Capitolo 20. Fiducia e coraggio

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20. Fiducia e coraggio
Rose's pov

Sento le urla, sento la paura dentro di me e la sensazione soffocante di non riuscire ad uscire, a controllare questa paura, a spezzarla. Siamo entrati nel labirinto da quelli che mi sembrano venti minuti, ho corso per minuti interi, cercando di trovare la coppa, l'uscita. E ora... ora sento solo un grande casino in testa e urla strazianti. Mi sento premere e soffocare da questi alti muri, il mio cuore batte all'impazzata e mi sembra di sentire il suo rumore disperdersi nei corridoi e sovrastare le urla che sento nelle orecchie.

"Rose!"

Altre urla. Ora la voce è distintamente quella di Malfoy, la sento, la sento terrorizzata ed agonizzante, come se fosse ferito, come se stesse male. E torno a correre, non mi importa, mi importa solo di lui, ora, mi importa solo di vederlo vivo e vegeto. Il labirinto è infinito, interminabile. Cammino velocemente, cercando di sentire la sua voce sopra tutti gli altri rumori che mi affollano la mente, urla di persone, bambini terrorizzati che chiamano il mio nome, mi pregano di aiutarli, ma so che è un'allucinazione, deve esserlo.

"Scorpius! Dove sei?" Urlo, camminando e girandomi ad ogni più piccolo rumore. Non sento nulla, le voci sono scomparse, pure la sua "SCORPIUS!" Urlo con tutta la voce che ho in corpo. Tremo mentre lo cerco, la bacchetta di fronte al mio viso.

"Rose! Ti prego- Rose!" Urla di nuovo, la sua voce si spezza, mi sale il magone. I miei occhi si appannano di lacrime, cerco di avere sangue freddo ma la verità è che non riesco, non ci riesco e le lacrime mi bagnano le guance, mi corrono lungo la mandibola e mi scivolano sul mento. Il mio respiro si condensa, il freddo mi penetra nelle ossa, sotto la divisa fatta apposta per questa stupida gara.

"Scorpius?" Ansimo "Malfoy, ti prego" urlo, ma la mia voce si spezza e si riduce ad un sussurro, le ultime due parole escono disperate. Giro un angolo e mi ritrovo in un vicolo cieco, il marmo grigio sembra prendersi gioco di me e delle mie paure, stringo i denti e colpisco con forza il muro infinito, esco dal vicolo. Entro in un altro corridoio immenso, terrorizzata dal trovarlo ferito, o peggio.

"Ros-" Non riesce a finire di urlare il mio nome, si sente un sussulto forte rieccheggiare per le pareti fredde e poi... poi niente altro.

"Ti prego, ti prego Scorpius" mormoro correndo, le mie scarpe calpestano il pavimento antico e la neve scesa qualche ora fa "Ti prego" sussurro. Corro così velocemente che i miei polmoni bruciano, non mi importa. Poi scorgo qualcosa, mi fermo di colpo. Guardo il corpo steso a terra, il sangue che esce da una delle sue gambe, dalla sua testa. Scuoto la mia mentre ansimo, tento di riprendere il respiro "No, no" continuo a scuoterla anche quando corro verso di lui. Cado in ginocchio al suo fianco, la mia bacchetta rotola ai suoi piedi. Lo guardo, shockata. Le palpebre chiuse, la sua pelle è bianca, così bianca da sembrarmi un fantasma, anche i suoi capelli biondi si sono spenti. Avvicino le mani tremanti sul suo corpo, non so dove metterle, poi comincio a scuoterlo per le spalle "Scorpius, ti prego, Scorp" oramai sto piangendo, il mio tono di voce è incredulo, spaventato e disperato. Le mie mani sono piene del sangue che esce ancora da lui, dalla sua testa e dal suo petto, tremo tutta mentre gli accarezzo una guancia "Ditemi che è un'allucinazione, vi prego. Hyperion, ti prego" mormoro prendendo il suo viso a coppa, il sangue sulle mie mani quasi mi fa salire un conato di vomito, gli macchia la guancia e la fronte che gli accarezzo, con come unica emozione in me la paura, il terrore di averlo perso. Non ci credo. Singhiozzo, lascio che le lacrime cadano sulle mie guancie e sul mio mento, fino ad infrangersi sul viso freddo del biondo.

"Finite Allucinatio" una voce dice queste parole con fermezza. Un raggio di luce blu spezza l'oscurità di questo labirinto e si infrange contro Scorpius, si disintegra tra le mie mani. Lo guardo terrorizzata, giro la testa verso la voce e rimango paralizzata. Si avvicina fino a quando non è di fronte a me "Non sai distinguere una Infiria Weasley? Credevo fossi più intelligente" mi allunga una mano. Lo guardo pietrificata, mi sembra ancora di sentire sulle mie mani il suo sangue, la sua pelle fredda sotto le mie dita, a raggelarmi, a convincermi della sua morte "Pimpa, sul serio?" Mi chiede divertito, ma il suo viso è preoccupato. Si abbassa su di me e mi afferra da sotto le braccia, mi tira su, in piedi. Barcollo mentre faccio qualche passo indietro fissandolo, confusa. Si, confusa è l'emozione giusta, totalmente confusa anche sui miei sentimenti. Non so cosa sto provando, non ne ho idea, non so se provo rabbia, o paura, o sollievo, o felicità; forse tutti insieme.

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