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Per tutta la mattinata non ho fatto altro che muovermi nervosa sulla sedia.

Proprio stamattina, per iniziare alla grande la settimana, un'amica di Every ha giurato di aver visto Rhys parcheggiare poco più avanti l'ingresso. Per fortuna nessuno ha parlato della ragazza seduta accanto a lui e per questo non so veramente quale divinità ringraziare. Nessuno mi ha notata. 

A pranzo Every insiste con il dire che sicuramente l'avrà vista e si sarà innamorato perdutamente di lei, e che adesso vuole invitarla a cena, ma nessuno le crede, purtroppo per lei. E' stato inutile cercare di depistare le mille idee che tutti si stano facendo, cercando di far credere che fosse venuto per prendere Mason, visto che oggi è assente. 

Quando stiamo per uscire, scrivo proprio a Rhys, per fargli sapere che qui la situazione si sta mettendo male. Al mio messaggio però non arriva alcuna risposta. 

Gin mi cammina accanto mentre percorriamo il cortile. <<dov'è tuo zio?>> chiede James. <<oggi, non c'è. Andiamo con il pullman, va bene?>> chiede e lui annuisce contento perchè finalmente, dopo tanto, non tornerà a casa da solo.  Quando attraversiamo la strada e giriamo l'angolo, intercetto subito una volvo grigia e so bene anche chi c'è dentro che mi sta aspettando. James continua a blaterare qualcosa sulla sua divisa da baseball mentre passiamo accanto alla macchina. So bene che, come noi, un'altra dozzina di studenti sta percorrendo la stessa strada, verso la fermata del pullman. Per questo camino con lo sguardo basso ignorando completamente Rhys, anche se so che mi sta guardando.

Quando arriviamo alla fermata mi rendo conto che il mio silenzio è stato notato da James, che ora mi sta guardando malissimo. 

<<ti prego, non dirmelo.>> fa serio. <<cosa?>> chiedo battendo più volte le palpebre. <<smettila!>> mi sgrida. Fisso perplessa prima lui, poi Gin che però alza le spalle confusa quanto me. <<ma che ho fatto ora?>> chiedo. 

James comincia a camminare avanti e dietro, passandosi più volte la mano tra i capelli. 

<<andiamo Gwen!>> esclama ad un certo punto, poi però, notando di aver attirato l'attenzione di qualche ragazzo, abbassa la voce e mi si avvicina. 

<<è da quando Cristy ha parlato di quel cretino, che tu non sei più sul pianeta terra. Ti sembro stupido per caso? Non mi è sfuggito come avete parlato l'altro giorno sulla spiaggia e non mi piace.>> mi dice puntandomi il dito contro. <<non credo tu sia stupido, James.>> faccio io. <<invece è proprio così che mi tratti.>> continua arrabbiato. 

Alzo gli occhi al cielo e faccio un respiro profondo. 

<<James, ti prego!>> 

Lui incrocia le braccia al petto, e per quanto questo suo atteggiamento sia irritante, cerco di prenderlo con calma. 

<<per anni hai sperato insieme a me e a Gin, che Jackson la smettesse di fare il fratello geloso e che la smettesse di guardarmi come una bambina cercando costantemente di controllarmi. E ora, ti sei trasformato in una sua copia fedele.>> spiego. 

Tutte le volte che Jackson mi faceva fare tardi quando dovevo andare a qualche festa, tutte le volte che mi bloccava nel corridoio della scuola per evitare che mi scontrassi con coloro che non dovevano essere nominati, ogni volta che mi trattava come una bambina troppo ingenua per affrontare il mondo, quando si comportava come se dovessi stare al mio posto , nella mia cameretta, isolata da tutti, James mi era accanto. Sparlava con me di mio fratello quando i nostri programmi saltavano e rimanevamo a casa mia a guardare un film. 

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora