All I want, Klodaline
▶️PlayA volte vorrei avere un telecomando come quello per la televisione in modo da mettere in pausa la mia vita quando voglio, saltare delle parti quando è particolarmente noiosa o difficile, tornare indietro quando ho voglia di rivivere un ricordo.
In questo momento però non so che cosa ci farei se avessi qualche telecomando, vorrei fare tutte e tre le cose: mettere in pausa la mia vita e tornare a dormire in modo da no affrontare la giornata di oggi; andare avanti con il tempo e saltare tutto questo dolore andando direttamente alla parte dove ho elaborato il lutto; tornare indietro con il tempo e rivivere tutti i momenti con Evan, sia belli che brutti, anche quelli quando lui mi tirava le trecce rischiando di staccarmi i capelli dal cuoio capelluto. Quel maledetto telecomando però, io non ce l'ho e non posso fare niente se non sperare che la giornata di oggi finisca il primo possibile.
Oggi ci sarà il funerale di Evan e l'ultima cosa ce voglio fare in questo momento è dover parlare difronte a decine di persone a cui la vita non cambierà per niente dopo aver partecipato al suo funerale; mi faranno le condoglianze e mi diranno quanto Evan fosse fantastico quando magari ci avranno scambiato due parole massimo. Io però so quanto Evan sia fantastico, quanto fosse meraviglioso e non so se mi farà più male parlarne a delle persone estranee o vedere loro annuire quando lo conoscevano a malapena, se sentire i loro sguardi di compassione addosso o milioni di voci che sussurrano "era una brava persona". Lo era, lo è e lo sarà sempre ma loro non potranno mai saperlo.
Più di tutti mi farà male vedere lo sguardo pieno di lacrime di Camila, quello perso di Jace, Ryan, Mia, Ellie, Jason e James, quello vuoto mio, di Liam e della mamma. È per lei se ho accettato di parlare al suo funerale, non se la sentiva di faro lei e sentiva che se lo avesse fatto qualcun altro non sarebbe stato giusto, meritava che ci fosse qualcuno che lo conoscesse veramente a parlare di lui. Anche Liam ne farà uno. Quando stavamo parlando con il prete e lui ci ha chiesto chi avrebbe voluto parlare, si è offerto senza nemmeno pensarci e per me così è stato anche più facile accettare.
Adesso, mentre dirigiamo a messa, lui mi stringe la mano sinistra come sempre, mentre camminiamo in silenzio ma nella destra percepisco il vuoto che era compito di Evan colmare. È una strana sensazione quella che sto provando: a volte, sui giornali o su internet, ho letto che le persone a cui avevano amputato un arto, riuscivano lo stesso a percepire il dolore nel braccio o nella gamba mancante; per me è più o meno lo stesso, è come se Evan si fosse portato con se un pezzo di me, costringendomi a vivere per l'eternità con il peso della sua mancanza.
In Teen Wolf, la sua serie tv preferita, c'erano due gemelli che potevano avvertire il dolore dell'altro quando questo si faceva male o veniva ferito, quando uno dei due stava morendo aveva chiesto all'altro se gli facesse male quanto ne faceva a lui. Vorrei chiederlo anch'io a Evan, vorrei chiedergli se riesce a percepire tutta la sofferenza che sto sentendo io e chiedergli scusa in tal caso.
Mi siedo sulla panchina tra la mamma e Liam che mi stringe ancora la mano o forse io sono che stringo la sua, non lo so, non so chi ha più bisogno di aggrapparsi all'altro per non crollare. Punto lo sguardo sulla bara bianca non appena il prete inizia a parlare, ho scelto io il colore bianco, rispecchia l'anima pura di mio fratello e inoltre lui odia il marrone, non gli è mai piaciuto come colore.
Sulla bara sono posate alcune rose di colori differente e più in là dei gerani che abbiamo portato io, Liam e la mamma e che lui adorava. Non riesco ancora a credere che non lo vedrò mai più, che non sentirò più la sua risata o le sue battute sulla mia paura delle fanfiction, che non dovrò più lottare per riuscire ad avere più waffle nel mio piatto, che non sentirò più le sue minacce di radere a zero Bacon se non mi sbrigo ad uscire dal bagno, che non dormirà più con me dopo i miei attacchi di panico, che la camera infondo al corridoio sarà chiusa per sempre. Dovrò entrarci un girono, mettere in ordine la sua camera che è sempre stata un disastro, ma non voglio, se mettessi in ordine non ci sarà più niente in casa di completamente suo, che nessuno ha toccato se non lui.
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Questa non è una fanfiction
RomanceScarlett Moore non voleva trovarsi in questa situazione. Scontrosa, sarcastica, auto-ironica, testarda e con del succo di limone nelle vene al posto del sangue potrebbe considerarsi una classica adolescente di diciassette anni ma lei ha letto troppi...