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Mi lancio stanca sul mio lettone, che non è mai stato più comodo. 

Dopo aver passato una mattinata in spiaggia, subito dopo pranzo abbiamo deciso di tornare a casa. E la stanchezza ha iniziato a farsi sentire appena uscita dalla doccia. Chiudo gli occhi e rimango per un paio di minuti sdraiata a pancia in giù a far riposare il mio povero corpo stremato. Quando decido che è il momento di alzarmi, prendo una tuta e torno in bagno stringendomi nell'accappatoio umido. Quando sono pronta scendo al piano di sotto e mi sistemo sul divano, facendomi spazio tra i miei genitori.

<<ti sei divertita?>> mi domanda la mamma. Annuisco accoccolandomi meglio tra loro. Papà sorride e mi fa un pò più di spazio e io mi sistemo meglio. Poggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi. <<sono stanca.>> annuncio, li sento ridacchiare. <<lo avevamo capito!>>

Con gli occhi chiusi mi muovo ancora un poco per cercare la posizione perfetta e devo ammettere, che molto prima di quanto avrei potuto immaginare, mi addormento tra i miei genitori. 


Credo di aver sognato il mare e Lucas con la divisa da baseball che parlava solo, e credo che nel mio sogno ci fosse anche Forrest Gump seduto su una panchina in mezzo alla sabbia con il suo completo chiaro e i suoi cioccolatini. Quando qualcuno mi scuote la spalla, borbotto di smetterla. 

<<svegliati, Gwen!>> sussurra Forrest che però ha la voce di mia madre. Lo fisso stranita e cerco di chiedergli perchè questo mix sia così inquietante, ma lui continua a scuotere il mio corpo.

Piano piano l'immagine della spiaggia svanisce insieme a Lucas e ai cioccolati e al viso di Forrest Gump difronte a me. Mi passo stanca le mani sugli occhi. 

<<cosa succede?>> chiedo con la voce impastata di chi sta ancora dormendo. Mi giro di schiena sul divano, dove ormai ci sono solo io, sfrego i piedi l'uno contro l'altro e sento i calzini spostarsi sulla pelle. 

<<è arrivato il tuo amico.>> 

<<puoi dire a James di tornare dopo, mamma. Lasciami dormire altre tre minuti!>> la supplico. <<facciamo cinque!>> mi correggo.

<<ma non è James, tesoro.>> ridacchia lei. 

Non è James? Mi metto subito seduta. È Lucas? È  venuto qui, è venuto per me?

Apro gli occhi che vengono immediatamente infastiditi dalla luce, perciò sbatto le palpebre un altro paio di volte fino a quando le immagini non si fanno nitide.

Ma chi mi ritrovo davanti non è James, e sicuramente non è Lucas. 

<<E' Rhys, tesoro!>> sorride entusiasta mio papà. <<ho visto.>> dico a bassa voce, guardando il sottoscritto come se avessi le allucinazioni. 

Mi passo una mano dall'occhio alla guancia. <<che ci fai qui?>> domando sinceramente sorpresa. 

Lui guarda me e poi mia madre che lo fissa come se fosse una star famosissima che ci ha onorato con la sua presenza. Lo vedo bene che lui è in imbarazzo, e questo mi fa ridacchiare un po'. 

Quando torna a guardare me torna anche la sua aria spavalda. <<devo portarti in un posto.>> annuncia. Ora sono confusa e stupita, più di quanto non lo fossi due secondi fa.
 <<come?>> chiedo. Sorride, felice della mia confusione. <<sì, sì e ora vai a prepararti. Sono convinto che nonostante  quella tuta ti doni molto, non sia molto adatta per uscire.>>

inevitabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora