30. - Brindisi

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Home, Edith Whiskers
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Diffido delle cose belle.

Quando qualcosa di bello mi capita oppure quando sono felice, nella mia testa scatta un allarme che tutto ciò o ha breve durata oppure è una presa in giro non facendomi abituare a quello che mi sta succedendo e tendendomi sempre sull'attenti. Molte volte ho cercato di non dare ascolto a questo allarme è puntualmente mi è arrivata una batosta, più forte delle precedenti perché ci avevo sperato. Per questo ogni volta che mi accade qualcosa che mi rende felice, mi preparo mentalmente al fatto che avrà breve durata tenendomi così pronta a non cadere quando accadrà.

Oggi però il mio allarme non è suonato e se da una parte sono felice come non mai perché finalmente potrò godermi qualcosa, dall'altra sono spaventata e cerco di attivarlo da sola in ogni modo; non sono normale, lo so, ma il non sentirlo fa crescere in me un'ansia così grande da mangiarmi lo stomaco per la paura che anche questa volta la delusione è dietro l'angolo.

Non mi voglio abituare, non se poi Jace se ne andrà come hanno fatto tanti altri.

Quando ci siamo staccati dopo il nostro bacio ero talmente scioccata che sono rimasta a bocca aperta per non so quanto tempo facendolo ridere. Mi aspettavo che la paura prendesse il sopravvento e mi facesse scappare a gambe levate, invece ho provato uno strano senso di pace e tranquillità, come se non mi fossi resa conto di aver portato un macigno sulle spalle fino a quando Jace non me l'ha tolto e quando me ne sono resa conto l'ho baciato di nuovo.

Siamo rimasti insieme per non so quanto tempo a baciarci e a stare in silenzio, per poi tornare alla festa che c'era in spiaggia quando ha smesso di piovere con io accoccolata al suo fianco e lui con il braccio sulle mie spalle. Ricordo a malapena cosa è successo dopo, è come se avessi sognato per tutto il tempo ma quando me ne sono andata in macchina con Liam, Evan, Camila e Mia mi sono svegliata dallo stato di trans in cui ero.

Mi hanno fatto tremila domande e mentre cercavo di rispondere a tutti loro e realizzare cosa fosse realmente successo, nella mia testa cercavo di capire perché il mio allarme non suonasse e così ho fatto per tutto il resto del tragitto. Nemmeno sapere che l'incontro tra papà ed Evan è andato male mi ha messo di cattivo umore e quando mio fratello me l'ha detto, mi sono limitata ad abbracciarlo e a dire che non mi importava.

Nemmeno mio padre, di cui il solo sentir pronunciare il nome mi faceva crollare, mi ha rovinato l'umore e io sono andata a dormire con il sorriso sulle labbra mentre felicità e paura facevano la lotta tra di loro. Anche adesso, mentre mi sto truccando e non faccio altro che crearmi paranoia da sole, il sorriso non mi abbandona le labbra facendomi sbuffare e sorridere allo stesso tempo.

Il telefono vibra vicino a me facendomi sobbalzare e sbagliare ad applicarmi il mascara, prendo una salviettina pulendomi la sbavatura e appena finito prendo il telefono e lo sblocco trovandomi un messaggio da parte di Jace:

Oggi in prima fila nella platea, azzardati a non esserci e giuro che ti butto di peso nella piscina quando arriviamo alla festa ;)

Ridacchio e alzo mentalmente gli occhi al cielo mentre rispondo:

Io: Che c'é? Vuoi vedermi dormire mentre giochi?

Fake Herondale: Dubito che lo farai, non credo che tu voglia perderti il mio spettacolo

Io: Non ci scommetterei se fossi in te, ma se ci tieni tanto va bene, cercherò di dormire in prima fila.

Blocco la schermata del telefono con un sorrisetto e dopo essermi guardata un'ultima volta allo specchio, prendo le mie cose ed esco dal bagno. Dopo la partita come al solito ci sarà una festa casa di uno dei ragazzi della squadra di football che non conosco e anche se vorrei andare a dormire, ho promesso a Evan di festeggiare con lui in caso vinca la borsa di studio per Yale.

Questa non è una fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora