padre. 

Ma ci sono tutti! 

Alzo imbarazzatissima la mano per salutare, sento le guance a fuoco e sono sicura che morirò ancor prima di arrivare alle scale.

Quando mi giro verso la cucina, dando le spalle ai ragazzi, faccio segno a Gin che le taglierò il collo e lei per tutta risposta alza i pollici in sù, mentre mangia un pancake.

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora