16. - "Andiamo ad affrontare le due mamme chioccia."

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Alla fine, leggete la nota autrice.
Vi voglio bene💕.

Overwhelmed, Royal & the serpent
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Una volta in un libro lessi che ognuno nella propria vita ha una prova molto difficile da superare e solo se lo fa può avere il privilegio di diventare una stella luminosa nel firmamento una volta morta. Ho sempre amato questa teoria e per un certo periodo della mia vita mi sono chiesta quale sarebbe potuta essere la mia prova, oggi ho la risposta: non commettere l'omicidio di Herondale meglio conosciuto come Jace Watson.

"Scarlett." lo sento brontolare e mi impongo di restare zitta e non fare scenate davanti ai clienti. Mi volto a guardare Jack che sta servendo due caffè a qualche tavolo distanza e lo prego con lo sguardo di aiutarmi, in risposta ricevo un ghigno accompagnato da un'alzata di spalle, sbuffo e lo maledico mentalmente.

"Scarlett." mi richiama Jace sempre con lo stesso tono petulante di prima ma a voce più alta, Dio questo ragazzo non sopporta di essere ignorato. Quando oggi gli ho detto che non sarei potuta venire a casa sua per aiutarlo a studiare per il prossimo compito perché dovevo lavorare, il ragazzo si è ostinato a venire con me al bar e aspettare qui nella speranza che, mentre lavoravo, avrei potuto aiutarlo.

"Carly."

"Non mi chiamare Carly."  rispondo senza pensarci fallendo nel mio piano di ignorarlo  e facendogli spuntare un sorriso soddisfatto sul viso "Sapevo che avresti risposto! Ora che ho la conferma che non sei diventata sorda, puoi aiutarmi?" chiede esasperato appoggiando la testa su una mano e sorseggiando il caffè che gli ho portato, ormai freddo.

"Herondale, sto lavorando." gli faccio notare mentre servo due spremute d'arancia a una coppia davanti al bancone e che saluto con un sorriso cordiale per poi andare a lavare i piatti e bicchieri che si sono accumulati nel lavabo. Grazie a non so quale santo, oggi il locale non è stato pieno come al solito e quindi non sono impazzita tra gli ordini dei clienti e le richieste di Jace.

"Tu non dovresti cacciarlo dal locale dato che sta distraendo una tua dipendente?" chiedo a Jack che è tornato dietro al bancone. "In realtà è troppo divertente vederti così esaurita, quindi prego amico, continua fino a quando vuoi." dice il ragazzo prendendo uno straccio per pulire il tavolo che è stato appena liberato facendomi l'occhiolino e dando una pacca sulla spalla di Jace. 

"Almeno spiegami quest'ultima cosa e basta." dice dopo avermi sentita sbuffare per l'ennesima volta e anche se non lo vedo riesco a percepire il suo sguardo da cucciolo che, se dobbiamo essere onesti, gli esce piuttosto male. Lo guardo da dietro alla spalla e gli faccio cenno di farmi la sua domanda e mentre lavo i piatti gli spiego il più chiaramente possibile il pensiero dell'autore che sta studiando, o meglio sta provando a studiare.

Finisco di lavare i piatti e lancio un'occhiata all'orologio abbandonandomi in un sospiro di sollievo quando vedo che il mio turno è appena finito. Prendo la tazza di Jace che non ha ancora finito e ignorando le sue proteste rovescio ciò che ne rimane nel lavandino lasciando lì anche la tazza; esco dal bancone e gli faccio cenno di mettere via i libri, poi avviso Jack che il mio turno è finito e mi dirigo nello spogliatoio per prepararmi.

Mi tolgo grembiule e cappellino il più velocemente possibile e sciolgo i capelli dalla coda di cavallo che mi sono fatta, ravvivandoli con le mani e subito dopo mi infilo il giacchetto e mi metto lo zaino in spalla per poi uscire. Di solito quando finisco me la prendo con comoda, a volte addirittura aspetto con Jack che arrivi la ragazza del turno dopo ma oggi sono sfinita e il mio unico pensiero è la doccia che mi farò non appena  arriverò a casa.

Questa non è una fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora